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  • Lunedì 6 marzo 2017

Il nuovo divieto di Trump sull’immigrazione

Sostituisce quello vecchio e contiene qualche misura più morbida, ma è probabile che verrà comunque criticato da esperti e attivisti per i diritti umani

(Andrew Harrer - Pool/Getty Images)
(Andrew Harrer - Pool/Getty Images)

Il presidente americano Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana, oltre a sospendere l’ingresso di richiedenti asilo nel paese per 120 giorni. Il nuovo ordine esecutivo sostituisce quello emanato un po’ a sorpresa il 27 gennaio e che ha causato disagi e polemiche in tutto il paese, e in seguito bloccato per via di una decisione di un tribunale di Washington.

Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, ha twittato una foto scattata nel momento in cui Trump ha firmato il nuovo ordine esecutivo, scrivendo: «Il presidente ha firmato un nuovo ordine esecutivo che manterrà la nazione sicura».

Il nuovo ordine impedisce per 90 giorni l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Sudan, Siria, Iran, Libia, Somalia e Yemen che non abbiamo un permesso valido. Rispetto alla lista precedente è stato rimosso dalla lista l’Iraq, secondo CNN per via di un’intensa pressione del governo iracheno e di diversi funzionari della stessa amministrazione. Il New York Times ha scritto però che secondo alcuni funzionari l’ordine precedente poteva creare problemi agli iracheni che avevano collaborato con l’esercito americano nella guerra contro lo Stato Islamico e che intendevano trasferirsi negli Stati Uniti. Kellyanne Conway, ex dirigente della campagna elettorale di Trump e oggi sua importante consigliera alla Casa Bianca, ha detto a Fox News che la decisione sull’Iraq è stata presa perché gli iracheni sarebbero già sottoposti a controlli preventivi molto severi.

Sono state inoltre eliminate le restrizioni sui richiedenti asilo siriani, che ora sono stati equiparati a tutti gli altri. I possessori di green card – cioè il permesso di residenza permanente negli Stati Uniti – e di altre forme di permesso potranno invece entrare negli Stati Uniti, anche se sono cittadini dei sei paesi interessati. Il nuovo ordine esecutivo inoltre non contiene un riferimento alle minoranze religiose, presente nel primo e molto criticato perché secondo le accuse avrebbe favorito i richiedenti asilo di religione cristiana rispetto a quelli musulmani.

Mentre il nuovo ordine prevede effettivamente misure più morbide in alcuni casi – come nel caso dei possessori di green card e altri permessi – i sostenitori di Trump faranno probabilmente notare che le misure sui richiedenti asilo sono state confermate, così come è stato confermato il limite massimo di 50mila rifugiati da accogliere nel 2017. Il nuovo ordine è stato pensato per limitare la possibilità che i tribunali possano sospenderlo, come capitato in diverse occasioni con il vecchio ordine: ma non è escluso che alcuni giudici possano decidere comunque di intervenire a causa del tema e delle motivazioni controversi (il vecchio ordine generò decine di cause in altrettanti tribunali locali).

Come per il vecchio ordine esecutivo, circola parecchio scetticismo sull’efficacia dei nuovi divieti: Trump aveva motivato la sua decisione definendola necessaria per la sicurezza nazionale e per garantire maggiori controlli ai confini, ma il divieto aveva ricevuto dure critiche da parte di funzionari, esperti di immigrazione e diritti umani e provocato diverse manifestazioni di piazza e accuse di razzismo. Lunedì l’ordine esecutivo di Trump è stato criticato anche da Amnesty International.