L’Atalanta come una grande squadra
Ieri sera ha sconfitto il Napoli in trasferta, e in campo non sembrava esserci grande differenza fra le due squadre: merito soprattutto del suo allenatore, Gian Piero Gasperini
In questo campionato l’Atalanta è stata prima una squadra con un andamento da retrocessione – nelle prime cinque giornate ottenne solo 3 punti – poi potenziale sorpresa e infine, quando le vittorie sono diventate molte, e tutte di fila, la grande rivelazione della Serie A. Fra dicembre e gennaio, in concomitanza con l’assenza di Roberto Gagliardini e Franck Kessié, due fra i giocatori più importanti della squadra, e un calendario impegnativo, le vittorie sono diminuite e le sconfitte aumentate. Ora però, da più di un mese, l’Atalanta ha ricominciato a correre alla grande: ieri ha sconfitto 2-0 il Napoli al San Paolo, giocando una partita di altissimo livello e riuscendo a battere in maniera brillante la squadra che da mesi gioca il calcio più bello ed efficace d’Italia. Almeno per questa stagione, va considerata alla pari delle “grandi squadre”.
La vittoria dell’Atalanta è stata così convincente anche perché il Napoli non ha giocato male. Ha colpito tre pali e avuto almeno altre tre occasioni per segnare. Ha però sbagliato molto sotto porta e tatticamente si è trovata impreparata davanti a degli avversari che, come spiegato al termine dell’incontro dal capitano Alejandro “Papu” Gómez, hanno preparato la partita per una settimana intera. Il Napoli ha avuto più possesso palla, intorno al 66 per cento, e ha tirato di più: 19 tiri complessivi contro 8. Ma l’Atalanta è stata molto più aggressiva in campo, andando così a mettere in grossa difficoltà una squadra colpita nel suo punto debole, cioè la fisicità. La squadra di Gasperini ha commesso più falli, ha preso più cartellini e in campo ha occupato sempre una porzione di campo molto corta, e con un pressing ben studiato ha reso molto difficile l’impostazione del gioco ai migliori giocatori del Napoli. I giocatori dell’Atalanta sono riusciti inoltre ad avere la meglio in quasi tutti gli uno-contro-uno visti nel corso della partita, e solo i giocatori più tecnici del Napoli sono riusciti a cavarsela (e anche loro, in poche occasioni).
Ghoulam viene contrastato in maniera decisa da due dell’Atalanta, poi Kessié supera Mertens con un rapido gioco di gambe.
Ma non è finita qua. L’Atalanta è andata in vantaggio con un colpo di testa di Mattia Caldara, difensore comprato a gennaio dalla Juventus – che però lo avrà solo dalla stagione 2018/2019 – e ha concluso il primo tempo in vantaggio. All’inizio del secondo tempo tutti si aspettavano una reazione del Napoli, che c’è stata ma non ha avuto gli effetti sperati, per i motivi citati sopra. A venti minuti dal termine l’Atalanta si è trovata addirittura con un uomo in meno dopo l’espulsione di Franck Kessié, ma poco dopo è riuscita a segnare il secondo e ultimo gol della partita in modo spettacolare. L’azione è partita dalla difesa dell’Atalanta con un anticipo di Caldara, che poi si è portato in attacco. Da lì, il terzino Leonardo Spinazzola (anche lui di proprietà della Juventus) è avanzato fino al lato sinistro dell’area di rigore del Napoli e con un cross calciato alla perfezione con l’esterno del piede ha raggiunto la zona dell’area occupata da Caldara – un difensore centrale in una squadra in inferiorità numerica in trasferta: ma che comunque è arrivato fino in area – che ha segnato con un tiro al volo.
Gasperini, a cui tutti riconosco gran parte del merito per la vittoria di ieri e per la grande stagione dell’Atalanta, fa giocare le sue squadre con il 3-4-3, che a Bergamo utilizza spesso nella variante del 3-4-1-2. È un sistema di gioco che assegna ai giocatori pochi compiti ma ben definiti, ed esige una grandissima intensità di corsa. Il ruolo-simbolo di questa squadra è quello dell’esterno di centrocampo: lo può fare solo un giocatore di grande corsa disposto sia a ripiegare in difesa sia a spingere sulle fasce al momento opportuno. Si è visto al 70esimo minuto, sul gol del 2-0, quando Spinazzola è partito quasi dalla propria difesa – dove era tornato per coprire la propria area – e ha servito l’assist decisivo per il gol. La squadra poi gioca sempre molto corta e pressa costantemente gli avversari, anche marcandoli a uomo a tutto campo, con l’obiettivo di recuperare palla il più vicino possibile alla porta avversaria e permettere lo sviluppo del gioco, perlopiù sulle fasce. Persino i difensori provano spesso l’anticipo, una giocata solitamente rischiosa ma che permette di far ripartire l’azione con grande rapidità (il secondo gol di Caldara, per esempio).
Il Napoli cerca di impostare l’azione dalla difesa ma a causa del pressing sistematico sul portatore di palla non riesce a farlo, e poi perde palla.
Ma le idee di Gasperini quest’anno stanno avendo così successo perché la squadra ha a disposizione giovani di talento, che prima o poi si ritroveranno a giocare per delle grandi squadre, e insieme influenzeranno notevolmente la nazionale italiana dei prossimi anni. Parliamo degli italiani Caldara, Conti e Spinazzola (ad inizio stagione c’era anche Gagliardini, che però nel frattempo è andato all’Inter), e dell’ivoriano Kessié, richiesto da alcune delle più importanti squadre d’Europa. C’è poi il caso emblematico di Andrea Petagna, 21enne ex promessa della Primavera del Milan che negli ultimi anni sembrava essersi un po’ perso: all’Atalanta la sua disponibilità a giocare con i compagni e difendere il pallone, due cose che Gasperini chiede ai propri centravanti, lo hanno fatto diventare un titolare fisso a discapito di due attaccanti esperti come Alberto Paloschi e Mauricio Pinilla (che per trovare un po’ di posto a gennaio è andato al Genoa).
A completare la rosa poi ci sono gli esperti Alejandro “Papu” Gómez e Jasmin Kurtic. Gomez è un attaccante esterno dalla tecnica eccellente che negli ultimi tempi ha unito a corsa e dribbling una grande intelligenza tattica, e partecipa a quasi tutte le azioni offensive della squadra. Kurtic invece è un vero e proprio atleta, in grado di correre con intensità anche per una partita intera, e la corsa a Gasperini piace molto.
Sarà difficile vedere l’Atalanta al terzo posto quest’anno e in Champions League l’anno prossimo, perché nonostante giochi bene deve vedersela con squadre più esperte e con più qualità. Ma nel caso il Napoli “crolli” come già in altre stagioni, e al contempo l’Atalanta riesca a tenere questo ritmo, rimane qualche possibilità.