Alexei Navalny è stato condannato a 15 giorni di prigione
Il principale oppositore di Vladimir Putin era stato arrestato ieri durante una delle più grandi proteste in Russia degli ultimi anni
Alexei Navalny, il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato condannato oggi a 15 giorni di prigione per avere opposto resistenza a un pubblico ufficiale. Navalny aveva cercato di resistere al suo arresto, avvenuto domenica durante una manifestazione anti-corruzione a Mosca, organizzata in contemporanea ad altre proteste in diverse città della Russia. Navalny, 40 anni, è una delle figure più in vista dell’opposizione russa e già in passato aveva subìto diverse condanne, che lui ha sempre considerato politicamente motivate. Tempo fa ha annunciato la sua intenzione di partecipare alle elezioni presidenziali che si terranno in Russia nel 2018, ma non è chiaro se la sua candidatura verrà accettata.
Le proteste a cui stava partecipando Navalny sono state le più grandi dal 2011-2012: all’epoca il governo aveva risposto inasprendo pesantemente le leggi che regolamentano il diritto di manifestare, rendendo molto più semplici gli arresti dei manifestanti da parte della polizia. Nonostante il rischio di essere arrestate o di subire vessazioni dagli agenti, migliaia di persone hanno ugualmente partecipato alle manifestazioni chiedendo di nuovo provvedimenti contro la corruzione. Secondo le stime della polizia, a Mosca hanno manifestato almeno 7mila persone, ma il numero potrebbe essere molto più alto considerate le dimensioni di piazza Pushkin dove era stata organizzata la manifestazione. A San Pietroburgo circa 5mila persone si sono ritrovate nel parco Campi di Marte, dove hanno mostrato cartelli e urlato slogan contro Putin e il primo ministro Dimitri Medvedev, accusato di avere accumulato negli ultimi anni grandi fortune per sé, compresi yacht e ville lussuose.
Gli organizzatori non hanno fornito cifre ufficiali sul numero di persone alle manifestazioni, sostanzialmente ignorate dai media russi che subiscono un costante controllo da parte del governo e della propaganda. Le edizioni principali dei telegiornali serali in onda su Rossiya-24 hanno totalmente ignorato la notizia.
OVD-Info, che da tempo osserva i livelli di repressione politica in Russia, ha stimato che almeno 800 persone siano state arrestate a Mosca, mentre la polizia ha parlato di meno di 500. Tra queste c’era anche Navalny, fermato dagli agenti mentre si stava spostando a piedi da una stazione della metropolitana verso piazza Pushkin. Era stata la sua “Fondazione contro la corruzione in Russia” a lanciare l’iniziativa di una giornata di proteste, in seguito alla pubblicazione di un proprio rapporto nel quale sono elencate le proprietà accumulate negli ultimi anni da Medvedev, tra case, yacht e vigneti. Navalny è uno degli oppositori principali di Putin e per questo ha subìto negli ultimi anni numerose restrizioni alla libertà personale, minacce e alcune rappresaglie da parte dei sostenitori del presidente. Ha avuto anche qualche problema giudiziario per truffa, con casi che secondo le opposizioni sarebbero stati montati ad arte per impedirgli di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali nel 2018, alle quali dovrebbe essere nuovamente candidato Putin.
I principali movimenti di opposizione in Russia sono spesso identificati con le élite urbane che sono più in contatto con l’Occidente, ma incapaci di raggiungere la popolazione con messaggi efficaci e tali da superare quelli della propaganda, che da anni ha reso Putin un punto di riferimento e da ammirare per la maggioranza dei cittadini. Le manifestazioni di ieri, per la prima volta negli ultimi cinque anni, hanno invece dimostrato che le opposizioni hanno qualche margine per portare in piazza parte della popolazione, come hanno confermato le manifestazioni su scala ridotta organizzate in città molto più piccole rispetto a Mosca e San Pietroburgo.
Oltre ai cartelli e agli striscioni, molti manifestanti hanno mostrato delle papere di gomma per protestare contro Medvedev. Secondo i racconti delle opposizioni, tra le proprietà ottenute dal primo ministro ci sarebbe infatti anche un centro per l’allevamento di anatre; altri hanno portato in piazza scarpe da ginnastica, le cui consegne presso le dimore di Medvedev secondo Navalny avrebbero permesso di ricostruire alcune informazioni sulle sue proprietà.
Né il governo né la presidenza della Russia hanno commentato le manifestazioni organizzate ieri nel paese. Non è quindi chiaro quali siano i piani di Putin per affrontarle, ma è probabile che il Cremlino decida di ignorarle, lasciando che siano applicate le pene severe previste dalla legge per le manifestazioni non autorizzate: 15 giorni di carcere, che possono portare a una condanna di 5 anni in prigione nel caso di ripetute violazioni della stessa legge.