Per Enrico Rossi il M5S è un partito “reazionario”

Più precisamente, «una forza di centro con una ispirazione liberista reazionaria»

 ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI

Enrico Rossi, presidente della Toscana e uno dei leader politici più in vista ad aver lasciato il Partito Democratico per fondare Democratici e Progressisti, ha dato una lunga intervista al Corriere della Sera, pubblicata nell’edizione di oggi. Nell’intervista, Rossi dice che Democratici e Progressisti vuole essere alternativo «sia alla destra, che al populismo dei cinquestelle», e mostra di non condividere del tutto una discussa definizione del Movimento 5 Stelle resa pubblica qualche giorno fa dall’ex segretario del PD Pier Luigi Bersani, che aveva definito il M5S «il partito di centro dei tempi moderni», prendendo le distanze dalle ipotesi di avvicinamento a quel partito.

Non sono la forza di centro dei tempi moderni, come sostiene il fondatore del movimento che lei presiede?
«Una forza di centro, con una ispirazione liberista reazionaria. Dobbiamo essere molto cauti, non si deve cadere nell’idea che tutto va bene pur di fare fuori Renzi».

Grillo ha accusato il Pd di aver «buttato nel cesso la storia della sinistra», è così?
«C’è in loro un tratto reazionario e inquietante. C’è il forte antieuropeismo che li vede assieme a Farage, ci sono stati atti pesanti contro le istituzioni e la democrazia rappresentativa. Hanno una posizione molto ambigua sull’immigrazione. E quando mai abbiamo sentito da loro parole chiare su lotta all’evasione e povertà?».

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Non c’è un tema su cui lei sarebbe pronto a dialogare?
«La questione morale, che una forza come la nostra deve assumere in pieno. Se è vero che il 25% dei loro elettori si definisce di sinistra, con un profilo strategico possiamo recuperare parte dell’elettorato che si è sentito tradito dal Pd. La nostra missione è dare a chi è fuggito nel M5S o nel non voto un contenitore di sinistra».