L’attentato a Gerusalemme
Quattro soldati sono morti dopo essere stati investiti da un camion, altre 16 persone sono rimaste ferite: l'attentatore è stato ucciso
La mattina di domenica 8 gennaio, a Gerusalemme, quattro persone sono morte e almeno sedici sono rimaste ferite dopo essere state investite da un camion sul viale Armon Hanatziv, nella zona sud est della città. Il capo della polizia Roni Alsheich ha detto che è stato un attentato terroristico. I morti, tre donne e un uomo, erano cadetti in corso di addestramento: erano appena scesi da un pullman quando sono stati investiti. L’uomo che guidava il camion è stato ucciso dall’autista del pullman. Un video di una telecamera a circuito chiuso che ha ripreso il momento in cui il camion ha investito le persone alla fermata dell’autobus è stato diffuso su internet (le immagini sono violente).
Alsheich ha anche identificato l’uomo che guidava il camion, dicendo che era un residente di un quartiere di Gerusalemme Est, Jabel Mukaber, e aveva con sé una patente israeliana. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che le modalità con cui è stato condotto l’attentato suggeriscono che l’autista del camion fosse un sostenitore dello Stato Islamico: «Tutti i segnali indicano che l’attentatore fosse un sostenitore dello Stato Islamico. Sappiamo che ci sono stati una serie di attentati, e ci possono essere dei collegamenti, dalla Francia a Berlino e ora a Gerusalemme».
Le brigate al Qassam, la principale branca armata del movimento politico palestinese Hamas, hanno scritto su Twitter che al Qanbar era stato in carcere in Israele, ma non hanno ufficialmente rivendicato l’attentato. Hamas ha celebrato l’attentatore, ma non ha rivendicato l’attacco. La polizia ha organizzato un’operazione a Jabel Mukaber durante la quale ha arrestato il padre dell’attentatore.