Cosa accadrà quando morirà la Regina
Il giornalista Samuel Knight ha raccontato come si svolgeranno i maestosi funerali della sovrana britannica dal regno più lungo di sempre
Samuel Knight, un giornalista britannico che scrive per il Guardian e per il New Yorker, ha raccontato in un lungo articolo cosa succederà dopo la morte di Elisabetta II, la sovrana del Regno Unito che per più tempo ha regnato sulle isole britanniche. Knight ha intervistato decine di persone, dai funzionari di corte agli esperti di storia della famiglia reale, passando per il personale dei ministeri incaricati di prendere parte all’organizzazione del funerale: quasi nessuno ha voluto essere citato con nome e cognome. Il quadro che ne emerge è quello di una pianificazione dettagliata e sontuosa che prepara uno degli eventi più importanti nella storia della nazione. Come scrive Knight: «Per una ristretta cerchia di aristocratici e funzionari pubblici, l’arte di pianificare grandi funerali – con la loro solennità, la cura maniacale per i dettagli – è l’espressione di un autentico talento nazionale».
Tutto comincerà nelle ultime ore di vita della regina, quando a sovrintendere a ogni aspetto sarà il suo dottore personale, il professor Huw Thomas, specializzato in gastroenterologia. Sarà lui a occuparsi di Elisabetta, a decidere chi entrerà nella sua stanza e quali informazioni rendere pubbliche. Nel corso delle ultime ore della regina ci saranno alcuni comunicati sul suo stato di salute, ma non molti probabilmente. Dopo la morte, la responsabilità di comunicare la notizia passerà nelle mani di Sir Christopher Geidt, segretario privato della regina. Sarà lui a dover dare ufficialmente la notizia al primo ministro, probabilmente tramite una linea telefonica sicura. La formula per comunicare la morte della regina, e che avvia tutti i successivi protocolli, è “London bridge is fallen”, il ponte di Londra è caduto.
Il primo ministro, a quel punto, avrà l’incarico di avvertire i 15 paesi, oltre al Regno Unito, di cui Elisabetta è capo di stato (dall’Australia al Canada passando per Papua Nuova Guinea). Il ministero degli Esteri dovrà occuparsi anche di informare i governi delle altre 36 nazioni che fanno parte del Commonwealth e per le quali Elisabetta è un’importante figura simbolica. È probabile che le persone comuni apprendano la notizia poco dopo. Quando morì Giorgio VI, nel 1952, ci vollero 4 ore prima che la notizia venisse resa pubblica. La morte di Lady Diana impiegò appena 15 minuti a diffondersi in tutto il mondo.
Tutti i media britannici sono preparati da anni ad affrontare la notizia della morte della regina. Si dice che il Times di Londra abbia 11 giorni di copertura dell’evento pronti per essere mandati in stampa. Le televisioni hanno già messo sotto contratto i principali esperti di affari reali per assicurarsi di averli in esclusiva come commentatori. Tutte le radio britanniche, comprese le più piccole, hanno pronte playlist musicali intitolate “Triste” e “Molto triste” da mandare in onda non appena la notizia della morte sarà diffusa. Ma la principale responsabilità nel comunicare l’evento ricadrà sulla BBC, la radiotelevisione pubblica britannica e uno dei network più prestigiosi al mondo. Tutta la programmazione dei canali radio e delle televisioni sarà sospesa e sarà diffuso un notiziario a reti unificate anticipato da un messaggio registrato che annuncerà «This is BBC, from London», “Questa è la BBC, da Londra”. Il conduttore sarà vestito a lutto, abito nero e cravatta nera, se dovesse essere un uomo.
L’obiettivo dei pianificatori è essere pronti a ogni imprevisto. Se la regina dovesse morire all’estero, un jet BAe 146 dell’aeronautica militare è pronto a decollare da un aeroporto vicino Londra per andare a prendere il feretro ovunque si trovi. Ma la procedura più complessa sarà quella che bisognerà mettere in atto se la regina dovesse morire a Balmoral, il suo castello in Scozia dove trascorre circa tre mesi l’anno. In quel caso, prima di riportare il corpo a Londra bisognerà eseguire una serie di complicate cerimonie scozzesi. Il corpo dovrà essere trasportato nel palazzo della regina a Edimburgo, dove sarà vegliato dalla Royal Company of Archers, un’unità cerimoniale del corpo di guardia della regina. Da lì sarà trasportato alla cattedrale di St Giles, dove sarà effettuato un primo rito funebre. A quel punto il corpo sarà caricato sul treno reale che lo riporterà a Londra. Il convoglio procederà a velocità ridotta, per permettere ai cittadini di salutare la regina al passaggio in ogni stazione. Fiori saranno lanciati sulle rotaie al passaggio del treno e una locomotiva speciale seguirà il convoglio della regina per sgombrarle da tutti gli oggetti. «Sarà tutto molto complicato», ha detto a King un funzionario delle ferrovie britanniche.
