Fiat non produrrà più Panda in Italia
Lo ha detto Sergio Marchionne al Salone dell'auto di Ginevra: al loro posto a Pomigliano potrebbero essere realizzati modelli di fascia più alta
di Tommaso Ebhardty - Bloomberg.
Fiat Chrysler sposterà la produzione della Panda all’estero – probabilmente in Polonia, dove il costo del lavoro è più basso – per realizzare in Italia modelli di fascia più alta, in un periodo in cui aumentano le pressioni sulle case automobilistiche europee per ottenere profitti e la crescita rallenta.
Le case automobilistiche che questa settimana si contendono i clienti al Salone dell’auto di Ginevra sanno che il 2017 potrebbe essere l’anno più positivo nel settore per il prossimo futuro: secondo le previsioni quest’anno in Europa le vendite aumenteranno dell’1 per cento raggiungendo i 15,3 milioni di unità, per poi calare progressivamente negli anni successivi, lasciando poche speranze di un ritorno al picco di vendite del 2007, stando all’istituto di ricerche di mercato IHS Markit. Con il rallentamento della crescita e gli imminenti forti investimenti nel settore delle auto che si guidano da sole, le case automobilistiche europee stanno cercando di ridurre i costi. A oggi la mossa più importante è stata l’acquisizione di Opel da General Motors da parte di PSA, che è stata annunciata lunedì e porterà alla creazione della seconda casa automobilistica in Europa dopo Volkswagen. Dopo il voto su Brexit nel Regno Unito, Ford sta cercando di trovare con i sindacati britannici metodi per migliorare la sua efficienza, mentre Volkswagen, che attraversa un periodo di difficoltà, sta per tagliare 30mila posti di lavoro. Nel caso di Fiat si tratterà di bloccare la produzione della Panda nell’impianto di Pomigliano probabilmente per fare spazio a modelli di fascia più alta di Alfa Romeo, che beneficia dell’etichetta del “Made in Italy”, hanno detto a Bloomberg, prima dell’annuncio di Fiat, alcune persone informate dei fatti che hanno chiesto di rimanere anonime. La decisione non è definitiva e potrebbe dipendere dalle vendite dei nuovi modelli Alfa, come il SUV Stelvio o la berlina Giulia.
Costo del lavoro
La Fiat Panda, che viene venduta a 6.990 euro, compresi gli sconti per la permuta, è una superutilitaria che compete con una serie di altri modelli compatti e poco elaborati come la Volkswagen Up!, la Peugeot 108 e la Hyundai i10. I minori costi del lavoro della Polonia potrebbero fare una grande differenza nella competizione per ottenere guadagni e clienti, soprattutto con l’aumento delle pressioni sui prezzi.
Il passaggio dalla Panda a modelli Alfa sarebbe in linea con la doppia strategia in Europa dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne: produrre auto di fascia più alta e SUV in Italia e realizzare modelli meno sofisticati in paesi in cui il costo del lavoro è più basso. Per ora questa strategia ha dato i suoi frutti: l’anno scorso in Europa le vendite di Fiat hanno superato quelle dei concorrenti, con i profitti più che raddoppiati (540 milioni di euro). In passato Fiat ha già spostato al di fuori dell’Europa occidentale la produzione di modelli destinati al mercato di massa: la Tipo – sia il modello berlina che quello hatchback – sono realizzati da una joint venture in Turchia, la 500 è prodotta in Polonia e la sua variante più grande, la 500L, in Serbia. Fiat ha una strategia diversa rispetto a quella di PSA, che invece ha aumentato gli sforzi nella regione ampliando la produzione nei principali stabilimenti di Opel in Germania e Regno Unito.
SUV
Stando alle fonti di Bloomberg Fiat starebbe anche considerando l’ipotesi di ampliare la gamma dei modelli di Alfa Romeo aggiungendo altri SUV e cross-over, che potrebbero essere prodotti a Pomigliano. L’eventuale decisione verrebbe influenzata molto dai risultati dei prossimi mesi, con l’arrivo dell’Alfa Stelvio nei concessionari e della Giulia negli Stati Uniti. A febbraio Fiat ha venduto 412 Alfa Giulia negli Stati Uniti, dopo una campagna di marketing culminata con un spot durante il Superbowl.
Il panorama automobilistico europeo è assai competitivo. Oltre alla difficoltà di operare in molti piccoli mercati nazionali, generalmente i clienti europei preferiscono auto piccole che offrono margini di guadagno bassi. Per questo la redditività della regione è minima. Nonostante per Fiat oggi la domanda si avvicini al punto massimo nel ciclo economico, l’anno scorso il settore delle auto per il mercato di massa ha riportato un margine operativo lordo del 2,5 per cento, rispetto al 7,4 per cento in Nord America. Ford ha riportato risultati simili, con il 4,7 per cento in Europa e il 9,7 in Nord America.
Il CEO di PSA Carlos Tavares sta cercando di «sfruttare le sue abilità nella ristrutturazione aziendale per diventare un leader nell’affollato mercato mainstream europeo», ha detto Vincenzo Longo, che si occupa di strategie di mercato all’IG Markets di Milano. «Marchionne sta giocando una partita diversa, usando l’Italia come centro di produzione per modelli di fascia più alta: se il suo piano con Alfa avrà successo sarà una strategia meno rischiosa»
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