L’Hotel Rigopiano una settimana dopo
I morti accertati sono 27 e si cercano ancora altre 2 persone che risultano disperse, intanto prosegue l'inchiesta giudiziaria sulla valanga e la gestione dell'emergenza
A una settimana dalla valanga sull’Hotel Rigopiano, l’albergo sul versante pescarese del Gran Sasso rimasto semi-distrutto e sommerso dalla neve dopo una valanga, proseguono i lavori di ricerca delle persone disperse grazie al lavoro delle squadre dei Vigili del Fuoco. Martedì 24 gennaio è stato individuato un numero cospicuo di morti, e altri cinque sono stati recuperati mercoledì: quelli accertati sono ormai 27, mentre le persone che risultano ancora disperse sono 2. I sopravvissuti sono invece 11: 2 scampati alla valanga perché si trovavano fuori dal resort in un’area riparata, 9 estratti vivi dai soccorritori. Le speranze di trovare ancora qualche sopravvissuto, come avvenuto alla fine della settimana scorsa, sono diminuite sensibilmente, ma le attività di ricerca continuano comunque nonostante le grandi difficoltà per muoversi in sicurezza all’interno dell’Hotel Rigopiano.
Luigi D’Angelo, funzionario della Protezione Civile, ha confermato che le ricerche proseguiranno nelle prossime ore con lo stesso impegno da parte dei soccorritori: “Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno, dobbiamo continuare a cercare fino alla fine”. Ha spiegato che le attività si sono concentrate nella zona tra le cucine, il bar e la hall dell’Hotel Rigopiano. Questi ambienti hanno subito danni meno consistenti rispetto ad altre sezioni del resort, ma muoversi al loro interno è comunque complicato e rischioso per la presenza della neve e il rischio di crolli. La valanga ha sfondato finestre e pareti, arrivando a spostare di qualche metro alcuni degli edifici che costituivano il complesso. Nei primi giorni è stato difficile ricostruire la posizione stessa degli ambienti per organizzare i soccorsi.
#Rigopiano condizioni estreme, lo sforzo dei #vigilidelfuoco nella ricerca dei dispersi pic.twitter.com/pSv8VZHNWG
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) January 24, 2017
I responsabili dei Vigili del Fuoco hanno confermato di avere “forze adeguate” nell’area dell’Hotel Rigopiano per la ricerca dei dispersi, rispondendo ai dubbi sollevati nei giorni scorsi da alcuni giornali, che avevano parlato di poche risorse a disposizione dei soccorritori per svolgere il loro lavoro. In una nota, i Vigili del Fuoco scrivono che: “Il contingente e i mezzi impiegati costituiscono un dispositivo assolutamente adeguato allo sforzo operativo in atto e tengono conto della complessità degli interventi che il severo scenario pescarese continua a proporre ai soccorritori”. Da una settimana, al Rigopiano lavorano circa 165 persone in turni organizzati per coprire tutte le ore del giorno e della notte. La nota spiega anche che una quantità “superiore di personale e mezzi dei Vigili del Fuoco non solo non servirebbe ad accelerare le ricerche, ma rischierebbe di rivelarsi addirittura pregiudizievole in relazione alle caratteristiche del sito e alle criticità che si stanno affrontando”.
La Procura di Pescara sta intanto proseguendo le indagini sulla valanga sull’Hotel Rigopiano, prendendo in considerazione tutti gli aspetti della vicenda: dall’incidente alla gestione dell’emergenza e dei primi soccorsi, passando per la storia dell’albergo a cominciare dalla sua edificazione. Citando fonti dell’inchiesta, Repubblica scrive che negli anni passati i responsabili del resort affrontarono un processo legato ad alcuni abusi edilizi:
Nella sentenza di assoluzione degli imputati nel processo per corruzione dell’hotel Rigopiano, depositata il 7/12/2016, in merito ai presunti abusi su terreni demaniali a uso civico pastorale si confermano gli abusi, sanati successivamente da una delibera del Comune che diventò oggetto di accusa della Procura. La sentenza si riferisce ad occupazione abusiva tra il maggio e settembre 2008. I giudici scrivono che “l’occupazione abusiva che riguardava una porzione di terreno piuttosto esigua (1.700 mq) tenuto conto della collocazione geografica (un’area di montagna totalmente disabitata e destinata a pascolo), fu sanata e stabilito per la sua occupazione un canone che non vi sono motivi per ritenere incongruo”. Come ha ricordato il Forum H2O il luogo ricade all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Sul Corriere della Sera, Marco Imarisio ha provato a rimettere in ordine i fatti del 18 gennaio scorso, sulla base delle notizie diffuse finora per capire come è stata gestita l’emergenza. Ieri i giornali hanno pubblicato la trascrizione di una telefonata fatta dal datore di lavoro di Giampiero Parete, sopravvissuto con la sua famiglia, che aveva ricevuto dal suo dipendente una richiesta di aiuto subito dopo la valanga. Per alcune incomprensioni ed errori, la segnalazione non era stata presa subito sul serio dalla funzionaria della sala operativa della Prefettura di Pescara. La Procura ha comunque detto di non avere elementi per ritenere che le incomprensioni abbiano portato a consistenti ritardi nell’organizzazione dei soccorsi.