C’è un accordo in Congo, più o meno
Joseph Kabila non voleva lasciare il potere: ora sembra che si sia messo d'accordo con le opposizioni per andarsene entro l'anno
Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è stato trovato un accordo per terminare la presidenza di Joseph Kabila entro la fine del 2017. L’accordo, che è stato concluso dopo settimane di manifestazioni e violenze, è stato mediato dai leader della Chiesa cattolica della RDC: non è ancora stato firmato da Kabila né dal suo principale oppositore, Etienne Tshisekedi, ma entrambi si sono impegnati ad aderire ai termini dell’intesa in un secondo momento. La questione era nata tra novembre e dicembre, quando Kabila aveva ritardato le elezioni per riuscire a estendere la durata del suo secondo mandato presidenziale – scaduto il 19 dicembre – visto che la Costituzione gli impedisce di candidarsi per un terzo.
L’accordo prevede che le elezioni per eleggere il nuovo presidente del paese si tengano a fine 2017. Fino ad allora ci sarà un governo di transizione, alla cui guida verrà nominato un membro dell’opposizione. Il documento dice anche che Kabila non cercherà un terzo mandato presidenziale e non tenterà di modificare la Costituzione a suo favore. Non è ancora chiaro se l’accordo sarà definitivo: alcuni osservatori hanno ancora dubbi sulla volontà di Kabila di firmare un documento che di fatto metterebbe fine alle sue speranze di continuare a fare il presidente.
Negli ultimi mesi nella capitale della RDC, Kinshasa, si sono tenute grandi manifestazioni per chiedere a Kabila di rinunciare a restare il potere. A settembre circa 50 persone sono rimaste uccise negli scontri, mentre altre centinaia sono state arrestate dalle autorità. All’inizio di dicembre Stati Uniti e Unione Europea hanno annunciato delle sanzioni internazionali contro nove funzionari del governo di Kabila per il loro coinvolgimento nella violenta repressione degli oppositori politici.
Kabila, 45 anni e al potere da 15, è solo l’ultimo di una serie di leader politici africani che hanno cercato di prolungare il loro mandato: è successo per esempio in Angola con José Eduardo dos Santos, in carica dal 1979, e in Zimbabwe con Robert Mugabe, al potere dal 1987, e annunci simili sono già stati fatti anche dai presidenti del Burundi e della Repubblica del Congo. Il timore di diversi osservatori è che le tensioni sulla presidenza di Kabila possano acutizzare una situazione già instabile e mai del tutto pacificata. Nella RDC si è combattuta una sanguinosa guerra civile dal 1997 al 2003, durante la quale sono state uccisi circa 5 milioni di persone. Negli ultimi anni i combattimenti sono continuati nell’est del paese, mentre in tutto il territorio nazionale è dispiegato il contingente ONU più ampio al mondo, con circa 20mila soldati.