La versione di Merlo sulla Rai
Il giornalista di Repubblica che si era dimesso dopo sei mesi dal ruolo sull'informazione Rai ha scritto le sue impressioni, molto critiche
Domenica scorsa ci sono state polemiche e discussioni intorno alla presenza come ospite del programma di Rai3 “In mezz’ora” – quello condotto da Lucia Annunziata – di Francesco Merlo, giornalista di Repubblica, e alle cose che aveva detto sulla sua esperienza in Rai. Merlo era stato arruolato come consulente nel progetto di riforma dell’informazione giornalistica della Rai, guidato da Carlo Verdelli – già vicedirettore del Corriere della Sera, direttore di Vanity Fair e della Gazzetta dello Sport – e da subito era stato coinvolto nell’intenso giro di accuse contro i nuovi dirigenti “esterni” alla Rai arrivati con la direzione generale di Antonio Campo dell’Orto. Merlo si era dimesso a dicembre dopo sei mesi, contestando l’impossibilità di rinnovare le cose in Rai, a causa delle opposizioni di sindacati interni e ingerenze politiche esterne. Lo stesso Verdelli si è dimesso poi la settimana scorsa, constatando le resistenze al suo piano. Martedì Merlo ha pubblicato un lungo articolo su Repubblica, elencando varie impressioni della sua esperienza.
Dicevo ogni tanto ai colleghi che noi in Rai eravamo come il Terzo paesaggio di Gilles Clément. Quando con cattiveria ci ingiuriavano – «ma cosa fanno? come passano il tempo? come sprecano i soldi degli italiani?» – dicevo loro che tutti quei giardinieri della Rai – i vigilanti politici, i consiglieri di amministrazione e i sindacalisti – ci trattavano come erbacce da estirpare. Ma Gilles Clément ha appunto raccontato che l’erba più comune di Parigi arrivò un giorno dalla Siberia, proprio come Carlo Verdelli, e poi anche io, siamo arrivati dalla carta stampata.
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