Cosa sappiamo dell’aggressore dell’aeroporto di Parigi Orly
Era francese e si chiamava Ziyed Ben Belgacem: era stato in carcere più volte per reati comuni e lì si pensa si sia radicalizzato
Il 18 marzo un uomo è stato ucciso all’aeroporto Orly di Parigi, in Francia, dopo aver provato a rubare il fucile automatico a una soldatessa, e alcune ore dopo aver sparato a un agente di polizia a un posto di blocco a Garges-lès-Gonesse, una località a nord della capitale francese. L’uomo, un francese musulmano di 39 anni, si chiamava Ziyed Ben Belgacem e prima di essere ucciso ha detto ai soldati: «Mettete giù le vostre armi, mani sulla testa, sono qui per morire per Allah. Qualunque cosa succeda ci saranno dei morti». La dichiarazione è stata riportata dal procuratore generale di Parigi François Molins, che in una conferenza stampa ha ricostruito i fatti della giornata e ha ricapitolato quello che gli investigatori sanno di Ben Belgacem. Il padre, il fratello e il cugino dell’uomo sono stati messi in stato di fermo dalla polizia per essere interrogati; il padre è poi stato rilasciato.
Gli spostamenti di Ben Belgacem e l’attacco all’aeroporto di Orly
Verso le sette di mattina del 18 marzo Ben Belgacem è stato fermato dalla polizia a un posto di blocco a Garges-lès-Gonesse, una località vicino a Saint-Denis: guidava con i fari spenti e a gran velocità. Dopo aver consegnato alla polizia i suoi documenti, ha sparato con una pistola a pallettoni a un agente, che è rimasto lievemente ferito alla testa e attualmente è ricoverato in ospedale. Poi Ben Belgacem si è allontanato ed è andato in un bar di cui era cliente abituale a Vitry-sur-Seine, poco a nord dell’aeroporto di Orly: lì ha sparato senza fare feriti e poi, minacciando una donna, ha rubato un’automobile con cui si è diretto all’aeroporto. Ha lasciato il suo telefono cellulare al bar.
È arrivato a Orly poco dopo le otto. Dopo aver gettato a terra una borsa che conteneva una tanica di benzina ha attaccato la soldatessa e l’ha usata come scudo, secondo la ricostruzione di Molins. Gli altri militari gli hanno sparato quando hanno avuto la sicurezza di non colpire la collega: il terzo colpo è stato quello fatale. Nessuna delle altre persone che si trovavano all’aeroporto di Orly è rimasta ferita. Addosso a Ben Belgacem gli investigatori hanno trovato, oltre alla sua arma e a cinque cartucce, 750 euro in contanti, un’edizione del Corano, un accendino e un pacchetto di sigarette.
La polizia ha anche perquisito l’appartamento di Ben Belgacem a Garges-lès-Gonesse, al sesto piano di un edificio di un quartiere popolare; nell’abitazione sono stati trovati alcuni grammi di cocaina, un machete e delle banconote in valuta straniera.
Chi era Ziyed Ben Belgacem
Ziyed Ben Belgacem era già noto alla polizia francese per essere stato arrestato più volte per crimini comuni. Nel 2001 era stato condannato a cinque anni di carcere per rapina a mano armata, nel 2009 a tre e poi cinque anni per traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione di Molins, nel secondo periodo di detenzione, in particolare tra il 2011 e il 2012, cominciò a mostrare segni di radicalizzazione. Per questo dopo gli attentati a Parigi del novembre 2015 la sua abitazione era stata perquisita. Nei database della polizia, però, non era registrato nella “categoria S”, che contraddistingue le persone che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza dello stato. Nel marzo del 2016 era stato nuovamente arrestato per furto con scasso e lo scorso settembre era tornato in libertà.
Il padre e il fratello di Ben Belgacem, a cui l’uomo aveva telefonato dopo essere fuggito dal posto di blocco per dire di «aver fatto una stronzata», sono stati messi in custodia dalla polizia. Anche il cugino di Ben Belgacem, che lo aveva incontrato la sera prima dell’attacco nel bar di Vitry e si è presentato spontaneamente alle forze dell’ordine, è sotto custodia. Dopo essere stato rilasciato, il padre ha detto in un’intervista alla radio Europe 1 che Ben Belgacem non era radicalizzato e che secondo lui sono stati l’alcol e la droga a fargli commettere l’aggressione. L’autopsia di Ben Belgacem non è ancora terminata, quindi non si sa ancora se l’uomo fosse sotto l’effetto di qualche sostanza al momento delle aggressioni.
La polizia francese ora sta investigando per capire se Ben Belgacem abbia agito in autonomia oppure se si fosse messo d’accordo con qualcuno prima dell’attentato. Molins ha detto che gli investigatori stanno indagando sulle relazioni dell’uomo e stanno esaminando il suo telefono. Anche l’ultimo attentato avvenuto in Francia, quello del 3 febbraio al Museo del Louvre, era diretto contro i militari dell’operazione di pattugliamento Sentinelle, avviata dopo gli attentati di gennaio 2015, per questo secondo Molins potrebbe esserci un collegamento con le organizzazioni terroristiche di stampo jihadista.