Abbatteranno le Vele di Scampia

Tre delle quattro che sono ancora in piedi verranno distrutte entro l'inizio del prossimo anno, la quarta sarà trasformata per ospitare uffici

(Fabio Sasso/Pacific Press via ZUMA Wire)
(Fabio Sasso/Pacific Press via ZUMA Wire)

Tre delle Vele di Scampia, il nome con cui sono conosciuti quattro grandi edifici nella periferia nord di Napoli, famosi perché considerati a lungo simbolo del degrado di alcune zone della città, saranno abbattute entro l’inizio del 2018. Si parla da anni di abbattere le Vele di Scampia, dove gli appartamenti sono vecchi e decadenti o abitati abusivamente, e dove la camorra svolge parte delle sue attività criminali: originariamente gli edifici erano sette, e tre furono demoliti alla fine degli anni Novanta. Ora è stato approvato un progetto per distruggerne altri tre, mentre il quarto sarà riqualificato e utilizzato per uffici, tra cui quelli dell’Università e dell’amministrazione locale. Il costo complessivo della demolizione sarà di 4,3 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 15 milioni per la riqualificazione della Vela che sarà mantenuta, e che è la più grande. L’operazione sarà finanziata in parte dal governo e in parte dal Comune di Napoli. Repubblica ha spiegato i dettagli dell’operazione, raccontando anche di quando nel 1997 la demolizione di una delle Vele non riuscì – l’edificio rimase in piedi – perché i tecnici non avevano potuto esaminare completamente l’edificio, per via dell’opposizione di chi ci viveva. Il nuovo progetto di demolizione non prevede l’utilizzo del solo esplosivo, che non basterebbe: saranno prima tagliati con un disco diamantato i pilastri portanti, e poi le parti più basse degli edifici saranno demolite con gli scavatori.

È una fotografia ferma al 2003 quella che potrebbe finire fra i ricordi di Napoli se, come è ormai stato annunciato, in estate inizierà l’abbattimento delle Vele. Un’opera da 228mila metri cubi di materiale oltre 4 milioni di spesa. Sorte fra il ‘67 e il ‘75, le Vele originarie erano sette. Tre furono mese nel mirino e abbattute a partire dalla fine anni ‘90, anche se la prima rimase in piedi, nel dicembre ‘97, al primo tentativo. L’ultima di queste tre venne abbattuta nel 2003. Da allora Napoli ha convissuto con le altre quattro, oggetto del piano attuale.
Messo a punto dagli uffici dell’assessore all’urbanistica Carmine Piscopo, il piano prevede di abbatterne tre, mentre la quarta sarà riqualificata, sia a fini abitativi che per ospitarvi futuri uffici, dall’Università alla Città metropolitana. La prima Vela a essere interessata dall’operazione di demolizione sarà quella contrassegnata con la lettera A, nota anche come Vela Verde. Il sindaco Luigi de Magistris ne ha annunciato più volte l’abbattimento per inizio estate, per cominciare «a distruggere finalmente quell’immagine negativa di una parte della città». Le altre due verranno demolite in autunno e all’inizio del 2018, tenendo presente che le operazioni in ogni singolo cantiere dovrebbero richiedere 60-70 giorni.
Le parti basse degli edifici, fino a 15 metri di altezza, verranno demolite con mezzi meccanici ordinari o anche dotati di bracci. Quelle più alte saranno invece minate, con la tecnica che prevede l’implosione su se stesse delle strutture e non la loro polverizzazione. La prima Vela da abbattere è anche la più piccola: sviluppa 69 metri di lunghezza, 26 di larghezza e 15 piani, più scantinati, per 49.450 metri cubi di volume. Il costo stimato per la demolizione è di quasi 776mila euro. Le altre due Vele da affrontare, la Rossa e la Gialla, sviluppano circa 100 metri di lunghezza e quasi 100mila metri cubi di volume. Costi stimati di abbattimento fra 1,6 e 1,8 milioni. La somma delle tre operazioni porterà ad abbattere circa 228mila metri cubi di materiali per una spesa totale di 4,3 milioni, ma alcune parti, ad esempio gli acciai, saranno anche messe da parte e conservate.

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