Paolo Berdini si è dimesso (davvero) dalla giunta di Roma
Era assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici e formalmente ha preso questa decisione per un disaccordo sulla costruzione dello stadio della Roma
Paolo Berdini si è dimesso, stavolta davvero, dalla giunta del Comune di Roma in cui era assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici. Qualche giorno fa erano state pubblicate delle registrazioni in cui si sentiva Berdini accusare la sindaca Virginia Raggi di essere impreparata per fare il suo lavoro. La diffusione di quelle parole aveva provocato le dimissioni di Berdini che Raggi aveva però “rifiutato con riserva”. La nuova e definitiva decisione di Berdini è arrivata prima che Raggi prendesse una decisione e dopo un incontro avvenuto nel pomeriggio in Campidoglio sulla costruzione del nuovo stadio per la squadra di calcio della Roma a Tor di Valle, nella periferia sud della città.
Berdini ha spiegato in una nota il motivo delle sue dimissioni “irrevocabili”: «Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro. Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma». E ancora: «Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata, che come è noto, ha provocato immensi danni a Roma».
Paolo Berdini si è sempre opposto al progetto dello stadio anche sulla base delle opere “di contorno” e cioè grattacieli, parchi, un ponte e stazioni della metropolitana, che riteneva superflue e passibili di speculazioni edilizie. Molte di queste opere però erano state richieste dalla giunta precedente, quella guidata da Ignazio Marino, per ampliare l’interesse pubblico dell’opera, rendere più facile raggiungerla e riqualificare il quartiere dove sarà costruita.
(A che punto è lo stadio della Roma)
Dopo l’incontro di oggi in Campidoglio sul progetto dello stadio, il vicesindaco Luca Bergamo ha ringraziato «la Roma per aver risposto alle sollecitazioni dell’amministrazione capitolina nella riunione della scorsa settimana presentandoci oggi una revisione del progetto che ha dei caratteri fortemente innovativi. I tavoli tecnici sono ancora al lavoro, faremo una valutazione di questa importante novità e ci siamo dati appuntamento alla prossima settimana». E l’assessora alla Mobilità Linda Meleo ha aggiunto che il progetto «sta andando avanti» e che «questo stadio è uno stadio che si può fare in maniera sostenibile e adeguata». Queste dichiarazioni sono state interpretate come un passo avanti nella realizzazione dello stadio, rispetto almeno allo scetticismo che il Movimento 5 Stelle aveva mostrato in campagna elettorale per questo progetto.
Lo stadio non è stato comunque l’unico problema di Berdini con la giunta Raggi: la scorsa settimana La Stampa aveva pubblicato una conversazione avuta dal giornalista Federico Capurso con Berdini in cui l’ormai ex assessore criticava Raggi dicendo che gli sembrava inadeguata al suo incarico e impreparata a svolgerlo. Berdini parlando di Raggi e Salvatore Romeo (ex capo della segreteria di Raggi e protagonista della storia delle polizze vita), suggeriva anche al giornalista di citarlo come una fonte anonima per dire che Raggi e Romeo erano amanti. Dopo che Raggi aveva risposto alle critiche dicendo di aspettarsi una smentita, Berdini prima aveva detto di non aver mai detto le frasi riportate da Capurso e poi aveva spiegato che le informazioni gli erano state «carpite dolosamente» da «uno sconosciuto che non si è nemmeno presentato come giornalista».
Dopo le dimissioni di Berdini Raggi ha dichiarato: «Adesso basta: abbiamo anche sorvolato sui pettegolezzi da bar, ora prendiamo atto che l’assessore preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare. Noi andiamo avanti». Non si sa ancora se sarà la sindaca ad assumere le due deleghe di Berdini, Urbanistica e Lavori pubblici, o se nominerà qualcun altro.