Non sono giorni tranquilli dalle parti della Corea del Nord
I nordcoreani hanno lanciato quattro missili balistici, gli Stati Uniti hanno reagito con un sistema antimissilistico, la Cina si è arrabbiata
Negli ultimi giorni la situazione dei rapporti tra Corea del Nord e Stati Uniti è diventata così tesa che anche il governo cinese – tradizionale alleato dei nordcoreani, ma con prudenze e riserve – ha deciso di intervenire e proporre una soluzione. Tutto è cominciato tre giorni fa, quando la Corea del Nord aveva lanciato quattro missili balistici, tre dei quali erano finiti nelle acque territoriali del Giappone (i missili balistici sono quelli che hanno una traiettoria balistica e che possono trasportare anche testate nucleari). Gli Stati Uniti avevano risposto dispiegando un nuovo sistema missilistico in Corea del Sud, paese loro alleato e allo stesso tempo nemico del governo nordcoreano, facendo molto arrabbiare la Cina. Mercoledì il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha presentato in conferenza stampa un piano che ha l’obiettivo di riportare la situazione sotto controllo, per evitare che Stati Uniti e Corea del Nord arrivino a uno scontro frontale, comunque piuttosto improbabile per ora: la proposta cinese prevede la sospensione delle attività nucleari nordcoreane e allo stesso tempo la sospensione delle esercitazioni militari su larga scala di Stati Uniti e Corea del Sud.
Negli ultimi anni si è parlato parecchio di test nucleari e missilistici condotti in Corea del Nord, con poco accordo tra analisti ed esperti. La chiusura totale del regime rende praticamente impossibile ottenere informazioni certe sul programma nucleare della Corea del Nord, che rispondano a domande come: i nordcoreani sono in grado di lanciare un’arma nucleare in uno dei paesi asiatici loro vicini? Potrebbero colpire gli Stati Uniti, dando seguito alle moltissime minacce diffuse dal regime? In tutto questo non è sempre facile decifrare il comportamento del governo cinese, che il più delle volte tende ad agire da mediatore alle bizze nordcoreane, anche se negli ultimi anni il suo appoggio al regime di Pyongyang si è raffreddato più di una volta. L’intervento di oggi del ministro degli Esteri cinesi si spiega soprattutto come reazione all’annuncio del dispiegamento in Corea del Sud del sistema di difesa antimissilistico THAAD (Terminal High Altitude Area Defense system), che probabilmente diventerà operativo nel giro di un paio di mesi. Il dispiegamento del THAAD era già stato richiesto ai sudcoreani dal segretario della Difesa statunitense Jim Mattis lo scorso febbraio, ma è stato accelerato dopo il lancio dei quattro missili balistici tre giorni fa.
L’intervento della Cina nel litigio tra Stati Uniti e Corea del Nord si spiega con la netta opposizione del governo cinese al dispiegamento del sistema THAAD, che ha definito come un’aperta e pericolosa mossa fatta dagli Stati Uniti nell’ambito di una grande strategia che prevede di istituire difese simili in tutta l’Asia e che ha l’obiettivo di garantire agli americani una superiorità strategica che potrebbe danneggiare notevolmente la Cina. In pratica la Cina crede che il THAAD sia uno strumento per limitare il suo potere. Non è una questione da poco, anche perché è la prima grande prova di questo tipo a cui è sottoposta l’amministrazione di Donald Trump in Asia.
Il New York Times ha scritto: «Con l’inizio dell’installazione del sistema antimissilistico, la delicata cooperazione internazionale contro la Corea del Nord si sta frantumando: Pechino sta esprimendo più preoccupazioni sulle intenzioni americane nella regione che sui pericoli dell’aumento dei test nucleari e missilistici della Corea del Nord». Il governo nordcoreano potrebbe diventare il principale beneficiario di un allontanamento di Cina e Russia dalle posizioni americane sulla Corea del Nord (tanto più per il momento particolarmente delicato delle relazioni tra americani e russi in molte altre aree del mondo, tra cui il ruolo della Russia in Medio Oriente e le tensioni in Europa orientale), anche se uno stravolgimento delle politiche cinesi sembra oggi improbabile. Secondo il New York Times, il governo della Cina «deve pesare la sua opposizione al programma nucleare nordcoreano con la sua convinzione che un collasso dei nordcoreani sarebbe molto peggio», perché potrebbe creare una situazione di enorme instabilità in Asia, poi difficilmente gestibile.