Playboy torna a pubblicare foto di nudi
A meno di un anno dal primo numero senza immagini esplicite, la rivista ci ha ripensato: "ci riprendiamo la nostra identità e rivendichiamo ciò che siamo"
Playboy, la rivista per adulti più famosa al mondo, ha annunciato che dalla sua prossima edizione di marzo-aprile riprenderà a pubblicare fotografie di donne nude, a meno di un anno dalla pubblicazione di una versione completamente rinnovata del giornale in seguito alla decisione di eliminare nudi e immagini esplicite. La notizia è stata confermata su Twitter dal nuovo responsabile creativo Cooper Hefner, che ha 25 anni ed è figlio di Hugh Hefner, il fondatore della rivista nel 1953. Nel tweet si legge: “Oggi ci riprendiamo la nostra identità e rivendichiamo ciò che siamo”.
— Cooper Hefner (@cooperhefner) February 13, 2017
Sulla copertina del prossimo numero di Playboy ci sarà una modella svestita, in parte coperta dalla scritta #NakedIsNormal, cioè “la nudità è una cosa normale”. Hefner ha ammesso che negli ultimi anni la rivista aveva mostrato “la nudità in un modo datato”, ma che il problema doveva essere superato cambiando il modo di mostrarla e non rinunciando a una delle caratteristiche più famose di Playboy: “La nudità non è mai stata il problema, perché la nudità non è un problema”.
Our March/April 2017 cover #NakedIsNormal https://t.co/FhCkcmnV0S pic.twitter.com/WSxMElDa94
— Playboy (@Playboy) February 13, 2017
Sul prossimo numero della rivista ci sarà una sorta di restaurazione: oltre al ritorno dei nudi fotografici, saranno nuovamente pubblicate alcune storiche rubriche come “La filosofia di Playboy” e le “Battute da usare alle feste”. In passato queste sezioni erano state accusate di trasmettere messaggi sessisti, ma ora l’intento della rivista sembra essere più aperto e aggiornato ai tempi. Dalla copertina sarà rimosso il sottotitolo “Intrattenimento per uomini”. Hefner ha spiegato che: “Playboy è sempre stato un brand sugli stili di vita focalizzato sugli interessi degli uomini, ma considerato che i ruoli di genere continuano a evolvere nella società, faremo altrettanto anche noi”.
Playboy aveva smesso di pubblicare nudi un anno fa, cambiando anche la grafica del giornale con l’intento di attrarre nuovi lettori più giovani, che vivono soprattutto nelle grandi città. Negli anni precedenti la rivista era diventata comunque più morigerata, riducendo le immagini di nudo e sostituendole con fotografie allusive, ma meno esplicite. In questo modo si era potuta fare pubblicità più facilmente su social network come Facebook e Instagram, dove le fotografie di nudo sono vietate e vengono rimosse, spesso con la sospensione degli account che le diffondono. Playboy ha oltre 5,7 milioni di follower su Instagram e circa 17 milioni di “Mi piace” sulla sua pagina Facebook.
Non è chiaro se la scelta di tornare ai nudi sia anche legata all’andamento delle vendite della rivista, come hanno ipotizzato alcuni osservatori. Playboy a metà anni Settanta vendeva circa 5,6 milioni di copie solo nel Nordamerica, oggi ne vende meno di 700mila. Il calo delle vendite è in gran parte dovuto al fatto che le immagini di nudo sono facilmente reperibili online senza dover pagare il prezzo di copertina di una rivista per adulti e questo aveva pesato, più di altre considerazioni, sulla scelta di rimuovere i nudi. Molti dei lettori che acquistano Playboy lo fanno per collezionismo, o perché sono interessati agli articoli al suo interno.
Il logo dell’azienda, il coniglietto con un papillon, è tra i più conosciuti al mondo insieme a quelli di Nike e di Apple. Playboy fa soprattutto soldi attraverso le licenze per l’utilizzo del suo marchio e del suo logo in giro per il mondo, che vengono utilizzati su prodotti di qualsiasi tipo, dagli shampoo ai profumi ai capi di abbigliamento. La rivista produce ricavi sufficienti per mantenersi solo se si considerano tutte le edizioni internazionali messe insieme. L’edizione statunitense perde in media 3 milioni di dollari ogni anno, ma è considerata una spesa per il marketing irrinunciabile per mantenere la fama del marchio e fare in modo che se ne parli.
Hugh Hefner fondò la rivista nel 1953, pubblicando un primo numero sulla cui copertina c’era una fotografia di Marilyn Monroe, accompagnandolo con un editoriale in cui diceva che “se sei un uomo tra i 18 e gli 80 anni, Playboy è quello che fa per te”. Sulla copertina non c’era una data precisa di uscita perché Hefner non era sicuro che la cosa potesse funzionare. La pubblicazione fu invece un successo e negli anni seguenti, oltre alle fotografie di nudo, si fece conoscere grazie alla qualità dei suoi articoli che toccavano temi di attualità con punti di vista meno ingessati e ortodossi. Playboy pubblicava racconti di Haruki Murakami, interviste con Malcom X, Martin Luther King, il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e Vladimir Nabokov. Negli anni Settanta raggiunse l’apice, vendendo nel Nordamerica più di 7 milioni di copie.