L’ISIS ha attaccato il più grande ospedale militare di Kabul
Alcuni miliziani armati di Kalashnikov e bombe a mano hanno sparato su medici e pazienti, almeno 30 persone sono rimaste uccise
Alcuni miliziani dello Stato Islamico hanno attaccato il più grande ospedale militare di Kabul, la capitale dell’Afghanistan. Nell’attacco, che è iniziato alle 9 ora locale ed è durato sette ore, sono state uccise almeno 30 persone, hanno detto le autorità afghane. Gli assalitori sono entrati nel complesso dell’ospedale dopo che uno di loro si è fatto esplodere all’entrata sud; altri miliziani armati di Kalashnikov e bombe a mano hanno occupato il secondo e il terzo piano dell’ospedale e hanno cominciato a sparare contro medici e pazienti. Secondo alcune testimonianze, indossavano dei camici bianchi, come quelli dei medici.
L’ospedale militare di Kabul si trova vicino al quartiere che ospita diverse ambasciate, tra cui quella americana. Il portavoce del ministro degli Interni ha detto che stando alle informazioni disponibili, l’attacco è stato ben organizzato. La divisione dello Stato Islamico in Afghanistan, che si fa chiamare provincia del Khorasan, ha rivendicato l’attentato tramite Amaq, l’agenzia di stampa semi-ufficiale del gruppo. La provincia del Khorasan è presente in Afghanistan dal 2015 e ha già compiuto diversi attentati, tra cui quello alla Corte Suprema di Kabul il mese scorso, nel quale rimasero uccise 22 persone. Da tempo la provincia del Khorasan tenta di rafforzare la sua presenza nell’est del paese, nonostante sia presa di mira dalle operazioni militari delle forze afghane e di quelle statunitensi. Come in altri paesi, lo Stato Islamico è anche in competizione con al Qaida, l’altra importante organizzazione globale che predica il jihad e che in Afghanistan è vicina ai talebani.
Mortaza Ahmadi, un membro dello staff dell’ospedale che è rimasto intrappolato nell’edificio per diverse ore, ha detto per telefono al New York Times che gli assalitori erano cinque, quattro dei quali si sono fatti esplodere prima di essere fermati dalle forze di sicurezza afghane.