Echo può essere utile in un caso di omicidio?
L'assistente vocale di Amazon potrebbe essere decisivo per risolvere un'indagine in Arkansas: c'è però qualche problema di privacy
di Amy B Wang - Washington Post
La settimana scorsa si è parlato molto del ruolo di Amazon nell’indagine su un omicidio avvenuto in Arkansas nel 2015, e che aveva posto alcuni problemi sulla privacy garantita dai dispositivi domestici “costantemente attivati”, come per esempio Echo, l’assistente vocale di Amazon. L’indagine ha fatto un passo avanti dopo che Amazon ha accettato di consegnare come possibile prova le registrazioni dell’Echo di proprietà dell’imputato.
Stando ai registri del tribunale, a dicembre Amazon si era rifiutata di ubbidire a un mandato di polizia in cui venivano richiesti i dati di Echo, cercando poi di opporsi a un mandato di perquisizione a febbraio. Amazon non ha voluto commentare il caso in questione, ma a dicembre una portavoce della società aveva detto al Washington Post che Amazon si opponeva «d’abitudine a richieste troppo generiche o inappropriate».
La situazione è cambiata venerdì scorso, quando l’imputato James Andrew Bates ha accettato di permettere ad Amazon di consegnare ai procuratori i dati registrati sul suo Echo. I registri del tribunale riportano che il giorno stesso Amazon ha consegnato le registrazioni. «Dal momento che è totalmente innocente, il signor Bates ha accettato di consegnare all’accusa ogni registrazione contenuta nel suo Echo», hanno scritto gli avvocati Kathleen Zellner e Douglas Johnson in comunicato inviato al Washington Post.
Il dispositivo è stato prelevato dalla casa di Bates a Bentonville, in Arkansas, dove una domenica mattina nel novembre 2015 la polizia scoprì, nel giardino sul retro dell’abitazione, il cadavere di un uomo chiamato Victor Collins. Stando ai registri della polizia, il corpo di Collins galleggiava a faccia in su all’interno di una vasca idromassaggio, con l’occhio sinistro e le labbra gonfi e di un colore scuro. Bates – che aveva chiamato il 911, il numero per le emergenze negli Stati Uniti – raccontò alla polizia che la sera prima era rimasto sveglio per guardare una partita di football e bere insieme ad alcuni colleghi, due dei quali erano poi rimasti a dormire a casa sua. Disse di essere andato a dormire e di aver notato il cadavere di Collins nella vasca poco dopo essersi svegliato.
Nel corso di ulteriori indagini la polizia iniziò tuttavia a sospettare che si trattasse di omicidio: sulla scena c’erano pomelli e bottiglie rotti che, insieme alle macchie di sangue intorno alla vasca, facevano pensare a una colluttazione. Qualche giorno dopo il medico legale dello stato dell’Arkansas stabilì che si era trattato di omicidio. La polizia ottenne un mandato di perquisizione della casa di Bates e all’interno gli investigatori trovarono diversi dispositivi intelligenti per la casa, tra cui un termostato Nest, un sistema d’allarme Honeywell, un sistema di monitoraggio del tempo atmosferico wireless e un Echo. Gli agenti sequestrarono l’Echo presentando poi un mandato ad Amazon, in cui si sosteneva che c’erano «ragioni per credere che Amazon fosse in possesso di dati relativi a un’indagine su un omicidio condotta dal dipartimento di polizia di Bentonville».
Il mandato complicò quella che fino a quel momento sembrava essere una tradizionale indagine su un omicidio, come riportò per primo Information, un sito che si occupa di tecnologia. Nonostante la polizia sia abituata da tempo a sequestrare computer, cellulari e altri dispositivi elettronici per indagare sui reati, il caso di Bates ha sollevato una nuova domanda sulla privacy legata a dispositivi come Echo e Google Home, centri di comando ad attivazione vocale che sono costantemente “in ascolto”: quando si ha a che fare con un dispositivo sempre acceso in casa le ragionevoli aspettative riguardo alla propria privacy cambiano?
Echo è dotato di sette microfoni e risponde a una “parola di attivazione”, che solitamente è “Alexa”. Secondo il sito di Amazon, dopo che Echo rileva la parola di attivazione, invia la traccia audio al cloud, includendo la registrazione della frazione di secondo precedente. Nell’app di Amazon Alexa vengono archiviate una registrazione e una trascrizione dell’audio, che poi vanno cancellate manualmente. Per esempio, dopo aver chiesto a Echo «Alexa, che tempo fa?», è possibile entrare nell’app e scoprire esattamente l’ora precisa in cui è stata fatta la domanda. La polizia non aveva specificato quali dati si aspettava di trovare sull’Echo di Bates, e non è nemmeno chiaro quali elementi pertinenti al caso furono ipoteticamente archiviati dal dispositivo, che inizia a registrare solo quando viene pronunciata la parola di attivazione; e anche nel caso fosse stato registrato qualcosa, sembra improbabile che l’audio possa essere usato come prova definitiva in un processo su un presunto omicidio.
