UPS sperimenta le consegne coi droni
Ma con un approccio diverso dagli altri: i suoi droni decollano direttamente dai furgoni, per aumentare la frequenza delle consegne
UPS, uno dei più grandi servizi di spedizioni e trasporti di oggetti al mondo, ha iniziato a sperimentare i droni per rendere più rapide ed economiche le sue consegne, soprattutto nelle aree rurali dove i suoi corrieri devono percorrere molti chilometri tra un destinatario e un altro. Il nuovo sistema è stato provato con successo negli ultimi giorni negli Stati Uniti, anche se l’azienda ha spiegato che non è ancora prevista una data per la sua introduzione, perché sono necessari ulteriori verifiche e le autorizzazioni da parte delle autorità di controllo del volo.
Molte aziende che effettuano consegne, direttamente o tramite intermediari, stanno valutando da tempo di passare ai droni per velocizzare le loro attività e risparmiare qualche soldo. Amazon ha avviato un programma sperimentale con il quale ha già effettuato alcune consegne nel Regno Unito, mentre anche DHL sta testando questi sistemi per la consegna di oggetti in località remote. Iniziative simili riguardano l’utilizzo dei droni per il trasporto di farmaci e altri beni di prima necessità. UPS finora non aveva svelato i suoi piani, che sembrano comunque seguire un approccio diverso da quello della concorrenza.
Mentre le altre aziende di spedizioni hanno per ora lavorato a sistemi per far viaggiare i droni dai loro magazzini fino ai destinatari, UPS pensa di seguire un approccio diverso e di far decollare i droni direttamente dai suoi furgoni. In questo modo, mentre viene effettuata una consegna automatica via aria, il corriere può proseguire il suo giro di consegne a terra ottimizzando i tempi. Quando il drone ha terminato il suo compito, usa un sistema di localizzazione per ritrovare il furgone – che intanto si è spostato – e raggiungerlo.
UPS spiega che questa soluzione si rivela utile soprattutto nei contesti rurali, dove i furgoni devono completare lunghe distanze tra una consegna e l’altra. L’utilizzo di un drone potrebbe ridurre le deviazioni dei corrieri e aumentare il numero di consegne a parità di chilometri percorsi. La società stima che riducendo in media di un chilometro gli itinerari di ogni corriere si potrebbero risparmiare circa 50 milioni di dollari all’anno (UPS è nota per usare diverse strategie per risparmiare tempo e carburante, compresa la regola di non compiere mai svolte a sinistra durante le consegne dei pacchi). Il risparmio di tempo sarebbe inoltre notevole e consentirebbe di aumentare il numero di consegne per furgone. I droni sperimentati finora da UPS hanno un’autonomia di 30 minuti e possono trasportare carichi fino a 4,5 chilogrammi: quando tornano al furgone si ricaricano in vista di un successivo viaggio.
Come le altre aziende che stanno provando le consegne con i droni, anche UPS ha dovuto fare i conti con l’eventuale fallimento del suo nuovo sistema. Stando al sito di tecnologia TechCrunch, un test per la consegna è fallito a causa di qualche problema tecnico: il drone ha smesso di funzionare correttamente durante la fase di decollo, è caduto dal furgone e si è danneggiato nell’impatto con il suolo.
Per ora la maggior parte dei governi è molto cauta sull’autorizzazione dei sistemi di trasporto con i droni, in attesa di avere maggiori garanzie sulla loro sicurezza. Negli Stati Uniti, per esempio, la Federal Aviation Administration (l’agenzia governativa che regolamenta l’aviazione civile) impone che i droni restino sempre nella visuale di chi li sta manovrando, cosa che esclude il loro utilizzo per itinerari di media durata e per coprire grandi distanze. Le cose potrebbero comunque cambiare a breve, sia grazie ai progressi nelle tecnologie per rendere automatico il volo dei droni commerciali, sia per le forti pressioni che grandi aziende come Amazon e quelle di consegne stanno esercitando nei confronti dei politici a Washington.