Lo sciopero della scuola di domani, venerdì 17 marzo
È stato indetto per protestare contro la riforma della scuola voluta dal governo Renzi: le cose da sapere
Domani, venerdì 17 marzo, ci sarà uno sciopero generale della scuola per protestare contro la riforma della scuola promossa dal governo Renzi (la legge 107 del 2015, la cosiddetta “Buona scuola”), di cui alcuni decreti delegati dovranno essere definiti dal governo Gentiloni a partire dal prossimo 20 marzo. Lo sciopero è stato promosso dai sindacati Usb, Cobas, Unicobas Scuola, Cub, Orsa, Anief e FederAt (non dalla CGIL): durerà tutta la giornata, riguarderà tutto il personale che lavora nel settore scolastico e potrebbe portare all’annullamento di alcune lezioni o alla chiusura di alcune scuole. Per la giornata di venerdì sono state organizzate diverse manifestazioni in tutta Italia, ma quella principale sarà a Roma dalle 9.30 di mattina davanti alla sede del ministero dell’Istruzione.
Sul sito del sindacato USB le ragioni dello sciopero sono spiegate così:
Il 4 dicembre il mondo della scuola ha contribuito in modo concreto e forte alla vittoria schiacciante del no: con un solo voto i lavoratori della scuola hanno bocciato sia la riforma costituzionale che la “buona scuola”. Il governo invece di raccogliere il segnale dei lavoratori, ha reagito con arroganza antidemocratica, licenziando le otto leggi delega che, nel loro insieme, completano il processo di distruzione della scuola della repubblica, annichilendo il diritto allo studio e smantellando definitivamente la qualità dell’Istruzione pubblica e statale, svilendo ancora una volta il ruolo e l’impegno dei lavoratori della scuola:
-riforma del sostegno
-riforma dei professionali
-riforma degli Esami di Stato
-riforma del reclutamento dei docenti
-riforma del ciclo 0-6 anni.A questo si aggiunge nuovamente un accordo sulla mobilità docenti 2017/18, che con la collaborazione dei sindacati gialli rimette in gioco il progetto di scuola del PD sconfitto il 4 dicembre; un accordo che ancora una volta creerà caos e ingiustizie nelle nostre scuole e nelle nostre vite.