Il caso degli incendi degli autobus a Roma
Da un anno ne va a fuoco più di uno al mese: sembra che la colpa sia della cattiva manutenzione e dell'eccessivo utilizzo
Martedì mattina un autobus di ATAC, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Roma, ha preso fuoco in viale Kennedy, nella zona periferica di Ciampino. Tutti i passeggeri sono riusciti a scendere prima che l’incendio distruggesse il bus, e non ci sono feriti. Diversi giornali, però, hanno fatto notare che quello di ieri non è un incidente isolato: dall’inizio del 2017 sono andati a fuoco in tutto cinque autobus dell’ATAC; il numero sale a 17 se contiamo quelli incendiati dal marzo 2016 a oggi.
In seguito a ciascun incidente l’ATAC ha avviato indagini interne, ma non ha saputo dire se esista un problema più generale: sindacati e appassionati di mezzi pubblici sostengono che la colpa sia della cattiva manutenzione dei mezzi e del loro sovra-utilizzo, che causa un rapido logoramento anche di quelli più nuovi. Secondo il Corriere della Sera, che ha letto alcuni rapporti su questi incidenti, la loro frequenza è ancora superiore: ogni quattro giorni a Roma un autobus viene messo fuori servizio e mandato in manutenzione per «scintille, fumo, minaccioso odore di bruciato».
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— il treno roma lido (@iltrenoromalido) March 21, 2017
I casi più gravi, invece, sono avvenuti a qualche settimana di distanza: a inizio marzo era successo a un autobus 86 all’altezza di Castel Giubileo, il 26 febbraio a un bus fuori servizio nella zona del Policlinico Gemelli, mentre nelle prime due settimane di febbraio erano bruciati un autobus 46 sulla circonvallazione Corneli e un 98F nei dintorni del complesso del Corviale. Da marzo 2016 a oggi sono andati a fuoco altri 16 mezzi di ATAC, oltre a due di compagnie private.
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Il Corriere della Sera, cercando di capire le ragioni di questi incendi, spiega che il parco mezzi è «stravecchio e usurato», e che metà dei 1.200 bus mediamente in servizio ogni giorno sono stati acquistati fra il 2000 e il 2005, e che quindi hanno già intorno ai 15 anni di servizio. La situazione è complicata dal fatto che oltre ai casi di incendio i guasti “ordinari” sono già molti, e vengono risolti solamente con rimedi di emergenza. Scrive il Corriere:
Si stima che ogni giorno almeno 300 vetture restino ferme, bloccate tra i depositi di Magliana e Tor Sapienza. Così, in assenza di pezzi di ricambio, è diventato normale anche cannibalizzare le carcasse disponibili e inservibili. Con un doppio danno: peggiorare lo stato di salute dei bus già in officina e adeguare alle vetture circolanti ricambi già utilizzati ed eventualmente usurati.
Odissea quotidiana, un blog curato da appassionati di mezzi pubblici che si occupa delle difficoltà di Roma, ha spiegato che il problema degli incendi riguarda anche bus più nuovi, acquistati dalla giunta di centrodestra di Gianni Alemanno e utilizzati da appena quattro anni.
Alcuni di questi bus iniziano il servizio alle 7 del mattino e lo finiscono alle 21 per poi riprendere il servizio sulle linee notturne da mezzanotte alle 5:30 e, dopo essere ritornati in deposito per i cicli di pulizia e rifornimento, prendono servizio sulle linee diurne. Queste vetture sono sfruttate al massimo e naturalmente aumenta la possibilità di inconvenienti che possono rivelarsi anche gravi, come gli incendi.
ATAC è da tempo un’azienda in grandissime difficoltà economiche e societarie, e che fatica a garantire un servizio efficiente: da pochi mesi si è concluso un conflitto fra Comune e dipendenti dell’azienda al termine del quale è stato firmato un accordo che in sostanza permetterà loro di lavorare di meno. Qualche settimana fa l’allora assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini – poi dimessosi dopo la diffusione di una registrazione in cui faceva critiche e illazioni sulla sindaca Virginia Raggi – aveva detto che senza un intervento di manutenzione straordinaria la metropolitana di Roma avrebbe rischiato chiudere in primavera, ma che quell’intervento avrebbe dovuto pagarlo lo Stato e non il Comune. Da qualche giorno, i Radicali stanno raccogliendo le firme per proporre un referendum sulla possibile privatizzazione del trasporto pubblico a Roma.