Chi è il presunto autore dell’attacco alla moschea di Quebec City
Alexandre Bissonnette ha 27 anni e aveva espresso sostegno online per la politica di estrema destra francese Marine Le Pen
Alexandre Bissonnette, uno studente universitario di 27 anni, è stato accusato di omicidio premeditato per l’attacco alla moschea di Quebec City, la capitale del Quebec (Canada), di domenica scorsa, nel quale sono state uccise sei persone musulmane e altre 19 sono rimaste ferite. Bissonnette dovrà anche rispondere alle accuse di tentato omicidio per il ferimento grave di alcune altre persone che si trovavano nell’edificio. La decisione è stata assunta nel tardo pomeriggio di lunedì 30 gennaio (in Italia era già notte) da un tribunale di Quebec City: durante la breve udienza, Bissonnette è rimasto in silenzio, con mani e piedi ammanettati e lo sguardo sempre rivolto verso il pavimento. La prossima udienza è stata fissata per il 21 febbraio.
Per ora non ci sono molte informazioni sul presunto autore dell’attacco: la Laval University ha confermato che Bissonnette era uno studente dell’ateneo e che, con effetto immediato, è stato sospeso e non potrà proseguire le lezioni fino a quando si sarà concluso il processo nei suoi confronti. Bissonnette lavorava inoltre in un call center di Hema-Quebec, un’organizzazione senza scopo di lucro per le donazioni di sangue. I suoi dirigenti hanno detto di essere rimasti “scioccati” dalla notizia.
Facebook ha sospeso il profilo di Bissonnette, che conteneva comunque post pubblici di vario tipo e “Mi piace” su pagine di destra ed estrema destra, come quelle dedicate a Marine Le Pen del Fronte Nazionale francese. Secondo alcune testimonianze, Bissonnette è anche un sostenitore del presidente statunitense Donald Trump, per il quale aveva espresso ammirazione con amici e conoscenti, ma senza mai fare riferimento alla possibilità di atti violenti contro la comunità musulmana.
Intervistati da CBC, alcuni vicini hanno spiegato che Bissonnette aveva affittato un appartamento con suo fratello a breve distanza dal centro culturale islamico dove domenica ha poi compiuto l’attentato. L’appartamento è stato perquisito, così come la casa dei suoi genitori a Cap-Rouge, nella periferia della città. Sempre dai vicini, è stato descritto come una persona molto introversa e poco socievole, ma all’apparenza tranquilla.
Un gruppo Facebook dedicato all’accoglienza dei rifugiati a Quebec City ha scritto un post per commentare la notizia esprimendo “dolore e rabbia” per quanto accaduto. Nel messaggio si legge che Bissonnette era “sfortunatamente noto ad alcuni attivisti a Quebec City per essere un simpatizzante di Le Pen e per le sue posizioni anti-femministe”, espresse soprattutto all’università e talvolta in alcuni gruppi e profili sui social network.
Poco dopo l’attacco di domenica alla moschea, la polizia aveva detto di avere arrestato due persone sospette. In seguito alle prime indagini si è però chiarito che solo uno era il sospetto attentatore, mentre l’altro era un semplice testimone. Le persone uccise nel centro culturale islamico avevano tra i 30 e i 60 anni ed erano tutti padri di famiglia, hanno spiegato fonti della polizia ai giornali locali. Tra loro c’era anche un docente della Laval University, un impiegato governativo esperto di informatica e altre persone conosciute nella comunità soprattutto per il loro impegno nell’assistere i nuovi migranti al loro arrivo nella città. Cinque persone sono ricoverate in ospedale in condizioni critiche.
Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha definito le uccisioni alla moschea un “attacco terroristico” condotto contro “un gruppo di innocenti presi di mira per la loro fede”. Trudeau ha poi rivolto un messaggio alla comunità musulmana: “All’oltre milione di canadesi di fede musulmana, desidero dire direttamente che siamo tutti con voi, 36 milioni di cuori si sono spezzati come i vostri”.