“Big Little Lies – Piccole grandi bugie”, da oggi su Sky Atlantic
È la nuova serie scritta da uno dei migliori sceneggiatori per la tv, diretta da un apprezzato regista del cinema, e interpretata da Nicole Kidman e Reese Witherspoon
Big Little Lies – Piccole grandi bugie è una nuova serie tv che va in onda da questa sera su Sky Atlantic (mentre negli Stati Uniti va già in onda da qualche settimana su HBO, che l’ha prodotta). Big Little Lies – Piccole grandi bugie è ambientata a Monterey, in California, e parla di una serie di donne molto competitive che rimangono coinvolte in un omicidio. Le donne sono interpretate da attrici famose, e la storia è tratta da un omonimo romanzo di Liane Moriarty, che in Italia è stato tradotto in Piccole grandi bugie.
Big Little Lies – Piccole grandi bugie è una serie in sette episodi, tutti diretti da Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club e Wild. La serie è stata ideata da David E. Kelley (uno degli sceneggiatori più famosi della televisione americana, quello di Ally McBeal e molti altri legal drama) e nel cast ci sono molte attrici molto famose: Nicole Kidman e Reese Witherspoon, soprattutto; ma anche Laura Dern, Shailene Woodley (quella della saga di Divergent), Zoë Kravitz (figlia di Lenny Kravitz: ha recitato anche lei in Divergent e nei seguiti, in Mad Max: Fury Road e Animali fantastici e dove trovarli e potreste averla vista nel trailer di Crazy Night – Festa col morto). In Big Little Lies recitano anche Alexander Skarsgård e Adam Scott.
Piccole grandi bugie, il libro
Uscì nel 2014, quando Moriarty – che ora ha 50 anni – ne aveva già scritti altri che non erano andati particolarmente bene. Moriarty ha detto di essersi ispirata a un’intervista sentita alla radio, in cui una donna parlava del brutto modo in cui era stata tratta dai genitori. All’inizio pensò di far raccontare la storia in prima persona dai diversi protagonisti della storia, poi cambiò idea (ma restano brevi parti in cui alcuni personaggi parlano di loro in prima persona). Il librò – che a differenza della serie è ambientato in Australia, vicino a Sydney – andò molto bene, e ottenne diverse buone recensioni. Janet Maslin del New York Times scrisse che è un libro «apparentemente morbido che si butta improvvisamente in una feroce realtà». Nel frattempo Moriarty ha scritto un altro libro, Truly Madly Deeply: è uscito la scorsa estate, non c’è ancora in italiano, parla di una coppia sposata la cui vita apparentemente normale si scopre essere piena di vizi e segreti, e pare che Witherspoon e Kidman (che di Big Little Lies sono anche produttrici) si siano già interessate ai diritti per il cinema.
La serie Big Little Lies, un po’ più nel dettaglio
Questa sera andranno in onda su Sky i primi due episodi, “Schieramenti” e “Forte istinto materno”: si vedono soprattutto i tre personaggi principali – interpretati da Witherspoon, Kidman e Woodley – e c’è quasi subito l’omicidio che dà il via alla storia. Witherspoon interpreta Madeline Martha Mckenzie, ricca e abbastanza spietata; Kidman interpreta la sua amica Celeste Wright e Chapman una madre single, appena arrivata in città. Questi sono i titoli di testa:
Per avere i diritti di Big Little Lies, HBO ha dovuto fare un’asta in cui il principale concorrente è stato Netflix, e la serie è stata girata in circa cinque mesi: è tanto tempo, se si considera che la durata complessiva degli episodi è di circa sette ore. IMDb ha scritto che, in media, sono state girate quattro pagine di sceneggiatura al giorno: è più o meno il ritmo usato da un film per il cinema. Negli Stati Uniti Big Little Lies è stata spesso recensita molto bene: sono state apprezzate soprattutto le interpretazioni (quella di Witherspoon su tutte) e il fatto che la serie riesca ad alternare momenti divertenti, parti drammatiche e, su tutto, una gran voglia di capire cos’è successo e come va a finire.
Emily Nussbaum del New Yorker ha apprezzato il fatto che la serie si prenda anche dei rischi, per esempio nel modo in cui parla dell’abuso domestico; Sophie Gilbert ha scritto sull’Atlantic che la serie «rimescola i vecchi elementi di satira sociale, mistero su un omicidio sanguinario, e coinvolgente dramma, e il risultato è stranamente appagante». Tra chi ha parlato male della serie c’è Mike Hale, che sul New York Times ha scritto: «Il vero problema di Big Little Lies è che le sue storie di donne, anche se ben recitate e girate, sono solo il compendio di una serie di cliché sull’ansia dell’upper-middle-class». Tra chi ne ha parlato benissimo c’è Alessandro Giberti, che su IL l’ha definita la serie dell’anno, in un articolo uscito il 20 febbraio.