La mostra sull’erotismo di Araki, a Milano
80 fotografie di uno dei più controversi autori giapponesi: donne legate, nude e circondate da mostri
Fino al 26 marzo la galleria Carla Sozzani di Milano ospita la mostra “Araki Amore“, che raccoglie più di ottanta opere del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, controverso e famoso per l’erotismo delle sue fotografie, dove l’amore, il sesso, la morte e la violenza si mescolano e sovrappongono. La rassegna è curata da Filippo Maggia e si può visitare gratuitamente negli spazi di 10 Corso Como a Milano.
La maggior parte delle fotografie esposte è stata realizzata negli ultimi due anni; alcuni lavori sono inediti, tra cui tre composizioni di 100 polaroid ciascuna e un video-documentario che mostra Araki al lavoro con una ballerina, girato a Tokyo a luglio 2015. I temi sono quelli per cui Araki è famoso: donne nude o leggermente coperte da kimono, spesso legate o circondate da kaiju, i mostri mitologici – tra cui Godzilla – che si apprestano, come le donne delle fotografie, a sconvolgere la vita serena e rassicurante delle città. E poi ci sono bamboline insanguinate e legate, e molte immagini di fiori e frutta intense e sensuali.
Nobuyoshi Araki è nato a Tokyo nel 1940, si è diplomato in cinema e fotografia e la sua prima mostra personale è del 1965. Nel 1968 incontrò, nell’agenzia pubblicitaria in cui lavorava, la saggista Yōko Aoki: diventò sua moglie e una figura centrale nel suo lavoro. Nel 1971 dopo il loro matrimonio Araki pubblicò il libro Sentimental Journey, che racconta il viaggio di nozze e il sesso insieme, e che aggiornò dopo la morte di lei per un cancro alle ovaie nel 1990, in Sentimental Journey/Winter Journey, sulla loro vita insieme.
Araki è stato accusato spesso di scattare immagini pornografiche e in Giappone è stato arrestato più volte per oscenità. La serie Kinbaku, del 1979, è dedicata al bondage e raccoglie i ritratti di 101 donne legate mentre negli anni Ottanta pubblica Tokyo lucky hole, sulla vita nel quartiere a luci rosse di Kabukichō, a Tokyo. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives; ha pubblicato più di 350 libri e realizzato la copertina del disco Telegram di Björk, estimatrice del suo lavoro (di recente avrete visto una sua foto sulla copertina di La vegetariana pubblicata da Adelphi). Nel 2009 ha iniziato la serie Volti dal Giappone, in cui ritrae centinaia di persone di ogni prefettura giapponese.
La copertina di Telegram