L’UKIP non ha più nessun parlamentare
A nove mesi dalla vittoria del referendum su Brexit, l'unico deputato del partito ha deciso di passare con gli indipendenti: ed è un sintomo di problemi più grandi
A nove mesi dalla vittoria del referendum su Brexit e a pochi giorni dall’invocazione l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito (UKIP, il partito di estrema destra britannico) ha perso il suo unico parlamentare alla Camera dei Comuni, Douglas Carswell. Carswell ha annunciato di aver deciso di lasciare l’UKIP qualche giorno fa sul suo blog, spiegando di non volersi dimettere da parlamentare e di voler continuare a rappresentare Clacton, nell’Essex, come indipendente. Secondo diversi commentatori lo UKIP era in buona parte un “single-issue party”, ovvero un partito con un singolo obiettivo, Brexit, e che in molti identificavano con il suo leader, Nigel Farage; ora che sono venuti meno entrambi questi elementi, è stato in effetti molto difficile per lo UKIP rimanere al centro del dibattito politico e guadagnare ulteriori consensi.
Carswell ha 45 anni e un tempo era membro del Partito Conservatore: era stato eletto deputato prima nel 2005 e poi nel 2010, ma nell’agosto del 2014 aveva annunciato le proprie dimissioni da parlamentare affrontando delle elezioni suppletive in cui si era ricandidato ed era stato rieletto con lo UKIP. In quell’occasione aveva spiegato che il governo conservatore di David Cameron aveva dimostrato una posizione ambivalente proprio sul referendum per lasciare l’Unione Europea. Ora Carswell ha scritto sul suo blog che quell’obiettivo è stato raggiunto: «Come molti di voi, sono passato all’UKIP perché desideravo disperatamente che uscissimo dall’UE. Ora che possiamo essere certi che sta per accadere, ho deciso di lasciare il partito».
Lo UKIP è il partito indipendentista britannico con posizioni di estrema destra che è stato tra i principali sostenitori di Brexit. Dopo la vittoria del referendum il partito non era riuscito però a mettere a frutto quel risultato e aveva cominciato ad entrare in crisi passando dall’essere la terza forza politica del paese all’essere un movimento che sembra aver perso qualsiasi altra ragione di esistere. A questo ha certamente contribuito il fatto che il governo conservatore di Theresa May ha assunto il risultato di Brexit, portandolo avanti prima in parlamento e ufficialmente nei negoziati che cominceranno a breve con l’Unione Europea. Lo UKIP era stato fondato nel 1993 con il principale obiettivo politico di opporsi al Trattato di Maastricht (quello sulla libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea) e ottenere il ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea. Ne entrarono a far parte principalmente fuoriusciti dalla corrente più a destra del Partito Conservatore britannico. Il partito era stato per molti anni marginale della politica britannica, considerato un partito di razzisti e fissati anti-europeisti: negli ultimi anni, però, aveva cominciato a raccogliere consensi crescenti sia alle elezioni europee (dove è rappresentato da 20 europarlamentari) che a quelle amministrative. Alle elezioni politiche del 2015 lo UKIP era diventato il terzo partito del Regno Unito per numero di voti, ma era riuscito a far eleggere un solo parlamentare per via del sistema elettorale britannico.
Attualmente lo UKIP ha problemi di leadership. Pochi giorni dopo la vittoria dell’opzione “Leave” lo storico leader Nigel Farage, che guidava il partito dal 2010, si era dimesso affermando di avere «portato a termine la sua missione», e che il traguardo politicamente più grande per lui era stato raggiunto. Diane James, che era stata scelta dai militanti come nuovo capo, si era dimessa dopo appena 18 giorni dall’elezione. Lo scorso febbraio, il nuovo leader Paul Nuttall, nel corso di una tornata delle cosiddette by-election – quelle che si tengono per assegnare i seggi rimasti vacanti – era stato battuto dal candidato laburista: e proprio a Stoke-on-Trent Central, considerato una delle “capitali di Brexit” dato che era stato uno dei posti in cui la percentuale di voti a favore dell’uscita dall’Unione Europea è stata più alta. La crisi interna dell’UKIP è talmente grave che uno dei principali finanziatori del movimento, Arron Banks, aveva prima chiesto a Nuttall di rinnovare il partito e poi aveva minacciato di formarne uno nuovo.
Erano comunque mesi che Carswell veniva criticato dai dirigenti dello UKIP: Farage lo aveva accusato di essere una specie di infiltrato e ora Banks gli ha chiesto di dimettersi da parlamentare. Carswell ha invece spiegato che non c’è alcuna necessità di replicare la situazione del 2014 dato che lui non ha alcuna intenzione di tornare nel Partito Conservatore ma di proseguire nel suo mandato come indipendente, almeno fino al 2020. Quando infatti gli è stato chiesto se si sarebbe presentato come indipendente anche alle prossime elezioni, ha risposto: «Aspettiamo e vediamo». Carswell ha anche smentito le voci che lo accusavano di aver lasciato lo UKIP perché preoccupato di un’imminente espulsione.