Quarant’anni senza Anaïs Nin
Scrisse e parlò di sessualità femminile prima di tutta una generazione: ma fu scoperta solo dopo la sua morte, avvenuta il 14 gennaio 1977
Il 14 gennaio 1977 morì di tumore a Los Angeles la scrittrice Anaïs Nin. Le sue ceneri furono disperse nella baia di Santa Monica. Al momento della morte Nin aveva 74 anni. Ad assisterla c’era Rupert Pole, il suo secondo marito – secondo perché Nin fu bigama per almeno vent’anni – ed esecutore testamentario. Nella sua vita Anaïs Nin aveva scritto un saggio giovanile su D.H.Lawrence da cui tutta la sua carriera era partita, qualche romanzo piuttosto trascurato dalla critica, una certa quantità di racconti erotici e un fluviale diario, incominciato all’età di 11 anni e proseguito lungo il corso della sua intera esistenza.
Ma Anaïs Nin lasciava soprattutto un marchio, la cui potenza sarebbe cresciuta nei decenni successivi grazie alla pubblicazione dei diari e dei racconti inediti, grazie alla fame di citazioni e stravaganze di Internet, ma anche ad alcune sue caratteristiche decisamente in anticipo sui tempi: avere raccontato l’erotismo da un punto di vista femminile ben prima che se ne potesse parlare, avere fornito un resoconto esplicito della vita sessuale di alcuni famosi scrittori, essersi auto-pubblicata la gran parte dei libri e avere costruito un personaggio ancora prima che un’opera anticipando la confluenza inesorabile tra autobiografia e letteratura. Il Guardian l’ha definita «Santa Patrona dei social network e paragonata a Lena Dunham che, proprio come Nin, viene accusata da anni di essere narcisista e fissata col sesso.
Angela Anaïs Juana Antolina Rosa Edelmira Nin y Culmell era nata a Neully in Francia, il 21 febbraio 1903. I suoi genitori erano cubani: la madre Rosa Culmell era cantante, il padre Joaquin era un pianista con cui Nin ebbe rapporti sessuali, a suo dire consenzienti, doviziosamente descritti in Incesto, pubblicato postumo nel 1985. I genitori divorziarono nel 1914, quando Anaïs aveva 11 anni. La madre si trasferì prima a Barcellona, poi a New York. Anaïs imparò lo spagnolo e l’inglese, e a 16 anni abbandonò la scuola e la religione cattolica per lavorare come modella. Nel 1923 sposò all’Avana il ricco banchiere svizzero Hugh Guiler, con cui l’anno seguente si trasferì a Parigi, dove la sua vita letteraria iniziò e quella sessuale prese una svolta decisiva.
Negli anni Venti Parigi era la capitale americana dell’arte e della letteratura. C’erano tutti, non solo gli scrittori americani: fra gli altri, pittori spagnoli e psicanalisti austriaci come Otto Rank, l’allievo di Freud da cui Nin andò in terapia e con cui ebbe una relazione. Mentre Guiler faceva i soldi e provava a fare il regista, Nin trovò la propria strada: esplorare e scrivere di sessualità femminile.
Fu folgorata da L’amante di Lady Chatterley di D.H.Lawrence, il romanzo pubblicato nel 1928 in Italia e nel 1929 in Francia che per la prima volta osò raccontare che il desiderio sessuale non era una prerogativa esclusivamente maschile. Nel 1932, dopo una devastante relazione con lo scrittore John Erskine, Nin pubblicò per l’editore Titus in 550 copie il suo primo libro, D. H. Lawrence: An Unprofessional Study, che fu molto apprezzato da Lawrence e sua moglie. Scrive Nin: «Ecco dunque i suoi esseri umani che lottano per raggiungere una vita completa e una comprensione sincera degli dèi al centro dei nostri corpi». Forse per la prima volta – sicuramente per la prima volta da parte di una donna – veniva evocato il legame tra soddisfazione sessuale e completezza della vita.
