Israele vuole depenalizzare l’uso della marijuana a scopo ricreativo
Secondo una riforma approvata dal governo, chi sarà scoperto a fumare in pubblico non sarà incriminato ma solamente multato
Domenica 5 marzo il governo israeliano ha approvato un disegno di legge per depenalizzare l’uso della marijuana a scopo ricreativo. Per entrare ufficialmente in vigore la legge deve essere approvata dalla Knesset, il parlamento israeliano, ma dovrebbe passare senza problemi. Coltivare e vendere marijuana continuerà invece ad essere illegale, per i privati. Con l’approvazione definitiva della riforma, Israele avrà una delle leggi più permissive del Medio Oriente in fatto di droghe leggere, allineandosi ai diversi paesi occidentali che stanno introducendo riforme simili.
I contorni della legge non sono ancora ben definiti: il governo – a maggioranza di centrodestra e guidato da Benjamin Netanyahu – si è limitato ad approvare le raccomandazioni di una commissione speciale creata dal ministero della Salute per occuparsi di una possibile riforma, e che qualche tempo fa erano state approvate dal ministro stesso, Gilad Erdan. I dettagli della riforma e le sue modalità di introduzione saranno decisi da un’apposita commissione interministeriale. Le modifiche già note sono comunque piuttosto rilevanti: chi verrà scoperto per la prima volta a fumare marijuana in pubblico non sarà incriminato da subito, come prevede la legge attuale, ma “soltanto” costretto a pagare una multa da 1000 shekel (circa 255 euro). La multa sarà doppia nel caso la persona fermata sia recidiva, mentre l’eventuale incriminazione scatterà solamente la quarta volta. Dato che la nuova legge vale solo per chi fuma in pubblico, comunque, per evitare multe e guai sarà sufficiente fumare in luoghi privati.
L’uso ricreativo della marijuana in Israele è già ampiamente tollerato, tanto che nel 2015 solamente 188 persone sono state arrestate per essere state scoperte a fumare marijuana – un numero inferiore del 56 per cento rispetto a cinque anni prima – e che secondo Reuters molte di loro non sono nemmeno state incriminate. Fumare marijuana è da anni piuttosto comune in Israele: secondo un recente report dell’Ufficio dell’ONU per il controllo della droga e la prevenzione del crimine
(UNODC) quasi il 9 per cento degli israeliani ne fa uso, anche se secondo alcuni esperti la cifra potrebbe essere più alta (in Italia, secondo uno studio del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, nel 2010 il 5,2 per cento delle persone contattate ha detto di averne fatto uso nell’anno precedente).
In Israele l’uso della marijuana a scopo terapeutico è legale sin dagli anni Novanta, e si calcola che al momento ne facciano uso circa 25mila israeliani (su un totale di 8 milioni di abitanti). Da qualche anno le cifre sono in aumento: nel 2012 erano meno di settemila. Del resto Israele è fra i primi paesi paesi al mondo per la ricerca sugli usi terapeutici della marijuana sin dagli anni Sessanta, e ad oggi ha un’industria notevolmente sviluppata: Breath of Life Pharma, la più nota delle aziende farmaceutiche che si occupano di marijuana, al momento coltiva circa 50mila piante di 230 varietà diverse, e stima che in futuro il solo mercato della marijuana terapeutica potrebbe interessare fino a 200mila israeliani.