Cose da sapere su “Omicidio all’italiana”
È il secondo film di Maccio Capatonda, ambientato in un anonimo paesino che, dopo una morte sospetta, punta a diventare famoso
Omicidio all’italiana – il secondo film scritto, diretto e interpretato da Maccio Capatonda, nome d’arte di Marcello Macchia – è nei cinema da oggi, giovedì 2 marzo. Nel cast di Omicidio all’italiana ci sono anche Herbert Ballerina e Ivo Avido – due attori (nomi d’arte, anche questi) con cui Capatonda collabora spesso – e, tra gli altri, l’attrice Sabrina Ferilli. Capatonda e Ballerina interpretano due fratelli che sono sindaco e vicesindaco di un comune in cui di solito non succede granché: capita però che muoia una persona e il sospetto che possa trattarsi di un omicidio viene visto come una possibilità per fare come «Cogne, Avetrana e Novi Ligure», e far uscire quel comune dall’anonimato. Ferilli interpreta Donatella Spruzzone, conduttrice di “Chi l’acciso?”.
Nel cast di Omicidio all’italiana ci sono anche Ninni Bruschetta, Nino Frassica e Fabrizio Biggio (diventato famoso soprattutto come membro del due comico “I soliti idioti”: l’altro è Francesco Mandelli). Il film è stato girato in Abruzzo: in parte a Chieti e in parte a Corvara.
Federico Pontiggia ha scritto sul Fatto Quotidiano che «Omicidio all’italiana vuole sanzionare la televisione del sangue e del dolore, che intende e consuma la cronaca nera alla stregua di fiction o sport. Obiettivo solo parzialmente raggiunto, perché il film non è incendiario come dovrebbe: l’innesco (la vis comica di Maccio) e il combustibile (la morbosità catodica su Cogne, Avetrana et similia) ci sono, ma il comburente – lo sviluppo della trama, il respiro drammaturgico – è carente, con il risultato di minimizzare e raffreddare il tutto». Gabriele Niola ha scritto su BadTaste che il film «ha le idee chiarissime su cosa intenda criticare e non ne fa mistero» e che «quando lo schermo si ingrandisce questo comico che fin dagli esordi ha lavorato sul linguaggio audiovisivo tanto quanto su quello della parola, è capace di concepire una comicità più ampia e completa e quindi più sensata, di quella cui siamo abituati».
Maccio chi?
Maccio Capatonda è nato a Vasto, in Abruzzo, ed è diventato famoso soprattutto grazie a Mai dire Lunedì e Mai dire Martedì, in cui faceva finti reality show (“Divano Scomodo”, “il Gabinetto” e “il Grandangolo”) e sketch comici di vario tipo. Ha poi lavorato allo Zoo di 105 – il noto programma radiofonico di Radio 105 – e nel 2013 ha ideato, diretto e interpretato la serie tv Mario. A fine 2016 Infinity ha messo online la sua sitcom Mariottide. Capatonda è anche famoso per i suoi finti trailer.
E Herbert Ballerina?
Ha 36 anni e ha iniziato a fare l’attore dopo aver studiato al DAMS di Bologna. Da anni fa parte della Shortcut Productions, la società di Marcello Macchia ed Enrico Venti (ma forse li conoscete più come Maccio Capatonda e Ivo Avido), di cui prima è stato assistente, poi anche attore e autore. Divenne famoso come “spalla” di Capatonda durante Mai dire Lunedì e Mai dire Martedì e il suo primo film al cinema fu Che bella giornata, il film del 2001 di Checco Zalone. Negli anni Ballerina ha anche collaborato con Lo Zoo di 105 (sempre con Capatonda) e più di recente ha recitato in Mario (la serie tv di Capatonda) e in Italiano medio (il primo film di Capatonda). Quel bravo ragazzo, uscito a fine 2016, è stato il suo primo film da protagonista.
Italiano Medio, del 2015
Racconta la storia di Giulio Verme, un uomo serio e impegnato ma perennemente depresso: la sua vita cambia quando un suo ex compagno di scuola lo convince a provare delle pillole che gli faranno usare solo il 2 per cento del suo cervello. Il film riprese titolo e storia di uno dei finti trailer andati in onda durante il programma televisivo Mai dire Martedì con la Gialappa’s, con cui Maccio Capatonda ha ottenuto un grande successo in Italia, insieme al solito gruppo di attori che lo accompagna (gli stessi del film). È una specie di Limitless al contrario.