Come si archivia una presidenza social
La Casa Bianca ha messo a disposizione tutta l'attività online dell'amministrazione Obama, il primo presidente sui social media, prima che sparisca per far posto a Trump
Il prossimo 20 gennaio Donald Trump diventerà il 45esimo presidente degli Stati Uniti, dopo la cerimonia di insediamento che si terrà a Washington e in cui Trump presterà giuramento. Da quel giorno Trump prenderà, tra le altre cose, anche tutti gli account dei social network legati alla presidenza, che saranno azzerati e reimpostati. Tutte le cose legate agli otto anni di presidenza Obama – che il New York Times ha definito «il primo presidente davvero digitale» – saranno quindi cancellate e archiviate altrove. Decidere come farlo e con quali strumenti non è stato semplice.
A novembre il sito della Casa Bianca spiegò che la strategia per il passaggio degli account si sarebbe dovuta basare su tre regole principali, a prescindere dal sito, dall’app o dal tipo di profilo:
1. ogni cosa deve essere salvata dalla NARA (National Archives and Records Administration);
2. ogni cosa deve restare comunque pubblica, così che la si potesse consultare sul social su cui è stata pubblicata (anche se su un altro profilo);
3. ogni account deve passare alla nuova amministrazione (che deciderà poi se, come e quanto farne uso).
A novembre la Casa Bianca chiese anche ai cittadini di proporre idee per rendere i materiali archiviati facili da consultare. Dopo aver valutato quelle proposte, il 5 gennaio la Casa Bianca ha dato informazioni più precise su cosa è e sarà disponibile, e dove.
Dove è stato messo cosa
– ArchiveSocial: è un social network per archiviare e rendere disponibili dati di diverso tipo. La Casa Bianca ci ha messo oltre 250mila tra foto, post, video e messaggi scritti da più di 100 profili ufficiali in qualche modo legati agli otto anni di presidenza Obama. L’archivio si può consultare qui (al momento è un po’ lento e difficile da consultare, ma le cose dovrebbero migliorare).
– Rhizome: è un’organizzazione di arte digitale che ha già iniziato a pubblicare una serie di spiegazioni su come sono nati meme o momenti famosi e notevoli degli otto anni in cui Obama è stato presidente. Qui si parla di come nacque e si sviluppò l’hashtag #LoveWins, scelto da Obama dopo che la Corte Suprema decise di rendere legale i matrimoni gay in tutti gli Stati Uniti.
– MIT Media Lab: un gruppo di ricerca della famosa università di Boston, nel Massachusetts, ha fatto un’analisi per capire di cosa Obama, Michelle Obama e il profilo della Casa Bianca hanno parlato più spesso su Twitter, confrontando i risultati con quelli relativi agli argomenti di cui in quegli stessi momenti si stava più parlando sul social network. Anche il programmatore Derek Lieu ha lavorato a un progetto simile, che mostra quando e quanto i profili di Obama hanno usato certe parole.
– GIPHY: questa è facile. Il più famoso sito di GIF ha creato una pagina che mette insieme tutte le GIF e i Vine pubblicati dagli account legati a Obama e alla Casa Bianca, insieme ad altri creati per l’occasione dal sito.
– Relieve 44: è il nome di un account Twitter creato da Feel Train, una società di Portland che ha creato un bot che ripubblicherà i tweet più importanti dell’amministrazione Obama in tempo reale, ma otto anni dopo.
La Casa Bianca ha anche parlato di diversi progetti da parte di università e gruppi di studenti che intendono analizzare e rielaborare i dati messi a disposizione. Il 7 gennaio il sito Internet Archive organizzerà invece un hackaton – un evento in cui tanti esperti informatici collaborano per un risultato comune, difficile da raggiungere da soli – per cercare di dare ordine e senso a tutti i dati messi a disposizione dalla Casa Bianca. Se invece siete di quelli che invece preferiscono fare da soli, questi sono i link per scaricare gli archivi di quanto scritto sui vari social in archivi .zip: Twitter, Facebook, Vine, profilo Twitter di Barack Obama, profilo Twitter di Michelle Obama.
Obama è diventato presidente nel 2009: Facebook esisteva da cinque anni; Instagram e Snapchat ancora no. Oltre a essere stato il primo presidente davvero digitale Obama è anche stato, per definizione della Casa Bianca, il «first social media president». Prima di lui nessuno aveva avuto un account Twitter “personale” e presidenziale (cioè quello @POTUS), prima di lui nessuno aveva fatto una diretta su Facebook, un video in cui rispondeva su YouTube alle domande dei cittadini, una foto con un filtro Snapchat, delle playlist Spotify in cui consigliava ottima musica. Obama si è anche mostrato molto interessato alle nuove tecnologie, social a parte: girò molto la sua foto con un visore per la realtà virtuale ed è da poco stato il “direttore per un numero” dell’edizione di novembre della versione americana di Wired.