I tassisti protestano ancora contro il governo
Lo sciopero contro il rinvio di una norma sui tassisti abusivi è arrivato al quinto giorno e a Milano ci sono stati almeno due episodi di violenza
Da mercoledì scorso i tassisti italiani stanno protestando in diverse città contro una norma che prevede di allungare di un anno il tempo che il ministero dei Trasporti ha per emanare un nuovo regolamento sui tassisti abusivi. Oggi è il quinto giorno consecutivo di proteste e si prevede che continueranno almeno fino a domani, martedì 21 febbraio, quando ci sarà l’incontro tra le associazioni di categoria e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Intanto, a Milano, ci sono state alcune situazioni di tensione e violenza.
Le città più coinvolte nella protesta sono Roma e Milano, ma sono stati segnalati dei fermi per la giornata di oggi anche a Napoli sia all’aeroporto che in stazione centrale. A Roma il servizio è bloccato, ma una delle società di radiotaxi, Samarcanda, ha organizzato un servizio per garantire il servizio almeno alle fasce più deboli: si chiama “taxi solidale” e prevede che 50 taxi siano a disposizione dei cittadini «diretti in strutture ospedaliere pubbliche, di diversamente abili, di anziani, di donne in gravidanza, di non vedenti».
Nelle ultime ore ci sono stati anche alcuni episodi di aggressione. Nella notte tra sabato e domenica in Piazza Duca d’Aosta a Milano un tassista ha chiamato la polizia dicendo che dopo aver fatto scendere un cliente al termine di una corsa è stato affiancato da due colleghi che lo hanno accusato di essere in servizio in una giornata in cui tutti gli altri erano fermi. Gli avrebbero poi staccato l’adesivo “Radio” dall’auto invitandolo ad andarlo a riprendere in stazione centrale, dove c’è il presidio permanente dei tassisti. La scorsa notte, sempre a Milano, alcuni tassisti hanno lanciato delle uova contro una macchina NCC, quelle di “noleggio con conducente” di cui fanno parte anche servizi come Uber (almeno nella sua versione con le berline nere: UberPop, il servizio basato sulle auto dei privati cittadini, è già stata dichiarata illegale in Italia). Il conducente ha reagito tirando fuori una pistola che si è scoperto poi essere un’arma giocattolo: l’autista dell’auto a noleggio è stato comunque denunciato per minacce. La prossima settimana a Milano comincerà la settimana della moda e sotto attese circa 15 mila persone. Il presidente onorario della Camera della Moda, Mario Boselli, ha detto di essere «preoccupato» per un eventuale prolungamento dello sciopero dei taxi e che saranno messe a disposizione delle navette gratuite: «Ma non basteranno, la nostra speranza è che la protesta rientri».
La norma contro cui i tassisti protestano è un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe”, un provvedimento che viene approvato ogni anno a fine dicembre e che contiene una serie molto eterogenea di norme, in genere accomunate dal fatto che servono a rimandare o prorogare qualcosa. In questo caso l’emendamento, firmato dai senatori del PD Linda Lanzillotta e Roberto Cociancich, prevede di allungare di un anno il tempo che il ministero dei Trasporti ha per emanare un nuovo regolamento sul trasporto che avrà l’obiettivo di combattere i tassisti abusivi. Lo scopo dell’emendamento, hanno spiegato i due senatori che lo hanno firmato, è dare altro tempo al ministero, in modo da riportare al tavolo delle trattative i rappresentanti dei taxi e quelli delle società di noleggio con conducente, e giungere così a una soluzione soddisfacente per tutte le parti.
Nel frattempo il 17 febbraio il Codacons (che rappresenta le associazioni che difendono i diritti degli utenti e dei consumatori) ha depositato un esposto alle procure di Roma, Milano e Torino: «La protesta dei tassisti per come si è svolta e senza essere stata annunciata e preavvisata, ha comportato un gravissimo pregiudizio alla collettività e all’utenza dei taxi, privata di un servizio pubblico». La settimana scorsa la commissione di garanzia degli scioperi aveva scritto ai sindacati dei tassisti «eccependo la violazione della legge sull’esercizio del diritto di sciopero, con riferimento al mancato rispetto dell’obbligo del preavviso di 10 giorni, della mancata predeterminazione della durata dell’astensione e del mancato rispetto della garanzia delle prestazioni indispensabili». È dunque possibile che saranno previste delle sanzioni nei confronti della categoria.