Andrea Ranocchia, martire
La storia di un promettente calciatore che poi è diventato uno dei più criticati, insultati e presi in giro, e ora sembra rinato in Inghilterra
Nei suoi sei anni da giocatore dell’Inter, Andrea Ranocchia è diventato per molti il simbolo di una squadra ridimensionata, per molti aspetti debole e che nelle ultime stagioni ha messo in fila una lunga serie di risultati mediocri. Ma appena sette anni fa Ranocchia era ritenuto da molti esperti e illustri osservatori, tra cui l’attuale allenatore della nazionale italiana, Gian Piero Ventura, come uno dei giovani difensori più promettenti d’Italia – se non il più promettente – e per certi aspetti superiore al suo compagno di reparto al Bari, Leonardo Bonucci, che ora invece è considerato uno dei migliori difensori al mondo. In un articolo pubblicato sull’Ultimo Uomo, Emanuele Atturo ha ripercorso gli anni di Ranocchia nel calcio italiano, dato che da un paio di mesi è andato a giocare in Inghilterra, con l’Hull City, e nelle poche partite giocate finora è sembrato un giocatore profondamente diverso: più sicuro dei propri mezzi rispetto ai suoi ultimi anni in Serie A, quando veniva accusato dai tifosi di avere scarse capacità e di essere una delle cause delle anonime – e a volte tragicomiche – prestazioni dell’Inter, spesso attirando a sé montagne di critiche e insulti solo per questioni caratteriali.
È il 25 settembre del 2016 e a San Siro si gioca Inter – Bologna, una di quelle partite in cui la squadra di de Boer domina senza concretezza. Dopo 20 tiri verso la porta di Da Costa, al 92esimo il risultato è ancora sull’uno a uno. La palla della vittoria cade sulla testa di Andrea Ranocchia, appena davanti al dischetto del rigore, ma il difensore tira tre metri a lato. Dopo l’errore Ranocchia si accoscia a terra per qualche secondo con le mani nei capelli. Su YouTube è ancora possibile trovare il video della reazione disperata di de Boer. Nonostante una partita solida – è stato il migliore dell’Inter per tackle e duelli aerei vinti – Ranocchia è riuscito a mettere la faccia anche su quella mancata vittoria.
Si tratta di uno dei tanti turning point negativi di Ranocchia, uno dei giocatori più criticati e vezzeggiati della storia recente del calcio italiano. L’ennesimo momento in cui la sua narrazione avrebbe potuto prendere una piega diversa. A fine partita in zona mista gli viene fatto notare che con un gol sarebbe diventato un “eroe”: «Dal più scarso del mondo a eroe… Sono cose che non mi toccano».