8 grandi canzoni degli Smashing Pumpkins
Billy Corgan oggi compie 50 anni, e ora le sue canzoni vi serviranno per superare il trauma
Billy Corgan, il cantante degli Smashing Pumpkins, ha compiuto oggi 50 anni (sì, lo sappiamo: anche qui qualcuno si è sentito molto vecchio). È uno che ci ha dato grandi canzoni, atmosfere che non si erano sentite mai prima e che poi ha cercato di giocarsi tutto il nostro amore per lui facendo una strana televendita di mobili e wrestling: queste sono le 8 canzoni che aveva scelto Luca Sofri, peraltro direttore del Post, per il suo libro Playlist, e vale la pena ascoltarle tutte una volta di più.
Smashing Pumpkins (1988-2000 e poi 2006, Chicago, Illinois)
Erano di Chicago, dove di solito si faceva altra musica, e rimodernarono temi e suoni di quei generi che si erano chiamati dark, gotico, eccetera, rendendoli più psichedelici e avvicinabili. Il leader è piuttosto fulminato, si chiama Billy Corgan. Fecero sfracelli per qualche anno, litigarono tutto il tempo, e si sciolsero quando cominciò a buttare male. Nel 2006 tornarono insieme ma non rientrarono più nel giro grosso.
Spaceboy
(Siamese dream, 1993)
Al secondo disco già litigavano come una band navigata. Billy Corgan voleva fare tutto lui, e quasi ci riuscì. Il chitarrista e la bassista si erano lasciati. Il batterista era strafatto. Però il disco fu un successone, e questo aiuta sempre a tirare avanti. “Spaceboy” è il fratello di Corgan, che è nato con un handicap cromosomico. In chiusura una voce femminile imbarazzata racconta – a uno psicanalista, forse – di come i loro rapporti si concludano incompletamente, con “lui” che si masturba.
Luna
(Siamese dream, 1993)
Siamese dream finisce con una canzone dolce e romantica, che non si risparmia neanche una serie di “I’m in love with you”, benché lui la canti come se dovesse inciderne ancora altre venti, oggi, e bisogna sbrigarsi.
Tonight tonight
(Mellon Collie and the infinite sadness, 1995)
Ingresso trionfale che lascia il campo alla chitarra di James Iha e alla strofa, e poi di nuovo la sezione d’archi di trenta elementi e la batteria galoppante di Jimmy Chamberlin: “toniiiiiiight, tonight!”. Il video di nuvole notturne vinse un milione di premi.
Thirty-three
(Mellon Collie and the infinite sadness, 1995)
Qualcuno dice che fu scelta come singolo (l’ultimo da questo disco) perché non ci suonava il batterista Jimmy Chamberlin, che era stato nel frattempo mandato a casa dopo l’overdose con il tastierista Jonathan Melvoin a cui solo Chamberlin era sopravvissuto (rientrerà nella band due dischi dopo).
Ava Adore
(Adore, 1998)
“È te che adoro, sarai sempre la mia troia”. Buon modo per presentare il nuovo disco: dopo si parla anche dei suoi denti cariati, e di altri aspetti piuttosto torbidi di questa storia d’amore, in mezzo a un baccano di chitarre. Ma è una storia d’amore. E dove esplode “lovely girl you’re the beauty in my world” è fantastica.
Annie-Dog
(Adore, 1998)
Ogni tanto l’insistenza di Corgan sulle immagini marce, inquietanti, sgradevoli, diventa un po’ stucchevole, ma evidentemente c’era un pubblico orfano del lato oscuro del rock. “Annie-Dog” sembra un pezzo di Prince, c’è molto pianoforte, e parla di “questo tipo di donna che fa l’amore per avere potere”.
Behold! The nightmare
(Adore, 1998)
Il risultato migliore lo raggiungono quando mettono qualcosa di angelico intorno al repertorio cimiteriale e da incubo. Qui c’è una pausa centrale che pare i Beatles sputati.
Try, try, try
(Machina, 2000)
Passa per un racconto delle difficoltà della band, alla vigilia dello scioglimento. Il video era una roba di droga, aborto e prostituzione. Lo censurarono parecchio.