Il “Blue Monday” non esiste
La storia ricorrente sul "giorno più triste dell'anno", che trovate su molti giornali, ovviamente è una bufala
Il “Blue Monday”, se state a quello che dicono i giornali italiani, è “il giorno più triste dell’anno” (“blue” in inglese vuol dire anche triste, depresso). “È il blue monday, ovvero il giorno più triste dell’anno”, scrive il Corriere nel suo rituale articolo, “l’origine di questa celebrazione tanto malinconica e tutta inglese è da cercare addirittura in un’equazione matematica”. La Stampa dice invece che a “calcolare la data del «fatidico lunedì» è stato, nei primi anni 2000, Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che tramite una complicata equazione (che prende in considerazione alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi per i regali di Natale, il calo di motivazione dopo le Feste e la crescente necessità di darsi da fare) ha calcolato che questo è proprio il giorno più «nero» dell’anno”. La notizia si ritrova su quasi tutti i giornali e i siti di news italiani, come quello di Ansa, del Mattino o del Resto del Carlino. Ed è falsa.
Come si può facilmente intuire, il “Blue Monday” è una bufala che non ha nessun valore scientifico. È stata inventata per una campagna pubblicitaria di Sky Travel nel 2005, “l’equazione” usata per calcolarlo (ne girano almeno due versioni) non ha il minimo senso matematico o scientifico e l’università di Cardiff ha da tempo preso le distanze dal citato Cliff Arnall, che non era esattamente uno “psicologo dell’università” ma un tutor che lavorava in una scuola collegata all’università. Nonostante questo, la notizia del Blue Monday circola ogni anno anche su testate molto autorevoli: come scrive il Guardian, la storia del “Blue Monday” è solo uno dei molti esempi di operazioni di marketing basate su argomenti pseudoscientifici diffusi con la complicità pigra dei media.
L’equazione di Arnall dice di tenere conto di fattori come “la lontananza dal Natale”, i “debiti accumulati”, “il meteo” e “il salario mensile” per calcolare il “giorno più triste dell’anno”. L’equazione tuttavia non spiega quali unità di misura bisogna usare, del meteo di che paese bisognerebbe tenere conto, e nemmeno del fatto che – aveva scritto Wired – “la distanza dal Natale non incide granché su chi è induista, per esempio”. Sky Travel usò la bufala del Blue Monday in almeno due comunicati stampa promozionali, nel 2005 e poi ancora nel 2009, quando il numero di smentite sulla veridicità del concetto che promuoveva erano già diventate parecchie. Da allora, tuttavia, la storia del Blue Monday è diventata una specie di rito giornalistico che si ripete ogni anno, spesso con articoli che mettono insieme questo concetto strampalato e pseudoscientifico con “consigli” per superare la depressione, una patologia psichiatrica grave che sarebbe bene trattare con serietà e rigore.