10 foto dal gran teatro del mondo
Scattate tra il 2010 e il 2016 dal fotografo Alex Majoli dell'agenzia Magnum in Congo, Egitto, Grecia e in molti altri paesi
(Alex Majoli, courtesy Howard Greenberg Gallery)
Fino all’1 aprile la galleria Howard Greenberg di New York ospiterà una mostra dedicata al lavoro del fotografo italiano Alex Majoli. La mostra raccoglie una serie di immagini realizzate tra il 2010 e il 2016 in Congo, Egitto, Grecia, Germania, India, Cina e Brasile, e si intitola Skēnē (la parola greca che indica lo spazio scenico): cerca di mostrare i confini tra la realtà e la teatralità in cui viene rappresentata la condizione umana, quanto sia grande l’influenza del fotografo sulla scena fotografata e quanto la sua presenza modifichi il comportamento dei soggetti ritratti. Il New Yorker scrive: «Majoli abbraccia l’artificio nelle sue produzioni alla ricerca dell’autenticità, invitando i suoi soggetti e il suo pubblico ad ammettere che “stanno interpretando un ruolo, senza che io glielo dica”». È un’idea che richiama quelle dello scrittore e drammaturgo italiano Luigi Pirandello sulle maschere, i ruoli e le convenzioni sociali che indossiamo ogni giorno.
Le fotografie in mostra raffigurano diverse storie – una madre e un padre con il figlio malato che arrivano, da rifugiati, sull’isola greca di Lesbo nel 2015; una protesta in Brasile; un funerale in Congo; il lavoro di un contadino in una risaia indiana – ma sono presentate una vicino all’altra, mescolate e senza didascalie. Secondo Majoli le didascalie infatti non servono quando l’immagine racconta qualcosa di universale e anche perché deve diventare quello che lo spettatore vuole vederci. Le fotografie sono in bianco e nero, con i soggetti illuminati da forti luci stroboscopiche che lasciano il resto nell’ombra, con un effetto molto teatrale.
In mostra ci sono anche immagini che mettono a confronto le emozioni reali e quelle inscenate: un attore che recita Amleto negli anni Settanta ricorda visivamente i volti che Majoli ha fotografato in Afghanistan, Brasile, Italia, Francia e Giappone.
Majoli è nato nel 1971 a Ravenna, ma vive e lavora New York. Ha studiato arte a Ravenna ed è entrato a fare parte dell’agenzia Grazia Neri, per cui ha lavorato nell’ex Jugoslavia raccontando le guerre in Kosovo e Albania. Nel 1994 ha realizzato un reportage sulla chiusura di un manicomio sull’isola di Leros, in Grecia, che ha poi pubblicato nel suo primo libro omonimo. L’anno dopo ha viaggiato per diversi mesi in Sud America per il progetto personale Requiem in Samba, mentre nel 1998 è uscito Hotel Marinum, sulle città portuali del mondo. Nel 2001 è entrato a far parte dell’importante agenzia Magnum e negli anni a seguire ha realizzato diversi reportage in zone di guerra, e raccontato per esempio la caduta del regime talebano in Afghanistan e l’invasione dell’Iraq.