Ar iarraidh: Gaeilgeoirí
Se siete riusciti a tradurre questo titolo (significa "mancano i madrelingua irlandesi" in gaelico irlandese) il Parlamento Europeo ha un lavoro per voi
Secondo la Costituzione dell’Irlanda il gaelico irlandese – che è anche chiamato più semplicemente irlandese – è la lingua ufficiale del paese: dal 2007, dopo lunghe trattative, è anche una delle lingue ufficiali dell’Unione europea. Di recente Politico ha raccontato che il gaelico irlandese – una lingua che ha più di 1500 anni ed è imparentata con il gaelico scozzese e quello dell’isola di Man – sta creando qualche problema proprio alle istituzioni europee, perché dato che «pochi lo capiscono e ancora meno lo sanno parlare bene», è difficile trovare traduttori di gaelico.
Maïa de La Baume, che segue le questioni del Parlamento europeo per Politico, ha scritto in un articolo tradotto anche in gaelico irlandese (il titolo di questo articolo è ricavato dal loro) che questa lingua è parlata quotidianamente da circa centomila persone, ma che nonostante gli sforzi e i soldi spesi del Parlamento è difficile garantire traduzioni all’altezza per tutti i documenti e gli interventi, come invece viene garantito per le altre lingue ufficiali. Il problema è che i traduttori di gaelico scarseggiano, nonostante in Irlanda il suo studio sia obbligatorio per ogni studente fino ai 18 anni. Un dipendente del Parlamento europeo che si occupa di interpreti e traduzioni ha spiegato a Politico che in Irlanda «non hanno abbastanza persone preparate a sufficienza per superare i nostri test», quelli necessari per lavorare come interpreti e traduttori per il Parlamento europeo: di conseguenza le traduzioni vengono commissionate a persone assunte con contratti temporanei, oppure non vengono garantite.
Quest’anno il Parlamento europeo ha pubblicato annunci per 26 diverse posizioni di lavoro per persone che parlano gaelico, ha assunto 14 dipendenti che parlano il gaelico e spenderà circa 3,7 milioni di euro per coprire i costi di traduzione e interpretariato del gaelico. Dal 2007 – l’anno in cui divenne una delle lingue ufficiale dell’Unione Europea – il gaelico è stata una lingua ufficiale «con deroghe temporanee»: vuol dire che non tutto, non sempre, è stato tradotto. Dal gennaio 2017 queste deroghe sono state prorogate di altri cinque anni, ma entro la fine di questa nuova deroga (quindi entro il 2022) l’obiettivo è mettere il gaelico allo stesso livello delle altre lingue dell’Unione Europea. In tutto questo, i parlamentari europei irlandesi sono al momento 11 su 751 (e solo tre di loro fanno parte del partito Sinn Féin, che vuole rendere il gaelico la lingua corrente in Irlanda).
I problemi dovuti all’assunzione di gente che sappia il gaelico e si intenda di traduzioni professionali ci sono quindi già da qualche anno, ma la questione si è resa più pressante dopo Brexit: alcune fonti interne al Parlamento europeo hanno spiegato a Politico che l’Irlanda rischia di subire più di ogni altro paese europeo il contraccolpo di Brexit: principalmente per ragioni economiche, perché il Regno Unito è il secondo paese per le esportazioni irlandesi e il primo per le importazioni. De La Baume ha scritto che, proprio in previsione di questo, alle istituzioni europee vogliono evitare di marginalizzare ulteriormente l’Irlanda, e quindi anche i suoi abitanti che parlano gaelico.
De La Baume ha scritto che, secondo quanto detto dal Parlamento europeo, al momento ci sono 23 posizioni libere per chi dovesse essere un traduttore e sapere bene il gaelico. Al momento il Parlamento ha anche 14 interpreti freelance che conoscono, tra le altre lingue, anche il gaelico. In breve: da quelle parti c’è effettivamente qualcuno che ne capisce qualcosa, e qualcuno che si può davvero considerare traduttore e interprete di gaelico, ma sono comunque troppo pochi. Per ora le traduzioni simultanee in gaelico vengono garantite solo durante le sedute plenarie del Parlamento e solo dall’inglese.
Nel frattempo anche il governo irlandese sta provando a fare qualcosa: recentemente ha investito più di 13 milioni di euro per aumentare il numero di persone che abbiano le competenze di traduzione richieste dall’Unione Europea, e che si stima che entro il 2024 potrebbero essere formati circa 6-700 studenti appositamente preparati per questo tipo di lavoro.