Emmanuel Macron ha un nuovo alleato
Il politico centrista François Bayrou ha deciso di non candidarsi alle presidenziali e di sostenerlo, a certe condizioni: per lui è una buona notizia
Il capo del partito centrista francese MoDem, François Bayrou, più volte candidato alle presidenziali in passato, ha finalmente detto cosa vuole fare in vista delle elezioni del prossimo aprile: non si candiderà e sosterrà Emmanuel Macron. Bayrou ha parlato mercoledì 22 febbraio dalla sede del suo movimento e ha detto di aver accettato un’alleanza con Emmanuel Macron, candidato indipendente e leader del movimento En Marche!: «Dobbiamo cambiare le cose e dobbiamo farlo con urgenza. Unendo le forze. Questo è senza dubbio un gesto di abnegazione e un segno di speranza per il nostro paese». Finora Bayrou non aveva preso posizione e aveva anzi lasciato intendere che si sarebbe potuto candidare. Tutti i sondaggi degli ultimi mesi prevedevano “l’ipotesi Bayrou” ed era un’ipotesi che toglieva consensi a Macron, per il quale quindi questa alleanza è una buona notizia.
François Bayrou ha posto delle condizioni al suo accordo con Macron e al suo sostegno: ha richiesto che il programma di Macron preveda una legge sulla «moralizzazione della vita pubblica, per la lotta contro i conflitti di interesse» (il riferimento implicito era probabilmente per il candidato della destra François Fillon, che sta passando un guaio su faccende del genere). Bayrou ha anche chiesto «un vero cambiamento nelle pratiche politiche, non un riciclo delle vecchie pratiche». Infine ha chiesto il riconoscimento del valore e di una giusta remunerazione del lavoro e l’introduzione del sistema proporzionale alle elezioni legislative: «Abbiamo bisogno di un cambiamento per la nostra democrazia affinché il pluralismo sia finalmente rispettato nella nostra vita pubblica e in parlamento. Non accetto che i due terzi dei francesi non abbiano alcuna rappresentanza».
Dopo circa un’ora dalla dichiarazione di Bayrou, Macron ha accettato la sua proposta dicendo che si tratta di «un punto di svolta nella campagna». Macron – che secondo i sondaggi ha buone possibilità di arrivare al ballottaggio – ha anche detto di essere d’accordo con «i quattro pilastri su cui si basa questa alleanza», compreso il «riconoscimento del pluralismo politico e dell’identità di ciascuna formazione», e ha promesso di integrarli nel suo programma nei prossimi giorni. La scorsa settimana Macron ha avuto dei problemi a causa di due dichiarazioni in particolare: dall’Algeria ha detto che la colonizzazione francese è stata un «crimine contro l’umanità», e per questo è stato criticato soprattutto da destra e poi si è in qualche modo scusato. Dopodiché ha attaccato le modalità con cui i socialisti hanno approvato la legge sui matrimoni omosessuali dicendo che una parte della Francia era stata umiliata: le critiche in questo caso sono arrivate da sinistra e dalle associazioni LGBTI.
Bayrou ha 65 anni e in passato si è presentato per tre volte alle presidenziali, l’ultima nel 2012, senza mai superare il primo turno ma con un peso negli equilibri politici del paese già dagli anni Novanta. Durante la campagna per le amministrative del marzo 2014 aveva assicurato che non avrebbe dato inizio a una quarta campagna presidenziale nel 2017 se fosse stato eletto sindaco (come poi è avvenuto) di Pau, capoluogo del dipartimento dei Pirenei Atlantici. Alla fine del 2016 aveva poi sostenuto il candidato moderato Alain Juppé durante le primarie del centrodestra, dicendo che se avesse vinto Sarkozy si sarebbe candidato di nuovo contro di lui. La sconfitta di Juppé e la vittoria di François Fillon, che ha comunque molte posizioni conservatrici, hanno spinto Bayrou a cambiare direzione.
Il 31 gennaio, mentre François Fillon era nel pieno del caso sui presunti lavori fittizi di moglie e figli all’Assemblea nazionale, Bayrou aveva detto che era pronto a fare di tutto «perché la Francia se ne tirasse fuori». Aveva poi invitato Fillon a ritirarsi: «Anche se ci fosse una specie di miracolo elettorale e vincesse queste elezioni, come governerebbe?». Durante la sua conferenza stampa di ieri, Bayrou ha continuato a criticare Fillon, ha poi parlato della minaccia rappresentata dall’estrema destra di Marine Le Pen, che è in testa nei sondaggi, e ha evidenziato il disordine all’interno del Partito Socialista rappresentato da un candidato, Benoît Hamon, che è molto critico con il governo socialista uscente.
Nei sondaggi per le presidenziali Bayrou era al 5-6 per cento: non molto, ma secondo gli osservatori il suo sostegno ha buone possibilità di modificare le intenzioni di voto del suo elettorato potenziale, degli indecisi e dei centristi che guardavano con interesse a Fillon. Nel suo recente libro, “Résolution française”, Bayrou fa un discorso che riprende quello del suo nuovo alleato: «Sinistra e destra sono degli insiemi ormai vuoti, o almeno in gran parte esauriti» e parla della necessità di un uomo politico «liberato dalla dipendenza da questi dispositivi». Macron ha spesso ripetuto di non essere né di destra né di sinistra e si definisce come progressista liberale.
L’ultima ricerca condotta da Ifop e pubblicata il 21 febbraio dice che al primo turno del prossimo 23 aprile la favorita resta Marine Le Pen (26 per cento). Macron e Fillon sono alla pari in seconda posizione con il 19 per cento. Ma il sondaggio include anche Bayrou dato al 5,5 per cento. Per capire se l’intenzione di voto nei confronti di Macron diventerà ora, dopo il sostegno di Bayrou, la somma delle percentuali dei due, bisognerà attendere la prossima ricerca. Gli analisti sono comunque piuttosto propensi a pensare che Fillon verrà superato e che il secondo turno (7 maggio) potrebbe giocarsi tra Le Pen e Macron.