C’è una crisi di governo in Irlanda del Nord
Il viceprimo ministro (cattolico) si è dimesso e questo costringerà quasi certamente la primo ministro (protestante) a fare altrettanto: ci saranno elezioni anticipate e sviluppi molto incerti
Lunedì il vice-primo ministro dell’Irlanda del Nord, Martin McGuinness, ha annunciato le sue dimissioni dopo uno scandalo che ha coinvolto il primo ministro, Arlene Foster. McGuinness ha detto di non poter accettare che Foster non si sia sospesa dalla carica in seguito alla gestione sbagliata di un programma di incentivi all’energia rinnovabile che potrebbe costare all’Irlanda del Nord fino a mezzo miliardo di euro. Le dimissioni di McGuinness rischiano di causare una crisi di governo che a sua volta potrebbe portare a elezioni anticipate, mettendo così fine a un periodo di stabilità nel governo dell’Irlanda del Nord che dura da un decennio.
L’Irlanda del Nord è una regione del Regno Unito che gode di alcuni poteri di autogoverno. Occupa la parte nord-orientale dell’isola d’Irlanda, la sua capitale è Belfast ed è abitata da 1,8 milioni di persone. La sua popolazione è divisa in parti quasi uguali tra cattolici e protestanti. Le due componenti si sono a lungo scontrate, anche in maniera violenta, con i movimenti politici dei protestanti favorevoli a rimanere parte del Regno Unito e quelli cattolici favorevoli all’unione con la Repubblica irlandese.
L’attuale crisi è importante perché molto legata alla turbolenta situazione del paese e al processo di pace che vent’anni fa ha messo fine alla guerra civile che durava da decenni. McGuinness, il vice-primo ministro che si è dimesso lunedì, era uno dei negoziatori di quell’accordo e oggi è il leader di Sinn Féin, il partito repubblicano a lungo associato con l’IRA, il movimento terroristico che lottava per l’indipendenza dell’Irlanda. Foster, la primo ministro che non vuole dimettersi, fa parte del Partito Democratico Unionista (DUP), la forza politica più grande tra quelle che rappresentano gli irlandesi del nord protestanti e favorevoli a restare nel Regno Unito.
L’accordo per cui DUP e Sinn Féin governano insieme, dividendosi le cariche di primo ministro e vice-primo ministro con la collaborazione di altri piccoli partiti, dura da circa dieci anni (prima c’erano stati altri tentativi di condivisione, più o meno riusciti). Il sistema di governo nordirlandese è molto particolare e l’ufficio del primo ministro può funzionare soltanto se entrambe le cariche, primo ministro e vice, sono occupate contemporaneamente. McGuinness ha detto che dopo le sue dimissioni Sinn Féin non proporrà altri candidati per occupare l’incarico e quindi, probabilmente, la sua decisione causerà automaticamente le dimissioni di Foster e porterà a nuove elezioni.
A questa complessa situazione si aggiunge il fatto che McGuinness è malato e probabilmente non guiderà il partito alle prossime elezioni (Sinn Féin non ha mai detto di che malattia si tratta, ma i giornali parlando di una patologia degenerativa del sistema nervoso e muscolare). Con la sua uscita dalla politica, ha scritto il New Statesman, uno dei più antichi e prestigiosi settimanali di sinistra britannici, il potere all’interno di Sinn Féin passerà da coloro che hanno visto le fasi peggiori della guerra civile – e hanno negoziato gli accordi di pace – a una nuova generazione più giovane, che avrà il difficile compito di negoziare con le frange radicali del partito che ultimamente sono divenute sempre più forti e influenti.