Esce “Logan – The Wolverine” e la notizia è che pare sia bello
L'ennesimo film in cui Hugh Jackman interpreta il famoso mutante è una specie di western introspettivo, non la solita cosa di supereroi
Logan – The Wolverine è nei cinema dal primo marzo, dura 135 minuti e parla di James “Logan” Howlett: il personaggio mutante della saga degli X-Men altrimenti noto come Wolverine. È ispirato – con molte libertà – alla serie di fumetti Vecchio Logan (di Mark Millar e Steve McNiven) ed è il decimo film sugli X-Men (di cui fa parte anche Deadpool) e il terzo con protagonista Wolverine, interpretato come al solito da Hugh Jackman (ha detto che ora basta però). Lo stesso discorso sembra varrà anche per Patrick Stewart, che nel film interpreta Professor X e che come Jackman c’era già nel primo X-Men, uscito nel 2000. Nel cast del film ci sono anche Donald Pierce e Dafne Keen, un’attrice nata nel 2005.
Logan – The Wolverine è costato 137 milioni di dollari ed è diretto da James Mangold – regista di Ragazze interrotte, Quando l’amore brucia l’anima (il film su Johnny Cash) e Wolverine – L’immortale – ed è ambientato nel 2029, in un momento in cui i mutanti se la passano male: Professor X è malato e lui e Logan si nascondono vicino al confine tra Stati Uniti e Messico. Arriva una donna che chiede a Logan di scortare una ragazzina che sembra avere grandi poteri: lui accetta, sapendo che dovrà di nuovo sfoderare gli artigli (in senso letterale, ovviamente).
Logan sta piacendo molto sia al pubblico – nel suo primo giorno è stato il film più visto in Italia e il suo voto su IMDb è 9 su 10 (per ora) – che alla critica: se ne parla come del migliore film su Wolverine, uno dei migliori (se non il migliore) sugli X-Men e, in generale, un film interessante anche a prescindere dal suo genere. È un film più drammatico e meno d’azione, e c’è anche chi ne ha parlato come di un western con protagonista un supereroe. La canzone che si sente nel trailer è “Hurt” nella versione di Johnny Cash: decisamente più da western che da film d’azione o da supereroi.
Jackman ha detto che l’idea per il film gli venne nel 2015: dopo aver bevuto un po’ si svegliò alle 4 del mattino e buttò giù un’idea per il film, che avrebbe dovuto ispirarsi a The Wrestler, Gli spietati e Il cavaliere della valle solitaria. Mangold ha poi detto di essersi un po’ ispirato anche a certe cose di Little Miss Sunshine, Paper Moon – Luna di carta e L’uomo del mirino, oltre che a film noir e dell’espressionismo tedesco. Rotten Tomatoes ha scritto, riassumendo in due righe l’opinione principale delle più importanti recensioni: «Hugh Jackman tira fuori il meglio da quest’ultimo film in cui interpreta Wolverine, con una recitazione cruda e piena di sfumature, in un violento ma sorprendente film d’azione su un supereroe, che va oltre le convenzioni del genere».
In Logan ci sono anche diverse scene d’azione, e violente. Owen Gleiberman ha scritto su Variety che «ogni volta che la violenza esplode, è giusta perché guadagnata, e anche perché Mangold sa come mostrarla». Todd VanDerWerff di Vox ha dato al film 4,5 su 5 e ha scritto che è il miglior X-Men dai tempi di X-Men 2, diretto nel 2003 da Bryan Singer. Ha spiegato perché in cinque punti: Logan si concentra sulla drammaticità del suo personaggio, non sull’azione; è un film che sa che sappiamo come funzionano i film sui supereroi; è violento e sanguinolento, ma con uno scopo; Mangold è entrato nel mondo di Wolverine con rispetto; le interpretazioni sono ottime, tutte. David Sims ha scritto sull’Atlantic:
La cosa che quasi nessun critico dice è che il precedente film di Mangold (Wolverine – L’immortale) era tanto bello quanto lo è Logan, forse pure meglio. Metteva insieme un viaggio alla Fellini nella psicologia del personaggio e un film sui samurai, mantenendo l’intimità delle scene d’azione e il personaggio al centro, e affidandosi a un gruppo di attrici che avevano parti realmente importanti. Ma quel film si rovinava nella sua terza parte, piena di insensate cose da filmoni sui supereroi e effetti speciali. Mangold ha imparato la lezione e Logan è essenziale, cattivo e la sua cinepresa è sempre vicina a terra.
