“Your Name.”, l’anime giapponese dai maggiori incassi di sempre
In Italia è al cinema fino al 25 gennaio, ma ha avuto molto successo e il suo regista viene paragonato a Miyazaki
Your Name. (così, con il punto alla fine) è un film d’animazione giapponese proiettato nei cinema italiani (precisamente questi) dal 23 al 25 gennaio. Your Name. – scritto e diretto da Makoto Shinkai – è stato apprezzato da critici e spettatori: è il film d’animazione giapponese che nella storia ha incassato di più nel mondo (e ancora deve arrivare negli Stati Uniti); in Giappone, dove è uscito ad agosto, è stato il film più visto del 2016, contando anche i film stranieri.
Your Name. racconta una storia particolare e complicata. I protagonisti del film sono un ragazzo e una ragazza: lei (Mitsuha) vive in una zona rurale e sogna la vita di città: frustrata dalla vita di provincia, esprime il desiderio di essere “un bel ragazzo di Tokyo, nella prossima vita”. Lui (Taki) invece vive a Tokyo. Un giorno i due si svegliano e si rendono conto di essersi scambiati i corpi; quando capiscono che cosa sta succedendo, per aiutarsi a non avere comportamenti strani nei momenti di scambio, che si ripete più volte, comunicano tra loro lasciandosi bigliettini, messaggi nel telefono e scritte sul corpo. Oltre allo scambio di corpi, nel film ci sono viaggi nel tempo (più o meno) e si parla anche di un disastro naturale immaginario.
Su IMDB il voto medio di Your Name. (il cui titolo originale è Kimi no na wa.) è 8,7 su 10; è stato votato da più di 15mila persone. È alto anche il valore assegnato facendo la media delle principali recensioni dei critici professionisti: 80 su 100. Dan Jolin di Empire l’ha apprezzato perché è «in parte una commedia sul body-swap [il sottogenere in cui due persone si scambiano i corpi], in parte una storia d’amore a distanza, in parte… qualcos’altro» e ha scritto: «Se quest’anno potete vedere solo un film d’animazione giapponese, fate che sia questo, e guardatelo anche più di una volta».
Jolin è forse il critico a cui Your Name. è piaciuto di più: ha detto che meriterebbe l’Oscar (forse due Oscar: come Miglior film straniero e come Miglior film d’animazione) e che nei prossimi anni Shinkai potrebbe – e meriterebbe di – diventare il nuovo Hayao Miyazaki, perché ha la stessa «soprannaturale attenzione al dettaglio», perché «il film brilla di luce propria» e perché nella trama c’è una grande «audacia narrativa». Tutte cose che concorrono nel creare una «profonda e magnifica esperienza cinematografica». In realtà il New York Times ha scritto che lo stesso Shinaki ammette di essere un disegnatore mediocre: scrive storie, poi cerca immagini – soprattutto su internet – per far vedere agli animatori cosa vorrebbe che disegnassero.
Non tutti i critici sono d’accordo con Jolin: se molti parlano bene del film (anche se non così bene), c’è anche chi ne parla male. Mike McCahill ha scritto sul Guardian che il film è «una fantasia emo sul body-swap» e che se è vero che Shinaki sa fare immagini belle quanto quelle di Miyazaki, è comunque lontano dal saper inventare storie ugualmente importanti ed emozionanti. Secondo McChaill, Your Name. è un cartone animato per adolescenti, niente di più.
Oltre al suo valore cinematografico, Your Name. ha però fatto parlare anche dell’argomento che tratta. Ci sono due adolescenti che si scambiano di sesso, con scene che lo raccontano in modo abbastanza esplicito: per esempio, quando Taki capisce di essere nel corpo di Mitsuha inizia a toccarsi il seno. Giulia Pompili racconta sul Foglio che un giornalista ha chiesto a Shinaki «se avesse tentato di trattare un tema LGBT con una storia di confusione sessuale» e il regista ha risposto che «il tema dello scambio dei corpi e dei ruoli è un topos [un tema base e ricorrente] della cultura giapponese, ma il gender proprio non c’entra niente».