Una terribile storia di violenza contro una donna transgender, in Brasile
Dandara dos Santos, 42 anni, è stata picchiata e uccisa in pieno giorno a Fortaleza: c'è un video girato col cellulare
Nelle ultime tre settimane la stampa brasiliana si è occupata quotidianamente di un fatto di cronaca molto violento successo in pieno giorno a Fortaleza, una città di 2 milioni e mezzo di abitanti nello stato costiero brasiliano del Ceará. Il 15 febbraio alcuni uomini hanno picchiato, torturato e ucciso una donna transgender di nome Dandara dos Santos, 42 anni, senza un motivo apparente. La storia dell’uccisione di dos Santos è stata ripresa anche da diversi giornali internazionali per due ragioni: perché è stata vista come un’ulteriore prova delle discriminazioni subite dalle persone transgender in Brasile, e perché parte delle violenze è stata ripresa da un video girato con un cellulare e caricato su YouTube giorni dopo l’omicidio.
Il video, che è circolato molto sui social network brasiliani, dura 1 minuto e 20 secondi: mostra dos Santos a terra, con la maglietta quasi completamente strappata, mentre viene picchiata con dei calci in faccia e colpita con dei bastoni sulla testa e sulla schiena. Gli aggressori inizialmente sono tre, ma alla fine del video, quando dos Santos viene sollevata e messa forzatamente su una carriola, si aggiungono altri due uomini. Il video non mostra il momento dell’omicidio. La polizia ha detto che dos Santos è stata portata in una strada vicina al posto dove è stata picchiata: le hanno sparato due colpi in faccia, uccidendola, e poi l’hanno colpita ripetutamente di nuovo con un bastone. Un testimone che ha assistito a una parte dell’aggressione e che ha voluto rimanere anonimo ha detto al quotidiano brasiliano O Globo che quello che è successo è stato un linciaggio, e ha aggiunto di avere chiamato due volte la polizia per chiedere di intervenire. Il video, che è molto violento, si può vedere qui.
Nelle ultime settimane diversi politici e istituzioni brasiliani, tra cui il governo dello stato di Ceará, hanno condannato duramente quello che era successo. Tra lunedì e martedì la polizia ha arrestato tre adolescenti e due uomini, tutti coinvolti nell’aggressione e nell’uccisione di dos Santos e identificati anche grazie al video pubblicato su YouTube. Gli arresti sono stati eseguiti nel quartiere Bom Jardim di Fortaleza, lo stesso dove è stata aggredita e uccisa dos Santos, e nel comune di Trairi, poco più a nord. Uno degli uomini arrestati, già conosciuto dalle autorità e sospettato di trafficare droga, è accusato di essere colui che ha girato il video con il cellulare. La polizia ha detto che anche qualche altro aggressore era già stato coinvolto in passato in crimini di vario tipo.
Secondo il sito brasiliano Rede Trans, che si occupa di monitorare gli attacchi alle persone transgender, negli ultimi anni è aumentato il numero delle persone transgender uccise nel paese: nel 2008 furono 57, nel 2016 sono state 144. Sayonara Nogueira, donna transgender e coordinatrice di Rede Trans, ha detto al sito di news UOL che l’unico motivo per cui si sta parlando dell’uccisione di dos Santos è la diffusione del video: «Se non ci fosse stata, sarebbe stato solo un altro crimine ignorato». Maria da Silvia, una donna transgender, avvocato e attivista, sostiene che la società brasiliana marginalizzi ancora molto le persone transgender. Secondo i dati raccolti e analizzati dalla ONG Transgender Europe, tra il 2011 e il 2015 il Brasile è stato di gran lunga il paese nel mondo in cui sono state uccise più persone transgender (546), seguito dal Messico (190). Nell’ultimo anno la situazione non è migliorata, ed è stata confermata anche i dati riferiti al 2016. Da Silva, nonostante abbia apprezzato i comunicati e le dichiarazioni di condanna di molte istituzioni, ha detto che gli episodi di violenza sono anche alimentati da alcuni politici molto popolari che hanno posizioni durissime sui gay e le persone transgender. Uno di questi è Jair Boslonaro, un parlamentare di estrema destra che ha espresso diverse volte posizioni anti-gay e anti-immigrazione e ha difeso la tortura applicata ai trafficanti di droga. In un’occasione ha anche detto a una collega parlamentare che non era degna di essere violentata da lui. Bolsonaro sta considerando di candidarsi per le elezioni presidenziali che si terranno in Brasile il prossimo anno.