Stephanie Zacharek, invece, ha scritto su Time che il film è «tediante e sgradevole» e che l’interpretazione di Logan si perde nella troppa vanità. Se siete pratici di film sugli X-Men, Robbie Collin del Telegraph ha scritto che è fatto per quelle persone «che hanno trovato che l’unico pezzo bello di X Men: Apocalisse fosse quello in cui Michael Fassbender è da solo nel bosco a piangere, e hanno lasciato il cinema sperando che tutto il film fosse così. [Logan] è qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato: un film su un supereroe creativamente rischioso».
Per quelli poco pratici, invece
Logan è un mutante che ha potenti artigli estraibili a comando rivestiti di adamantio, un materiale indistruttibile, e la capacità di guarire rapidamente dalle ferite. All’inizio del film è invecchiato e i suoi poteri sono sempre meno efficaci. Wolverine – L’immortale iniziava nel 1945 ma poi saltava ai giorni nostri, e anche lì Logan (o Wolverine) viveva isolato: anche lì doveva però rimettersi a combattere, faceva quello che doveva fare e tornava a ritirarsi a vita privata, ma nei titoli di coda si vedevano Magneto e Professor X che andavano a chiedergli aiuto, perché i mutanti erano in pericolo.
Più in generale i film sugli X-Men saltano spesso da un periodo storico all’altro, con dinamiche piuttosto complicate (con storie che in certi casi si contraddicono tra di loro, o comunque non tengono contro di eventi raccontati in alcuni dei film precedenti). Per cominciare: gli X-Men sono un gruppo di supereroi mutanti inventati nell’omonima saga a fumetti nel 1963, da Stan Lee e Jack Kirby: i fumetti sono della Marvel, la saga cinematografica è invece prodotta della 20th Century Fox. Il film che più si è avvicinato al futuro in cui è ambientato Logan è X-Men: Giorni di un futuro passato, che uscì nel 2013, anche questo diretto da Singer. Il sito Screen Junkies lo riassunse così, in modo divertente ma utile:
Viaggiate in un futuro in cui mutanti e umani sono rinchiusi in una prigione in stile Tron Legacy, dove l’unica cosa che può salvarli è la trama di Terminator 2 [uscito nel 1991]. Una trama in cui un personaggio duro e tutto d’un pezzo viene mandato indietro nel tempo, senza vestiti, per proteggere un giovane indifeso e con i capelli piuttosto lunghi che un giorno diventerà un leader. Il duro tutto d’un pezzo deve anche impedire che qualcuno che sa cambiare forma e aspetto distrugga il futuro.
Il “duro e tutto d’un pezzo” era Wolverine. Questo è invece un video di tutti i Wolverine del cinema e della tv degli ultimi anni, comprese le prese in giro del personaggio. Meno utile come ripasso, ma comunque interessante.
Non è la fine-fine-fine di tutto
Jackman ha detto di voler smettere di interpretare Wolverine per sopraggiunti limiti di età (e sarebbe il primo protagonista di film di supereroi a farlo): ma come nei fumetti, anche nei film tratti dai fumetti niente è mai davvero per sempre. Si è parlato per esempio di una possibile piccola parte di Jackman in un seguito di Deadpool (che qualche settimana fa Jackman ha smentito). Jackman, che tra l’altro si sta curando da un cancro benigno alla pelle, sembra in realtà piuttosto convinto di darci un taglio: ha detto di essere arrivato alla decisione dopo aver parlato con Jerry Seinfeld, che gli ha detto di essersi voluto ritirare prima di arrivare al punto in cui la gente, vedendolo, dicesse «oh, ma sei ancora lì?». Intanto Mangold sembra voler far uscire una versione in bianco e nero di Logan (facendo una cosa simile a quella già fatta da George Miller con Mad Max: Fury Road) e usciranno di certo altri X-Men: Deadpool 2 nel 2018 e poi altri ancora, di cui ancora non si sa nulla. Peraltro in Deadpool Jackman già c’era, più o meno.