Wikipedia non vuole più usare il Daily Mail come fonte
I volontari che ne curano la versione in inglese hanno definito "inaffidabile" il tabloid britannico che pubblica notizie parziali e bufale, spesso riprese dai giornali italiani
Alcuni dei volontari che curano la versione in inglese di Wikipedia, la più grande enciclopedia online al mondo, hanno deciso di vietare l’utilizzo del tabloid britannico Daily Mail come fonte, per la sua nota tendenza a pubblicare notizie false, inaffidabili o parziali. La discussione sulla possibilità di smettere di usare il Daily Mail come fonte va avanti da circa due anni, ha detto Wikimedia, la fondazione che gestisce Wikipedia ma che non ne ha il controllo editoriale. Le motivazioni della decisione dei volontari definiscono il tabloid «generalmente inaffidabile», precisando che «il suo utilizzo come fonte viene in linea di massima vietato, specialmente quando esistono altre fonti più affidabili». Il Daily Mail, secondo chi ha partecipato alla discussione sul forum dei curatori di Wikipedia che ha portato alla decisione, «ha una reputazione per lo scarso fact checking, per il sensazionalismo e per le invenzioni di sana pianta».
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Il Daily Mail esiste da oltre cento anni ed è il più famoso tabloid britannico: nel Regno Unito esiste una lunga tradizione di giornalismo serio ed affidabile – come quello del Guardian, del Financial Times, del Times o di BBC – accompagnato da un’altrettanto radicata tradizione di tabloid, giornali allarmisti, sensazionalisti e morbosi, come il Daily Mail, il Sun o il Daily Mirror. Sono giornali molto diffusi nella classe media, e pubblicano praticamente quotidianamente notizie parziali e poco verificate, quando non completamente false. Spesso capita che le notizie più dubbie e sospette pubblicate dal Daily Mail siano riprese dai giornali italiani, consapevoli della poca affidabilità del tabloid ma spesso attirati dal potenziale di notizie “strano ma vero” in termini di curiosità dei lettori e traffico online. Uno degli esempi recenti più notevoli è quello della falsa fatwa dichiarata dallo Stato Islamico ai gatti: una notizia che era nata molto diversa e meno straordinaria, ma che dopo alcuni passaggi su giornali locali iracheni era finita sul Daily Mail nella versione che poi è stata ripresa dai principali quotidiani italiani. Non era vero niente.
Quella presa dai volontari di Wikipedia è la prima decisione di questo tipo, e a qualcuno è apparsa strana visto che il sito continua a permettere l’utilizzo di altre fonti spesso discutibili, come i media controllati dal governo russo (per esempio Russia Today) o Fox News. La proposta di vietare il Daily Mail è stata fatta dall’utente Hillbillyholiday, all’interno di una discussione sul tema. C’è stato anche qualcuno che si è opposto, accusando la proposta di essere pregiudiziale, visto che il Daily Mail è un giornale storico e che anche molti altri media pubblicano notizie false. Per applicare la decisione, verrà introdotto un filtro nella versione in inglese del sito che chiederà, all’inserimento di un link al Daily Mail nelle fonti, di scegliere un altro giornale. È probabile comunque che ci saranno casi in cui link al tabloid continueranno a essere usati, a partire dalle voci che si occupano specificamente del giornale o dei suoi giornalisti. I volontari stanno anche organizzandosi in turni per sostituire, quando possibile, circa i 12mila link al Daily Mail presenti su Wikipedia in inglese.
Un portavoce del Daily Mail ha detto al Guardian: «È difficile decidere se ridere o piangere per questa decisione di Wikipedia. Per la cronaca: il Daily Mail ha proibito a tutti i suoi giornalisti di usare Wikipedia come unica fonte nel 2014, per la sua inaffidabilità. L’anno scorso il Daily Mail e il MailOnline hanno pubblicato in tutto più di mezzo milione di articoli, e ciononostante hanno ricevuto solo due richiami ciascuno dall’IPSO [l’agenzia indipendente britannica che controlla la stampa]. Tutti quelli che hanno a cuore la libertà di espressione dovrebbero essere profondamente preoccupati per questo tentativo cinico e politicizzato di soffocare la libera stampa».