La Cina contro i libri per bambini di autori stranieri
Il governo cinese ha deciso di ridurre la diffusione di libri illustrati, per limitare l’influenza delle idee occidentali nel paese
Il governo cinese ha ordinato una drastica riduzione della pubblicazione in Cina di libri illustrati per bambini prodotti da autori stranieri, ha scritto qualche giorno fa il South China Morning Post, un giornale pubblicato a Hong Kong in lingua inglese. Il provvedimento è parte di una più ampia campagna avviata dal governo cinese e finalizzata a limitare l’influenza delle idee occidentali in Cina. L’agenzia cinese che si occupa di stampa, radio, televisione, film e pubblicazioni non ha confermato ufficialmente il provvedimento, che sembra sia stato comunicato agli editori e ai rivenditori solo oralmente. Ma il South China Morning Post e altri giornali internazionali (tra cui il Financial Times) hanno citato proprie fonti anonime che hanno confermato l’entrata in vigore della nuova regola.
Stando a quanto riportato dai giornali sul provvedimento, il governo cinese ha imposto delle quote sul numero di libri stranieri illustrati per bambini che potranno essere pubblicati nel 2017, al fine di favorire gli autori cinesi. Si parla di numeri significativi: i titoli di libri illustrati per bambini venduti in Cina nel 2016 sono stati più di 40mila, rivolti a un pubblico che sta crescendo di anno in anno soprattutto per l’espansione della classe media. Taobao, il più grande sito di e-commerce cinese – di proprietà del presidente di Alibaba, Jack Ma – ha già annunciato che proibirà la vendita sulla sua piattaforma di tutte le pubblicazioni straniere che non riceveranno le necessarie autorizzazioni dal governo cinese.
In Cina ci sono più di 220 milioni di potenziali lettori che hanno meno di 14 anni e che hanno mostrato di preferire i libri illustrati stranieri a quelli cinesi. Nel sito cinese di shopping online JD.com, i tre libri illustrati più venduti sono titoli stranieri: Les P’tites puoles del francese Christian Jolibois, Barefoot Books World Atlas dei britannici Nick Crane e David Dean, e la serie di libri su Peppa Pig, che ha come protagonista una maialina antropomorfa diventata famosa per il cartone animato trasmesso in televisione in molti paesi del mondo. Anche su Amazon cinese quattro dei cinque titoli più venduti in questa categoria sono stranieri: ci sono tre britannici – le serie Pete the Cat di Eric Litwin, Josh’s Smiley Faces: A Story about Anger di Gina Ditta-Donahue, e I Don’t Know Why… I Guess I’m Shy di Barbara Cain – e un irlandese del nord – Guess How Much I Love You di Sam McBratney. Il South China Morning Post ha scritto che nonostante la domanda di libri illustrati per bambini sia cresciuta costantemente, l’offerta di prodotti cinesi è rimasta piuttosto limitata: è per questa ragione che negli ultimi anni sono aumentati i titoli pubblicati all’estero. In Cina il settore dei libri illustrati per bambini è destinato a crescere nel tempo, anche per il superamento della politica del figlio unico in vigore dal 1979 e decisa dal Partito Comunista Cinese alla fine del 2015. Non è ancora chiaro comunque se il provvedimento adottato dal governo avrà effettivamente efficacia, ha scritto il Financial Times, visto l’ampia offerta di titoli presenti in molti siti di e-commerce cinesi e la difficoltà di monitorarli tutti da parte del governo.
Da diverso tempo il Partito Comunista Cinese adotta dei provvedimenti per limitare la diffusione dei prodotti e delle idee occidentali in Cina. Un anno fa entrarono in vigore delle nuove regole che di fatto impedivano alle aziende straniere di pubblicare online i loro contenuti senza l’autorizzazione di un ente regolatore sotto il controllo del governo cinese. In passato il ministro dell’Istruzione cinese disse che le idee occidentali dovevano essere escluse dai libri di testo cinesi e lo scorso anno un gruppo di docenti invitò il governo a eliminare i corsi universitari sui sistemi economici occidentali in favore dell’insegnamento della dottrina marxista.