La storia dei presunti rapporti tra Andrea Agnelli e la ‘ndrangheta
Ansa ha pubblicato i dettagli su un'audizione secretata alla Commissione Parlamentare Antimafia sulla storia dei biglietti dello Juventus Stadium, poi smentiti dai diretti interessati
Martedì 7 marzo si è parlato nuovamente dell’indagine della procura di Torino sulla gestione dei biglietti allo Juventus Stadium, una storia venuta fuori per la prima volta poco più di un mese fa. Al momento non ci sono accuse contro i dirigenti della Juventus e nessuno di loro è indagato, e l’indagine fa parte di un’inchiesta più ampia condotta dalla procura di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Ieri i giornali hanno però aggiunto un dettaglio importante sull’indagine: un presunto contatto tra il presidente della Juventus Andrea Agnelli e alcuni rappresentanti della ‘ndrangheta a Torino, relativi alla spartizione dei biglietti per le partite della Juventus, che poi sarebbero stati rivenduti attraverso la pratica del bagarinaggio dai criminali della ‘ndrangheta. Il dettaglio relativo all’incontro di Agnelli con i rappresentanti della ‘ndrangheta, riportato per primo da Ansa, è stato attribuito al procuratore della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) all’Antimafia, Giuseppe Pecoraro, che però martedì sera lo ha smentito categoricamente. Nonostante ciò, stamattina la notizia compare su diverse prime pagine.
Martedì pomeriggio l’Ansa ha pubblicato quelle che ha presentato come dichiarazioni di Pecoraro, che ieri aveva parlato davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, in un’audizione che sarebbe dovuta rimanere secretata. Secondo Ansa, però, Pecoraro ha detto: «si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti». Sempre Ansa ha poi identificato quattro persone nella dirigenza della Juventus tra quelle che avrebbero avuto presunti contatti con Dominello: tra queste ci sarebbe Agnelli. Dice sempre Ansa che Giuseppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, «ha avuto rapporto seppure occasionali col mondo degli ultras ma non è stato coinvolto dalla conclusione indagini». Nell’articolo di Ansa, si dice poi che Pecoraro ha spiegato di dover ancora leggere la memoria difensiva preparata dalla Juventus, e ha precisato: «io ho parlato di contatti, ma non di rapporti».
Martedì sera, sul sito della FIGC, è comparso un comunicato di Pecoraro che smentisce l’articolo di Ansa, e nel quale spiega di aver chiesto che l’audizione davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia fossero secretata perché «ci sono ancora valutazioni in corso»:
Smentisco quanto mi è stato attribuito da alcune agenzie di stampa riguardo l’inchiesta in corso sui rapporti tra la Juventus e presunti esponenti delle criminalità organizzata. Allo stato, dopo aver ricevuto gli atti dalla Procura della Repubblica di Torino ed aver svolto le nostre indagini, stiamo valutando le memorie difensive della Juventus che ci sono state consegnate ieri sera. Solo dopo un’attenta valutazione delle stesse prenderemo le nostre determinazioni. Tra l’altro, ho chiesto che l’audizione odierna fosse secretata, proprio perché ci sono ancora valutazioni in corso. Mi sembra dunque irresponsabile attribuirmi dichiarazioni su fatti secretati.
Agnelli martedì sera ha smentito su Twitter di avere mai avuto rapporti con Dominello o con altri presunti rappresentanti della ‘ndrangheta:
Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho MAI incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è FALSO. #finoallafine…
— Andrea Agnelli (@andagn) March 7, 2017