Nel dicembre 1931 Anaïs Nin scrisse nel suo diario di avere incontrato June Mansfield, moglie di Henry Miller, che allora era uno scrittore squattrinato e non più giovanissimo: «Impressionante faccia bianca, occhi che bruciano. June Mansfield, la moglie di Henry. Appena venne verso di me dall’oscurità del mio giardino verso la luce dell’ingresso vidi per la prima volta la donna più bella sulla terra». Incominciò la relazione a tre che nel 1990 sarebbe stata celebrata come simbolo bohémien nel film Henry & June di Philip Kaufman con Uma Thurman. Nel 1934 Nin abortì un bambino, probabilmente figlio di Henry Miller. Quello che è meno noto è che nei dieci anni successivi Anaïs Nin e il marito Hugh Guiler mantennero i Miller, pagando loro l’affitto e permettendo a lui di scrivere Tropico del Cancro, il romanzo che lo avrebbe reso celebre.
Finanziando artisti e scrittori con i soldi guadagnati dal marito, Anaïs Nin tentò di farsi pubblicare, ma per tutta la sua esistenza fu pressoché ignorata. Dovette auto-pubblicarsi quattro dei nove libri che uscirono prima della sua morte. Negli anni Quaranta un anonimo collezionista chiese a Henry Miller di scrivere per lui dei racconti erotici, pagandoglieli un dollaro a pagina. Molti furono in realtà scritti da Nin e sarebbero confluiti nella raccolta Il delta di Venere, pubblicata postuma nel 1977. Nel 1944 in un ascensore a New York, mentre andava a una festa, incontrò Rupert Pole, un attore abbastanza fallito di sedici anni più giovane, che avrebbe sposato in Arizona nel 1955, senza però divorziare da Guiler. L’anno prima aveva dato un party al British Book Center di Parigi per festeggiare l’uscita del suo romanzo Una spia nella casa dell’amore, ma non si era presentato nessuno. Il mondo editoriale e letterario la considerava una pazza milionaria da non prendere sul serio.
Nin continuò a scrivere, soprattutto sul suo diario, accumulando il materiale che l’avrebbe resa famosa, inizialmente non per il valore letterario di quello che scriveva, ma per i pettegolezzi che svelava. Nel 1966 l’editore Harcourt Brace incominciò a pubblicare i suoi diari, della cui esistenza nel mondo degli scrittori si sussurrava da sempre, ma delle cui rivelazioni si aveva una gran voglia di leggere. All’età di 66 anni Anaïs Nin diventò una specie di star, e una delle prime icone della liberazione sessuale e del femminismo nascente, rimanendo quella che era stata per tutta la vita.
La prima edizione dei Diari
Nel suo necrologio sul New York Times, Anaïs Nin lasciava il marito Hugh Guiler, in quello del Los Angeles Times il marito Rupert Pole. Lasciava soprattutto una gran quantità di materiale che Pole, esecutore testamentario, fece uscire negli anni successivi, anche contro il parere dei figli e dell’altro marito, trasformandola in quello che aveva desiderato essere, da quando si innamorò degli «dèi al centro dei nostri corpi» descritti da Lawrence in Lady Chatterley.
Anaïs Nin è una delle celebrità letterarie del Novecento, una specie di marchio, come Coco Chanel: un personaggio capace di costruirsi nella vita e nelle relazioni, prima che nei libri. Ma nei suoi diari, che si prestano a essere smembrati e a trasformarsi in aforismi e meme letterari, ci sono anche cose che prima di lei non esistevano e nessuna donna avrebbe mai osato raccontare. Come la descrizione di un aborto, avvenuto nell’agosto del 1940. Il padre era il marito Hugh Guiler, ma Nin non se la sentì di dirlo al suo amante di allora, un tale Gonzalo, che l’avrebbe presa malissimo. Nel diario Nin descrive il dolore dell’operazione cui seguì l’incontro con un’altra donna in attesa di abortire a tre mesi, dall’altra parte di una tenda:
«Là sdraiata sussurrando del dolore, non avevo mai sentito una parentela così forte con una donna – una donna – proprio questa che non potevo vedere, o identificare, proprio lei che, come me, stava sdraiata in un lettino, imbottita della paura primitiva e da un oscuro senso di omicidio, o di colpa, e di un’iniqua lotta contro la natura – una lotta diseguale contro tutte le leggi fatte dall’uomo contro di noi, che mettono a repentaglio le nostre vite, e ci espongono a manovre di inesperti, per essere imbrogliate da un punto di vista economico e condannate da un punto di vista morale».