I premi della Berlinale

Il più importante premio di uno dei più importanti festival di cinema del mondo è andato a un film ungherese su due persone che sognano di essere cervi

(JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)
(JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)

Il 18 febbraio sono stati assegnati i premi della 67esima edizione del festival del cinema di Berlino, anche noto come Berlinale. Il premio per il Miglior film –  l’Orso d’oro – è stato vinto da On body and soul della regista ungherese Ildikó Eneydi: è un film drammatico – da alcuni definito invece “tragicomico” – i cui protagonisti sono un uomo e una donna che lavorano in un mattatoio e scoprono di fare entrambi un simile sogno ricorrente, in cui ci sono dei cervi in un bosco, durante una nevicata. Arianna Finos ha definito il film «una storia d’amore delicata e sorprendente» e ha riportato le parole della regista: «Volevo fare un film semplice come un bicchiere d’acqua. Sapevo che era un rischio, il mio cast credeva in me ma non sapevo come il pubblico l’avrebbe abbracciato, c’era bisogno di cuori generosi».

La giuria del Festival del cinema di Berlino era presieduta dal regista Paul Verhoeven e composta dalla produttrice Dora Bouchoucha Fourati, dall’artista Olafur Eliasson, dalle attrici Maggie Gyllenhaal e Julia Jentsch, da Diego Luna e Wang Quan’an. La Berlinale è uno dei festival più importanti del mondo e questa edizione era iniziata il 9 febbraio con la proiezione di Django, un film francese diretto da Étienne Comar sulla vita del musicista jazz Django Reinhardt.

Dopo che l’anno scorso l’Orso d’oro andò a Fuocoammare – il documentario di Gianfranco Rosi ora candidato all’Oscar – quest’anno non c’erano film italiani in concorso. Nella sezione Panorama Special c’era però Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che come già era successo al Sundance Festival è stato molto apprezzato dalla critica. Parla di un ragazzo di 17 anni che si innamora di un uomo più anziano durante una vacanza in Italia: è tratto da un romanzo del 2007 di André Aciman.

Il Festival di Berlino ha però assegnato l’Orso d’oro alla carriera alla costumista italiana Milena Canonero, famosa per aver collaborato a molti film di Stanley Kubrick e vincitrice di quattro premi Oscar. Il premio speciale della giuria è andato a Félicité di Alain Gomis (ambientato in Congo) e l’Orso d’argento per la Miglior regia è andato al finlandese Aki Kaurismaki per il film The Other Side of Hope (che parla di migranti, anche se in modo molto particolare, quasi surreale). Come ha scritto Valerio Cappelli sul Corriere della Sera, Kaurismäki si aspettava forse l’Orso d’oro (il premio più importante) e non si è curato molto di quello d’argento per la regia.

Il celebre regista finlandese Kaurismäki, 59 anni, è stato raggiunto al suo posto da una giurata, la produttrice Dora Bouchoucha Fourati, che gli ha portato il premio. Lui si è messo l’Orso d’argento con disprezzo nella tasca della giacca, poi l’ha afferrato e l’ha usato come microfono per dire: «Grazie signore e signori». E puntando il dito con fare minaccioso verso la giuria, si è nuovamente seduto senza aggiungere altro. Ma va detto che già sul tappeto rosso, prima di entrare in sala, Kaurismaki è apparso sopra le righe. A Berlino aveva annunciato che avrebbe realizzato il terzo e ultimo capitolo della trilogia sui migranti. Ma nei giorni seguenti, alla tv pubblica finlandese, ha invece detto che avrebbe smesso col cinema: «L’avevo già detto ma stavolta sarà veramente un addio. Sono stanco, voglio cominciare a vivere la mia vita».

I più importanti premi del Festival di Berlino

I titoli di molti film sono in inglese (anche se prodotti in altri paesi) per chiarezza generale. Non sono in italiano perché quasi nessun film ha ancora la certezza di essere distribuito in Italia (e quindi un titolo italiano):

  • Orso d’oro per il miglior film: On body and soul di Ildikó Enyedi
  • Orso d’argento per il miglior regista: Aki Kaurismäki per The other side of hope
  • Orso d’argento per il miglior attore: Georg Friedrich per Bright Nights
  • Orso d’argento per la migliore attrice: Kim Min-hee per On the beach at night alone
  • Orso d’argento per la migliore sceneggiatura: Sebastián Lelio e Gonzalo Maza per Una mujer fantástica
  • Orso d’argento, gran premio della giuria: Félicité di Alain Gomis
  • Orso d’argento per il miglior contributo artistico: Dana Bunescu per Ana, mon amour
  • Premio Alfred Bauer (per il film che “apre nuove prospettive”): Pokot di Agnieszka Holland
  • Orso d’oro alla carriera: Milena Canonero
  • Teddy Award (per film con temi LGBT): Una mujer fantástica di Sebastián Lelio