Come va il Post
Bene, grazie a tutti, e soprattutto da SETTE anni, diamine
Tra meno di un mese il Post compirà sette anni. Felici, gratificanti, di soddisfazioni imprevedibili, e di grande intimità con i propri lettori, assidui e occasionali. Quindi condividiamo anche un po’ di informazioni su come vanno le cose, oltre a quelle che vediamo tutti nelle pagine del sito.
Sette anni cominciano a essere tanti, nel loro piccolo. Il Post è fuori da un pezzo dalla fase di “start up”, quella in cui un’impresa nuova cerca di vedere se ce la fa a trovare un suo spazio e una sua sostenibilità.
Ce l’abbiamo fatta.
Per due anni di seguito – 2014 e 2015 – il Post ha chiuso i bilanci in sostanziale pareggio (un piccolissimo passivo prima, un piccolo attivo poi), e ha iniziato a riflettere sulla fase successiva.
Col concorso dei soci del Post, che da sette anni ci credono e ci tengono, abbiamo fatto degli investimenti nuovi all’inizio del 2016 per fare più cose, farle meglio, crescere (solo per dirne alcune: abbiamo creato e avviato la sezione Flashes, avviato una collaborazione col Washington Post sui loro contenuti, rafforzato il lavoro sullo Sport, investito di più sui social e sul SEO, e sulle immagini, a cui teniamo sempre molto, abbiamo iniziato a fare esperimenti di reporting più originale, creato una newsletter quotidiana, abbiamo coinvolto più persone in redazione, fatto contratti, traslocato in spazi più grandi). Ci siamo dati nuovi obiettivi e nuovi tempi, e nuovi pareggi economici da rincorrere e raggiungere, e ci siamo consentiti di tornare in perdita economica fino a che questa fase di “restart up” non fosse a sua volta completata.
In questi giorni stiamo chiudendo i bilanci del 2016 e le previsioni sono state rispettate: siamo dove pensavamo saremmo stati, anche se il percorso è stato in parte diverso dal previsto, nell’anno passato, e ha bisogno di qualche racconto in più, se vi interessa.
La cosa principale che lo ha cambiato, il percorso, è stata un’operazione societaria che ha coinvolto il maggiore socio del Post, e quello più presente, Banzai (che adesso si chiama ePrice). L’operazione – la vendita di una parte della società, Banzai Media, a Mondadori – non ha riguardato la quota del Post posseduta da Banzai, ma ha avuto due cospicue ricadute indirette, che insieme a Banzai abbiamo dovuto gestire: ovvero la fine dei rapporti con la concessionaria pubblicitaria Banzai Advertising e la fine della partnership tecnologica (e umana) con Banzai Media. Parliamo di strutture e persone che su due fronti diversi – molto importanti – avevano fatto nascere il Post e avevano collaborato alle sue riuscite per più di sei anni, costruendolo di fatto insieme alla redazione: approfittiamo per ricordare la nostra gratitudine e soddisfazione per tutto questo, per quello che vedete e leggete.
La transizione verso nuovi partner su queste due importantissime funzioni ha avuto bisogno di tempo e attenzioni, proprio per la loro rilevanza, e si è conclusa con soddisfazione lo scorso autunno grazie all’accordo con la nuova concessionaria Websystem, mentre si sta concludendo in queste settimane rispetto all’assistenza e sviluppo tecnici. Tempo e attenzioni che hanno avuto dei costi, e il Post ha dovuto rallentare per diversi mesi del 2016 lo sviluppo di progetti nuovi, e rinunciare tra l’estate e l’autunno a parte dei ricavi pubblicitari previsti, mentre terminavano le collaborazioni precedenti e nascevano quelle nuove. Le due rinunce hanno generato a loro volta una parziale riduzione degli investimenti ma anche una cospicua limitazione dei ricavi: che si sono praticamente compensate nel portarci al bilancio complessivo di perdite così come erano state previste.
Intanto, il Post ha continuato a crescere in lettori e traffico, con soddisfazione e prospettive promettenti, e ancora cresce.
Una parentesi: escono in questi mesi dei dati Audiweb – quelli usati per il mercato pubblicitario – che indicano apparentemente cospicue perdite di visitatori da parte del Post rispetto a un anno prima. La ragione è che da quei dati sono stati scorporati quelli di alcuni siti Banzai che su Audiweb vi erano stati associati fino all’estate scorsa. I numeri del Post sono in costante crescita, e i più coerenti dati di Google Analytics riportano un aumento delle visite a fine 2016 superiore del 18% a quello del 2015 e del 56% a quello del 2014. Chiusa parentesi.
Questo ci rende ottimisti rispetto al futuro – malgrado le correnti difficoltà complessive del nostro modello di ricavi principale legato alla pubblicità “display” – sulla costruzione di occasioni di sostenibilità economica nuove e differenziate, e sul potenziale di ulteriore crescita del numero dei lettori del Post. Alla fine, per quanto indispensabile sia il sostegno economico che siamo riusciti a garantire fino a oggi al Post, le due priorità principali restano quelle di fare delle cose di qualità e di farle leggere a più persone possibile: finora ci sembra sia andata molto bene, ma il bello è che può ancora andare molto meglio. Grazie a tutti.
p.s. approfittiamo: per impegni concomitanti e progetti da seguire, quest’anno il Post non sarà al Festival del Giornalismo con la redazione e con “la tradizionale festa di compleanno del Post”. Ma auguri a tutti, a Perugia.