Frammenti e indizi di New York
Nelle fotografie di Michele De Punzio, che ha scoperto una città familiare e allo stesso tempo sconosciuta
New York è probabilmente la città più raccontata e idealizzata del mondo, e ognuno di noi, anche chi non c’è mai stato, ne ha in testa un’immagine personale, fatta assemblando scene di film e serie tv, fotografie e testi di canzoni. Il fotografo italiano Michele De Punzio l’ha visitata per la prima volta nel 2013, credendo di trovare una città identica all’idea che se ne era fatto negli anni: «Non fu così. New York mi aveva travolto, disorientato, turbato. La città mi era tanto familiare quanto sconosciuta».
De Punzio ci è tornato nel 2015 per realizzare quello che definisce il suo City of Glass, in riferimento a Città di Vetro (1985) di Paul Auster. È una trilogia in cui il primo racconto parla dello scrittore Daniel Quinn, che viene scambiato per un detective e che decide di accettare comunque il caso su cui gli si chiede di investigare: «Mi sentivo un po’ come Quinn in un certo senso, soltanto che invece di essere uno scrittore a cui viene affidato un caso da detective, io sono un fotografo alla ricerca di risposte da una città piena di misteri», spiega De Punzio.
Nelle fotografie ci sono persone incontrate per strada, particolari di edifici o effetti di luce e fumo tra i marciapiedi, che raccontano il modo in cui il fotografo ha scoperto la città. Irene Alison, giornalista che si occupa di fotografia, ha scritto nella presentazione del progetto: «È una storia di amore e di mistero. La ricerca di qualcosa che è stato perso, o che non ci apparteneva completamente: la nostra identità e la capacità di vedere». De Punzio vive e lavora a Roma, dove ha studiato cinema all’università La Sapienza. Altri suoi lavori si possono vedere sul suo sito.