Lo sciopero delle donne l’8 marzo, spiegato
In Italia sarà soprattutto contro la violenza sulle donne, ma anche per chiedere un migliore accesso all'interruzione di gravidanza e politiche più eque per i migranti
Mercoledì 8 marzo, Giornata internazionale della donna, in più di trenta paesi del mondo ci sarà uno sciopero delle donne organizzato da Women’s March, il movimento americano responsabile delle proteste contro il presidente Donald Trump dello scorso 21 gennaio, e da tanti altri gruppi di tutto il mondo, tra cui l’italiano Non una di meno, che già aveva organizzato una manifestazione il 26 novembre scorso in parte ispirata alla faccenda del “Fertility Day”. Lo sciopero dell’8 marzo avrà modalità un po’ diverse nei vari paesi, ma l’idea di fondo è la stessa: servirà per protestare contro le forme di disuguaglianza tra uomini e donne tuttora presenti nel mondo. Le donne non lavoreranno per un giorno e non faranno acquisti, in modo da rendere evidente il valore del loro lavoro e anche quello del loro ruolo di consumatrici.
Lo sciopero è in parte ispirato dal grande successo delle manifestazioni del 21 gennaio – ce ne sono state in tutto il mondo, in solidarietà alle proteste americane – in parte da una sempre maggiore sensibilità alle questioni dell’uguaglianza di genere ancora irrisolte, come il cosiddetto “gender wage gap“, cioè il divario tra gli stipendi di uomini e donne, e l’accesso alle operazioni di interruzione di gravidanza.
Negli Stati Uniti non sono stati organizzati cortei come quelli del 21 gennaio, ma si terranno comizi e una serie di attività tra cui laboratori culturali e seminari su questioni come la protezione personale. In Italia ci saranno cortei, assemblee in piazza e in vari edifici pubblici: scuole, ospedali e università. I sindacati Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc e Cgil hanno aderito allo sciopero, per cui la maggior parte dei servizi di trasporto saranno sospesi e anche molti insegnanti sciopereranno. Il tema principale su cui si manifesterà in Italia è quello della violenza sulle donne, ma non è l’unico.
Si parla per esempio della «trasformazione dei Centri Antiviolenza in servizi assistenziali» stabilita con un emendamento della Legge di Stabilità del 2015, che di fatto obbliga le donne che dopo aver subìto violenza decidono di rivolgersi al pronto soccorso ad avviare un percorso giudiziario: questa misura è stata molto criticata al momento della sua introduzione dai Centri Antiviolenza e dalle associazioni che si occupano di aiutare le donne che hanno subito violenze, poiché queste donne spesso sono riluttanti a denunciare chi abusa di loro e quindi c’è il rischio che non si facciano curare e non si rivolgano ai Centri Antiviolenza. Sempre sul tema della violenza sulle donne, le scioperanti chiederanno la piena applicazione della Convenzione di Istanbul, che è stata ratificata dall’Italia ma senza un vero recepimento.
Otto ragioni per cui le donne sciopereranno in Italia l’8 marzo (Non una di meno):
Tra le altre richieste c’è il pieno accesso alla pillola abortiva RU486, la fine dello «stigma» sulle donne che abortiscono, la fine del linguaggio sessista nell’informazione, nella comunicazione e nello spettacolo, ma anche una legge che garantisca una forma di ius soli (il diritto a essere cittadini italiani per tutti i bambini che nascono in Italia). In generale si tratta di richieste in linea con il cosiddetto “femminismo intersezionale”, che non si limita a chiedere l’uguaglianza tra uomini e donne, ma anche quella tra le varie minoranze, etniche e di orientamento sessuale.
Su Facebook sono state aperte delle pagine relative allo sciopero dell’8 marzo – battezzato “Lotto Marzo” – per molte città italiane: qui c’è quella di Roma, qui quella di Milano; per trovare le altre basta cercare “Lotto Marzo” e il nome della propria città nella barra di ricerca di Facebook. La lista delle città in cui ci saranno delle iniziative è stata raccolta da Non una di meno in una mappa.
Lo sciopero riguarda principalmente le donne, ma anche gli uomini sono invitati a partecipare alle manifestazioni per chiedere la parità di genere. Negli Stati Uniti Women’s March ha chiesto ai sostenitori uomini della propria causa di occuparsi da soli delle faccende domestiche e della cura della famiglia e di parlare ai propri datori di lavoro e ai propri colleghi dell’importanza delle regole sul posto di lavoro che aiutano le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Il colore dello sciopero delle donne negli Stati Uniti sarà il rosso – le donne che sciopereranno sono state invitate a indossare abiti di questo colore – mentre in Italia i colori delle manifestazioni saranno il nero e il fucsia di Non una di meno.
On 1/21, we marched. On 3/8, we strike. Join us in making March 8th a #DayWithoutAWoman https://t.co/iCrlhraapu #IStrikeFor #WhyIResist pic.twitter.com/pTKiepCEzl
— Women's March (@womensmarch) March 2, 2017