Mercoledì il portavoce della polizia di Bentonville ha riferito tutti i dubbi sul caso all’avvocato dell’accusa della contea di Benton, Nathan Smith, che non ha risposto a una richiesta di commenti del Washington Post. In un comunicato diffuso questa settimana Smith ha detto di essere «contento» del fatto che Bates abbia acconsentito a consegnare i dati di Echo. «Come per ogni caso abbiamo l’obbligo di indagare su tutte le prove disponibili, che si dimostrino utili oppure no», ha detto Smith in un comunicato. «Dal momento che il caso è ancora in corso, non posso fare commenti sui dettagli delle registrazioni o sulla possibilità che vengano usate in tribunale», ha aggiunto poi Smith.
Il mandato di perquisizione originale fa capire che la polizia potrebbe non aver capito pienamente come funzionava Echo. Nel mandato di perquisizione si legge: «Il dispositivo Amazon Echo è in constante ascolto, in attesa del comando di attivazione “Alexa” o “Amazon”, e registra ogni comando, domanda o espressione verbale pronunciati dopo quella parola, ma potrebbe essere sempre in ascolto anche senza che venga pronunciato il “comando di attivazione”. I dati vengono poi caricati sui server di Amazon.com in una sede separata. Si ritiene che questi dati siano trattenuti da Amazon.com e che siano prove pertinenti al caso oggetto di indagine». Secondo un portavoce di Amazon, l’affermazione secondo cui Echo potrebbe registrare anche senza che venga pronunciata la parola di attivazione è falsa. Il dispositivo è sempre in ascolto ma non registra in continuazione, né invia o immagazzina dati nel cloud senza che venga rilevata la parola di attivazione.
Ad aprile Bates, che è accusato di omicidio di primo grado, si era dichiarato innocente, uscendo dal carcere su cauzione. A dicembre il suo avvocato, Kimberly Weber, aveva raccontato a Information di essersi allarmata per la richiesta fatta ad Amazon dalla polizia, che considerava come un’invasione della privacy del suo cliente. «Ci si aspetta di avere della privacy nella propria casa e per me il fatto che le forze dell’ordine possano usare le tecnologie che migliorano la qualità della nostra vita contro di noi è un grosso problema», aveva detto Weber.
Nonostante il rifiuto di consegnare i dati dell’Echo di Bates da parte di Amazon gli investigatori hanno trovato un aiuto da una fonte molto più vicina: il dipartimento di Bentonville che si occupa delle utenze. Stando ai registri della polizia un responsabile delle utenze della città ha raccontato agli investigatori che la notte della morte di Collins, tra l’una e le tre, nella casa di Bates erano stati usati circa 530 litri d’acqua, una quantità superiore rispetto a ogni altro periodo registrato nell’abitazione dall’ottobre 2013. «Per fare un confronto, mentre erano tutti insieme, quella sera i quattro gli uomini non hanno mai usato più di 37 litri d’acqua circa all’ora», si legge in un rapporto della polizia. «La quantità usata tra l’una e le tre di notte combacia con la possibilità che sul cortile sia stata spruzzata dell’acqua, cosa che potrebbe aver creato le chiazze di cemento bagnato rilevate la mattina del 22 novembre». Come ha fatto la polizia a sapere tutto ciò? Ogni abitazione di Bentonville è dotata di un contatore che misura e registra la quantità esatta di elettricità e acqua consumata ogni ora.
Le questioni legate alla privacy intorno ai dispositivi personali sono state diverse volte al centro dell’attenzione, nel caso più recente dopo che questa settimana WikiLeaks ha rivelato l’esistenza di diversi strumenti a disposizione della CIA per spiare le persone violando i loro iPhone, i computer con Windows come sistema operativo, i software antivirus e i televisori Samsung con connessione a internet. Nello specifico Wikileaks ha descritto un programma, chiamato “Weeping Angel”, in grado di violare le Smart TV Samsung e registrare le conversazioni nella stanza del televisore.
Il rifiuto di Amazon di collaborare al caso di omicidio in Arkansas ha ricordato quello in cui l’FBI aveva chiesto l’aiuto di Apple per accedere a un iPhone di un terrorista che lo scorso dicembre aveva sparato colpi di arma da fuoco durante una festa di lavoro a San Bernardino, in California, uccidendo 14 persone. Apple si era rifiutata di aiutare l’FBI, che alla fine si era rivolta ad hacker professionisti per accedere ai dati del telefono. Come ha scritto Hayley Tsukayama sul Washington Post a maggio:
Il dibattito scaturito dal caso ha messo l’una contro l’altra la Silicon Valley e Washington, con l’industria tecnologica, già diffidente dei programmi di sorveglianza del governo, che è accorsa a sostenere Apple.
Amazon si è unita a Microsoft, Google e una decina di altre società tecnologiche, presentando un documento legale che sosteneva la posizione presa da Apple a marzo. «L’ordine del governo ad Apple oltrepassa i limiti delle leggi esistenti e, se applicato in modo più ampio, danneggerà la sicurezza degli americani nel lungo periodo», si legge nel documento.
In occasione di quell’acceso dibattito pubblico, Jeff Bezos – CEO di Amazon, oltre che proprietario del Washington Post – aveva detto che Amazon era tra le molte società che sostenevano Apple e che stava lavorando a una tecnologia che avrebbe reso difficile ai funzionari del governo accedere alle informazioni personali sui dispositivi della società, anche nel caso in cui le autorità dovessero avere un mandato.
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