Alla fine, indipendentemente dallo scenario iniziale, il corpo della regina sarà trasportato nella sala del trono di Buckingham Palace: «Ci saranno un altare, un drappo funebre, lo stendardo reale e quattro granatieri della Guardia, con i loro copricapi in pelo d’orso inclinati in avanti e i fucili puntati verso il pavimento», racconta King. A sovrintendere alle cerimonie funebri vere e proprie, che inizieranno da questo momento, sarà il 18° duca di Norfolk, Edward Fitzalan-Howard: «È dal 1672 che la famiglia Norfolk sovrintende i funerali reali», spiega King. Norfolk sarà coadiuvato da una task force del governo, formata da rappresentati della polizia, dei servizi di sicurezza, dei trasporti e delle forze armate. Il piano che sarà messo in pratica è in gran parte frutto del lavoro del tenente colonnello Anthony Mather, un ex funzionario di palazzo andato in pensione nel 2014. Nel 1965 Mather fu uno dei portatori che trasportarono la bara al funerale di Winston Churchill. La prima versione del piano per i funerali risale a quel periodo, prima di essere stata raffinata alla fine degli anni Novanta.
Gli organizzatori non devono considerare soltanto il funerale: la morte della regina, infatti, porta con sé due eventi separati, come ha spiegato a King uno dei consiglieri della cerimonia.«C’è la fine di un sovrano e l’ascesa del suo successore». Secondo il programma, Carlo farà il suo primo discorso la sera stessa della morte di sua madre. La mattina dopo la morte, le bandiere tenute a mezz’asta saranno alzate nuovamente e alle 11 di mattina Carlo sarà proclamato re in una cerimonia nel palazzo di St James a Londra. La cerimonia di incoronazione formale, molto più spettacolare, avverrà solo successivamente.
Quattro giorni dopo la morte, il corpo della regina sarà spostato a Westminster Hall, il palazzo del Parlamento, dove rimarrà esposto per altri quattro giorni. La processione da Buckingham Palace sarà la prima grande sfilata di tutta la cerimonia. Quella avvenuta nel 2002, per la morte della madre di Elisabetta, aveva 1.600 partecipanti ed era lunga quasi un chilometro. Secondo i calcoli, lungo il percorso potranno esserci fino a un milione di spettatori. All’interno del palazzo saranno cantati dei salmi mentre la bara verrà sistemata su un catafalco drappeggiato da un velo color porpora. Ci saranno quattro soldati di guardia e saranno esposti i gioielli della corona. La sala sarà aperta alle visite per 23 ore al giorno. Al tempo della morte di Giorgio VI, il padre di Elisabetta, Westminster Hall fu visitata da 305 mila persone e la coda per entrare era lunga quasi sette chilometri. Per l’esposizione della bara di Elisabetta è atteso mezzo milione di persone.
Il nono giorno dopo la morte della regina sarà un giorno di ferie per gran parte dei cittadini britannici. I negozi saranno chiusi oppure faranno un orario ridotto. La borsa resterà chiusa e ci sono piani per utilizzare gli stadi per tenere messe funebri di massa. «Alle 9 di mattina», racconta King, «il Big Ben inizierà a suonare. Il batacchio sarà coperto da una guaina di pelle che lo farà suonare in maniera smorzata». Fuori dal palazzo, le posizioni che saranno occupate dalle varie televisioni sono già state decise. «Ho un libro di istruzioni spesso cinque centimetri», ha raccontato a King un regista televisivo. La bara sarà trasportata con la più solenne delle cerimonie da Westminster Hall all’abbazia di Westminster, a poche centinaia di metri di distanza. All’interno saranno seduti duemila ospiti e le telecamere delle televisioni saranno nascoste dietro pannelli che simulano i muri della chiesa. La bara raggiungerà le porte dell’abbazia alle 11 di mattina e «l’intero paese cadrà in silenzio», racconta King: «I rumori si sopiranno, le stazioni dei treni cesseranno gli annunci. Gli autobus si fermeranno e gli autisti scenderanno dai loro mezzi ai lati della strada. Nel 1952, durante i funerali di Giorgio VI, i passeggeri di un volo aereo tra Londra e New York si alzarono in piedi e, a 18 mila piedi sopra il Canada, piegarono le loro teste in silenzio».
Dentro l’abbazia ci saranno molte preghiere; durante questo momento alle telecamere non sarà permesso inquadrare i volti della famiglia reale. Al termine della cerimonia, i portatori poggeranno la bara su un affusto di cannone che sarà trainato da una compagnia di 138 marinai, una tradizione che risale ai tempi del funerale della regina Vittoria, nel 1901. I marinai porteranno l’affusto per 37 chilometri, dal centro di Londra al castello di Windsor, dove riposano i corpi degli ultimi sovrani britannici. A quel punto: «Le porte del chiostro si chiuderanno e le telecamere cesseranno le loro trasmissioni. Dentro la cappella, il corpo sarà calato nella cripta e re Carlo gli lascerà cadere sopra una manciata di terra rossa presa da una ciotola d’argento».