Guanda ci prova con la poesia tascabile
Nel 2017 pubblicherà 16 volumi di inediti e classici: con la sensazione che "la poesia riguadagni spazio"
La casa editrice Guanda ha una nuova collana di Tascabili di poesia. I primi libri – che escono oggi 26 gennaio – sono La foresta dell’amore in noi, un inedito di Adonis, il più famoso poeta di lingua araba (Adonis è siriano, ma da anni vive a Parigi), raccolte del premio Nobel Seamus Heaney, di Charles Bukowski, Jacques Prévert, Dylan Thomas e Pier Paolo Pasolini. La nascita di una nuova collana di poesia è un fatto abbastanza insolito perché in Italia la poesia vende poco e, a parte Einaudi, nessuna grande casa editrice ha la forza e i numeri per fare addirittura una collana di tascabili del genere. Ma è coerente con la storia di Guanda, che fu fondata nel 1932 proprio come casa editrice di poesia e dal 1936, quando si trasferì da Modena a Parma, fu guidata dal poeta Attilio Bertolucci.
Guanda ha tuttora una collana di poesia importante, La Fenice, ma a differenza di Einaudi, Mondadori e altre case editrici più piccole ha rinunciato da anni a pubblicare poeti contemporanei italiani, che per il momento non sono previsti neppure nella nuova collana. La ragione è che difficilmente i contemporanei italiani vendono abbastanza da giustificare l’investimento di un grande editore. (Qui trovate una descrizione dettagliata del mercato della poesia in Italia e una lista dei maggiori poeti italiani viventi).
Nel 2017 i tascabili di poesia di Guanda saranno 16, ma è probabile che il numero si ridurrà un po’ negli anni successivi. In prevalenza si tratterà di ristampe di classici di poesia che vendono di più e con continuità – come Prévert, Neruda o Bukowsky –, ma ci saranno anche riproposte di libri in catalogo ma non più in libreria – per esempio le poesie di Thomas Bernard o di Paul Klee – e qualche inedito, come appunto quello di Adonis. La grafica – di World of Dot di Milano – è molto bianca ed essenziale, con foto scontornate in modo apparentemente casuale, che danno evidenza e forma allo sfondo. È una scelta grafica netta, da collana tradizionale a cui si cerca di dare uniformità e identità. Il prezzo di ogni libro è intorno ai 12 euro, contro i 17-18 dei libri di poesia che escono nella Fenice.
Quello della poesia è un settore editoriale che ha un mercato del tutto particolare, ed è meno basato sulle novità e più sulla durata. Dice al Post Luigi Brioschi, il direttore editoriale di Guanda dal 1986: «In libreria la poesia è sicuramente messa in ombra dalla narrativa, ma ho l’impressione che stia riguadagnando spazio, soprattutto sui social dove i versi, anche quelli di poeti non banali, sono molto citati oppure nei reading ai festival, a cui partecipano moltissime persone. È un consumo gratuito, che però dimostra che la poesia ha ancora una sua vitalità. C’è anche da dire che, essendo una produzione letteraria, la poesia trova qualche volta una ricompensa nella durata maggiore rispetto ai romanzi». La poesia sopravvive, cioè, perché i versi si possono citare facilmente e perché può trasformarsi in una forma di spettacolo. Lo dimostra il successo dei cosiddetti instantpoets di cui abbiamo scritto qui o il caso di Guido Catalano, il poeta (e cabarettista) più seguito e detestato oggi in Italia, che ha appena pubblicato per Rizzoli il libro Ogni volta che mi baci muore un nazista (qui si spiega chi è). Ma lo dimostra anche il seguito dei reading di poesia ai festival letterari.
Uno dei vantaggi editoriali della poesia rispetto agli altri generi è che si presta molto a una politica di catalogo, il che significa che i libri di poesie si consumano meno, possono essere riproposti e riscoperti, diventando classici o, come si dice, longseller, continuando a vendere, magari poco ma con regolarità, negli anni. Brioschi racconta che le poesie di Prévert, di cui Guanda ha tutti i diritti, in vent’anni hanno venduto complessivamente quasi 400 mila copie, una cifra altissima, mentre l’antologia di Pablo Neruda, pubblicata per la prima volta nel 2001, è arrivata a 85 mila copie. Sono numeri da bestseller, ma di bestseller lentissimi, costruiti ristampa dopo ristampa, nei decenni, quasi sempre partendo da tirature contenute. Quelle dei tascabili di Guanda, almeno nella fase iniziale, sono alte, in linea con le tirature della narrativa. La prima di Adonis, per esempio è di tremila copie, mentre quelle degli altri libri in programmazione sono minori.
Nell’immagine sotto, in anteprima, una breve poesia inedita di Adonis.