Al Leicester butta male
La squadra campione in carica della Premier League non segna da un mese in campionato ed è a 5 punti dalla zona retrocessione
Che la nuova stagione del Leicester dopo la recente vittoria della Premier League sarebbe stata molto diversa se lo aspettavano un po’ tutti: difficilmente la squadra allenata da Claudio Ranieri avrebbe potuto ripetere un’impresa unica nella storia del calcio, per una serie di ragioni che andavano dal mutamento della rosa e delle prestazioni dei suoi giocatori all’approccio delle altre squadre, che col passare dei mesi hanno progressivamente imparato a non farsi cogliere di sorpresa dal suo modo di giocare. Ora però, sei mesi dopo l’inizio della stagione, il Leicester si trova pericolosamente vicino alla zona retrocessione e fa molta fatica a concretizzare il suo gioco, come era invece solito fare in maniera brillante nella passata stagione. Nessun giocatore simbolo della vittoria dell’anno scorso, né Ryad Mahrez, né Jamie Vardy o Wes Morgan, sta ripetendo le prestazioni a cui eravamo stati abituati e quasi nessuno dei nuovi acquisti fatti dal club in estate si è dimostrato funzionale al gioco della squadra.
Il Leicester ha vinto solo una delle ultime cinque partite di campionato: le ultime due disputate le ha addirittura perse entrambe per 3 a 0, contro Chelsea e Southampton. Complessivamente, in Premier League non segna da un mese e nelle ultime 10 partite ha subito 17 gol. Ora il Leicester detiene il peggior andamento in trasferta della Premier League, avendo ottenuto solo due punti sui 27 messi in palio dalle nove partite giocate fuori casa finora. Venerdì ha giocato contro il Derby County, squadra al settimo posto nella Championship, la Serie B del campionato inglese, e ha pareggiato 2 a 2 solo grazie a un goffo autogol di un avversario e a un gol segnato a pochi minuti dal termine. Era una partita di FA Cup, ed essendo terminata in parità verrà rigiocata nei prossimi giorni: da quanto si è visto in campo, il passaggio del turno del Leicester non è per nulla scontato.
L’autogol di Darren Bent in Derby County-Leicester
Il reparto offensivo del Leicester è l’unico che è stato veramente rinforzato in estate. Non è stato ceduto nessun giocatore, è arrivato Bartosz Kapustka, giovane promettente ala polacca, la punta nigeriana Ahmed Musa, che la scorsa stagione ha segnato 18 gol in 44 partite con il CSKA Mosca, e l’attaccante algerino Islam Slimani dallo Sporting Lisbona, comprato per 30 milioni di euro. Slimani è l’unico dei nuovi attaccanti ad aver convinto nelle partite in cui è stato utilizzato. Musa gioca poco e non è mai incisivo mentre Kapustka deve ancora giocare una partita di campionato. Vardy e Mahrez, i due migliori marcatori della squadra lo scorso anno, hanno segnato meno di dieci gol in due e sembrano decisamente meno ispirati, tanto che in un paio di occasioni Ranieri li ha sostituiti entrambi, addirittura anche fra un tempo e l’altro.
La difesa è il reparto di gioco che fin qui ha dato più problemi al Leicester. Wes Morgan e Robert Huth, due centrali “rocciosi”, forti fisicamente e nel gioco aereo ma poco mobili e limitati tecnicamente, l’anno scorso erano stati definiti come la coppia di centrali più difficile da affrontare dagli attaccanti avversari. Riuscivano a reggere molto bene in qualsiasi situazione, anche contro gli attacchi più forti e veloci, anche grazie all’ottimo lavoro di copertura dei centrocampisti N’Golo Kanté e Danny Drinkwater.
In estate il club ha comprato un solo un nuovo difensore, lo spagnolo Luis Hernandez dallo Sporting Gijón, che però è già ritornato in Spagna. Al posto di Kanté, venduto al Chelsea, è stato acquistato un altro mediano francese, il 24enne Nampalys Mendy, che ha delle caratteristiche simili a quelle di Kanté: un centrocampista incontrista con un buon senso della posizione, capace di gestire la palla e di recuperare un sacco di palloni a centrocampo. Ma Mendy non è stato mai ritenuto all’altezza dei titolari e l’importanza che aveva Kanté per la squadra non è stata rimpiazzata da nessuno. Per correre ai ripari, pochi giorni fa la dirigenza ha acquistato dai belgi del Genk il mediano nigeriano Onyinye Ndidi, un 20enne ritenuto molto promettente che potrebbe riuscire a dare una mano al reparto difensivo della squadra.
Una delle prima azioni di Ndidi con il Leicester: contrasto a centrocampo che toglie palla a un avversario
A tutto questo si aggiunge il fatto che gli avversari hanno ormai imparato ad affrontare il Leicester e non si fanno più cogliere impreparati dal pressing e dai rapidi contropiedi, che fra l’altro risultano molto più macchinosi e lenti rispetto a qualche mese fa. Di conseguenza, quando il Leicester modifica il suo stile di gioco diventa una squadra normale composta per la maggior parte da giocatori nella media. Ad inizio stagione Ranieri aveva detto: “L’obiettivo di partenza è la soglia dei quaranta punti per salvarsi. Poi, una volta centrato il traguardo, alzeremo l’asticella. Arrivare tra le prime dieci. L’Europa League. Un posto in Champions”. Arrivati a questo punto della stagione, con la squadra al 15esimo posto, l’unico obiettivo realistico è rimasto il primo, quello della salvezza.
Al termine dell’ultima partita di Premier League Ranieri ha fatto un po’ di autocritica e cercato di spiegare in che modo cercherà di rimediare, dicendo: «Nelle ultime due partite ho cambiato formazione alla squadra per aiutare i miei giocatori a giocare meglio e trovare più spesso la soluzione di gioco più giusta, ma forse ho commesso degli errori e ho sbagliato a giocare con tre difensori contro il Chelsea, e oggi con il diamante (il 4-1-2-1-2). I miei giocatori sono abituati a giocare con il 4-4-2, il 4-2-3-1 e con il 4-4-1-1. Moduli di cui conoscono bene le posizioni, i movimenti, tutto. È molto meglio dargli quello che conoscono meglio. Ora riprenderò questi sistemi di gioco».
La stagione del Leicester, tuttavia, non è tutta da buttare. A febbraio giocherà infatti gli ottavi di Champions League contro il Siviglia, una squadra che sta disputando un’ottima stagione ma che tutto sommato è meno temibile delle squadre europee tradizionalmente più forti. Anche solo la qualificazione agli ottavi è stato un grande risultato per il club, e un passaggio ai quarti lo sarebbe ancora di più; ma potrebbe anche togliere energie alla squadra nel momento più decisivo della stagione.