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  • Sabato 14 gennaio 2017

In Costa d’Avorio c’è un accordo tra governo ed esercito

Il governo ha accettato di versare un "bonus" ai soldati dopo che la settimana scorsa molti di loro si erano ribellati: c'entra la guerra civile combattuta nel 2011

Il ministro della Difesa della Costa d'Avorio Alain-Richard Donwahi al suo arrivo all'aeroporto di Bouaké (SIA KAMBOU/AFP/Getty Images)
Il ministro della Difesa della Costa d'Avorio Alain-Richard Donwahi al suo arrivo all'aeroporto di Bouaké (SIA KAMBOU/AFP/Getty Images)

Venerdì 13 gennaio il governo della Costa d’Avorio ha trovato un accordo con i soldati che da giorni stavano protestando per ottenere stipendi più alti e per farsi pagare una specie di “bonus” per i loro servizi durante la guerra civile del 2011. L’accordo è stato raggiunto al termine di una giornata particolarmente tesa, con diverse sparatorie nelle caserme di tutto il paese. Un accordo iniziale era stato raggiunto una settimana fa, con il presidente Alassane Ouattara che era apparso in tv per annunciare di aver accettato le richieste dei soldati ammutinati e per chiedere loro di «tornare nelle caserme per permettere al governo di prendere le decisioni con calma», ma le trattative sono iniziate solamente diversi giorni dopo.

Durante la settimana la situazione nel paese era tornata relativamente tranquilla, ma venerdì 13 gennaio ci sono stati diversi momenti di tensione in varie zone del paese. Durante tutta la giornata i soldati ribelli hanno bloccato le strade di accesso alla città di Bouaké – una città di 300mila abitanti al centro del paese – e hanno sparato diversi colpi in aria. Ci sono state sparatorie anche nella caserma di Akouedo, la più grande della capitale Abidjan, oltre che nella città di Odienne e di Bondoukou. A condurre le trattative è stato il ministro della Difesa Alain Richard Donwahi, che è tornato a Bouaké per discutere con i soldati dopo che la scorsa settimana era stato tenuto in ostaggio per alcune ore.

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Il tenente-colonnello dell’esercito ivoriano Issiaka Ouattara mentre incontra alcuni soldati che hanno partecipato all’ammutinamento la scorsa settimana, in attesa dell’arrivo del ministro della Difesa all’aeroporto di Bouaké (SIA KAMBOU/AFP/Getty Images)

Al Jazeera scrive che l’accordo prevede un bonus di 8.000 dollari – circa 7.500 euro – per ciascun soldato. Inizialmente i soldati avevano chiesto un innalzamento degli stipendi a 16.000 dollari, una cifra molto alta considerando che in Costa d’Avorio molti guadagnano a malapena 160 dollari al mese. L’ammutinamento era iniziato il 7 gennaio quando un gruppo di soldati aveva tenuto in ostaggio per alcune ore il ministro della Difesa Alain Richard Donwahi nella città di Bouaké, nel nord ovest del paese, fino alle 11 di sera. La richiesta di aumento degli stipendi era solo una delle diverse richieste dei soldati, e motivata dalle prestazioni offerte durante l’ultima guerra civile, combattuta tra il 2010 e il 2011: fra le altre richieste c’erano anche passaggi di grado più rapidi all’interno della gerarchia militare e nuovi alloggiamenti. Non è chiaro se anche queste richieste fanno parte del nuovo accordo.

Secondo diversi analisti l’accordo è una specie di “ricompensa” per i soldati che scelsero di schierarsi con Ouattara e contro il presidente uscente Laurent Gbagbo nella guerra civile. Non è un caso, inoltre, che la ribellione sia partita proprio da Bouaké, che è stata il centro della ribellione armata che durante la guerra aveva di fatto occupato il nord del paese. I ribelli di quella zona aiutarono Ouattara ad ottenere il potere dopo che Gbagbo (al momento sotto processo per crimini di guerra davanti alla Corte penale internazionale) si era rifiutato di accettare il risultato delle elezioni, che aveva perso.