L’operazione di polizia contro i Forconi
Sono state perquisite le case di 18 esponenti del movimento populista, che lo scorso dicembre avevano diffuso un appello per l'“arresto popolare” dei politici
Mercoledì 22 marzo la polizia ha perquisito le case di 18 persone appartenenti al Movimento dei Forconi, il movimento populista diventato famoso alla fine del 2013 per una serie di manifestazioni e poi sostanzialmente scomparso. L’operazione di polizia è stata coordinata dalla Digos di Latina, e le perquisizioni sono avvenute anche ad Ascoli, Campobasso, Como, Firenze, Roma, Taranto e Treviso. Il motivo delle perquisizioni è un “mandato di cattura popolare” inventato dai Forconi e promosso lo scorso dicembre, che consisteva in un appello all’arresto sommario da parte di comuni cittadini di una serie di politici, compresi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’ex presidente Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il suo predecessore Matteo Renzi, tutti i ministri e tutti i parlamentari. La polizia ha detto a Adnkronos che quelle coinvolte nelle perquisizioni sono persone che si sono evidenziate «nei mesi scorsi per la loro appartenenza o comunque vicinanza al Movimento e che hanno manifestato l’intenzione di porre in essere una serie di condotte criminose finalizzate, in particolare, a dare esecuzione al cosiddetto Ordine di cattura popolare». La polizia ha sequestrato materiale cartaceo, pc e altri tipi di supporti informatici.
La polizia ha detto che «nel corso dell’indagine gli odierni indagati si sono evidenziati anche per aver postato sui social network inquietanti proclami di rivolta sociale e per aver partecipato a iniziative di piazza connotate da illegalità tra cui il citato tentativo di arresto». Danilo Calvani, presidente del Movimento 9 Dicembre–Forconi e oggetto di una delle perquisizioni di oggi, ha tentato di giustificare l’“ordine di cattura popolare” definendolo «un atto dimostrativo. Noi andiamo avanti, non ci fermeremo: abbiamo fatto gesti dimostrativi e forti, ma mai azioni illegali. Andremo avanti fino in fondo sempre nel rispetto della legge». Calvani sostiene che la bocciatura della Corte Costituzionale del cosiddetto “Porcellum”, la legge elettorale con la quale si è votato nel 2013, rende illegittimo il Parlamento, nonostante la stessa sentenza dica il contrario, sancendo la piena legittimità dell’attuale legislatura.
Dopo le manifestazioni del dicembre del 2013, che avevano minacciato di bloccare diverse città italiane per un giorno e che in realtà erano state molto più tiepide di quanto ci si aspettava, i Forconi erano sostanzialmente scomparsi, pur continuando a farsi propaganda su internet e sui social network con regolari post e comunicati spesso aggressivi contro i politici, più o meno senza distinzioni e con argomentazioni populiste e razziste. Si era tornati a parlare del movimento quando, nel dicembre nel 2016, un gruppo di suoi esponenti aveva provato ad arrestare il consigliere comunale di Torino ed ex deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli, mentre era a Roma. Il gruppo di esponenti dei Forconi era stato bloccato da alcuni poliziotti che erano sul posto.